Contraddizioni

in #discovery-it4 years ago

Tra le tante contraddizioni che la pandemia 2020 si è portata dietro, alcune sono poco visibili. Una in particolare forse tornerà fuori, o almeno me lo auguro, al momento opportuno, ovvero il prossimo autunno/inverno.

Andiamo con ordine, in pieno lockdown le centraline che misurano le polveri sottili strillano in modo isterico. C'è troppo inquinamento... e già, ma le auto sono ferme come mai non si era visto prima.

Questo certifica in modo definitivo e certo alcuni studi che dicevano proprio quanto accaduto in quei giorni. Studi per altro pubblicizzati solo dalle riviste del settore automobilistico, mentre il "dottor house" star medica di turno dallo studio televisivo gli dava dei cazzari.

Le auto generano un inquinamento praticamente trascurabile. Qualcuno aveva cercato di girare la frittata, sul fatto che le polveri sottili non erano da inquinamento automobilistico, ma che le stesse le "alzavano in aria". Niente, nemmeno quello visto che il traffico era letteralmente fermo.


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Quindi se non sono le auto, chi genera questo casino? Un parte minoritaria deriverebbe dal riscaldamento domestico, in particolare dalle stufe a pellett per altro ironia della sorte spacciate come ecologiche, e poi la fetta più grossa, molto grossa, le industrie.

Chiudere il traffico non serve assolutamente a nulla, ed è bene dire che proprio un anno fa avevano letteralmente blindato la pianura padana con blocchi per le auto diesel non solo nelle città, ma anche nei paesi e periferie.

Il prossimo inverno, con la bassa pressione, quando le centraline torneranno a strillare "allarme allarme" cosa faranno le amministrazioni? Se chiudono il traffico rischieranno una figuraccia assurda, o almeno è quello che mi aspetto. Oppure si farà una supercazzola stile Conte Mascetti chiudendo ancora più di prima?

In questi giorni, e forse ancora di più i prossimi, vedremo pubblicizzare la mobilità elettrica alternativa, e le biciclette. Visto che il virus paradossalmente mette in difficoltà anche i mezzi pubblici. Verrebbe da dire che non tutto viene per nuocere, infatti incentivare la mobilità cittadina delle bici è buona cosa. Chiaramente solo quella urbana, perché già fuori delle città a mio avviso la cosa cambia in modo diametralmente opposto. Avere ciclisti su strade extraurbane è troppo rischioso, immaginate d'inverno che fa buio presto, oppure quando piove.

Purtroppo l'indiziato principale, ovvero l'inquinamento industriale, non verrà neanche sfiorato. Nessuno andrà a stuzzicare il mostro che dorme, anche perché tra rischi di licenziamenti, crisi eccetera, il politico o amministratore che volesse provarci, si ritroverebbe letteralmente contro-corrente anche rispetto ai suoi stessi elettori.


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