CHIUDI L'ACQUA! Clostridium Perfrigens e i suoi Effetti - STEM Focus



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Diversi mesi fa, pubblicai un paio di post che trattavano del percorso dell'acqua durante i suoi cicli, provando a spiegare quali fossero le regole che venivano sfruttate dall'uomo o dalla terra in cui viviamo durante precise condizioni atmosferiche. A distanza di un anno, torno a parlare di acqua -e di quello che ho creativamente definito sotto il tag #waterlovers - prendendola molto più alla larga. Ho deciso di sfruttare l'occasione di un recentissimo accadimento che ha toccato me e i miei coinquilini comunali.

Qualche giorno fa, nel comune dove risiedo, è stata prodotta un'ordinanza attraverso la quale si consigliava il divieto di utilizzo di acqua potabile distribuita nelle case. Questo perché alcune analisi avevano riscontrato la presenza di un batterio, Clostridium Perfrigens, all'interno di una cisterna da cui l'acqua potabile raggiunge le nostre case. Tanto per avere un'idea di ciò che sta dietro questo fenomeno e per evitare futuri allarmismi, ho deciso di spulciare qua e là sul web e racimolare informazioni per provare a dare una spiegazione sul perché la presenza di questo batterio non sia una tragedia umanitaria ma soltanto un campanello di allarme. Iniziamo con una panoramica su questo simpatico e maleodorante cosetto.


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CLOSTRIDIUM PERFRIGENS

Il C. Perfrigens è un batterio a forma di bastoncello, gram-positivo, anaerobio e sporogeno.

È ubiquitario in natura e può essere trovato come un normale componente di vegetali in decomposizione, nei terreni merini, nel tratto intestinale degli esseri umani e altri esseri viventi (vertebrati, principalmente, poi insetti), nell'acqua e nel suolo. Facendo affidamento su quanto riportato in Wikipedia, solo il terreno del deserto è privo di C. Perfrigens, a differenza di qualsiasi altro campione di terreno che una persona potrebbe voler esaminare.

È definito sporogeno poiché in grado di rilasciare spore, ovvero una forma inattiva del batterio molto resistente a condizioni atmosferiche avverse. È questa la motivazione per la quale grandi quantità di batterio possono arrivare nel tratto digerente delle persone comuni: cibi contaminati cotti, dove le spore riescono a resistere, che non vengono consumati del tutto ma lasciati per ore/giorni a temperatura ambiente o non in frigorifero; le spore si attivano e il batterio inizia a riprodursi; così facendo, l'alimento successivamente ingerito sarà contaminato da una grossa dose di patogeni.

Il C.Perfrigens è uno dei principali responsabili dei processi di putrefazione dei cadaveri, dove porta al deterioramento e alla produzione di elementi in forma gassosa.

Un'infezione da Clostridium Perfrigens agisce attraverso il rilascio di parecchi elementi principali, tutti catalogati come ESOTOSSINE. In primis, vediamo le sue *esotossine di tipo II, così classificate poiché agiscono a livello della membrana cellulare.

α-Tossina

molecola caratterizzata come Fosfolipasi C e come Lecitinasi; va infatti a degradare la lecitina, un amminoacido componente della membrana cellulare. Proprio per questo va a distruggere completamente le piastrine, elementi del sangue formati quasi per intero da membrana cellulare. Inoltre, l'α-tossina porta a dilatazione dei capillari – con insorgenza di edema nelle zone colpite - e a un aumento della permeabilità di capillari e cellule muscolari;

κ-Tossina

Una collagenasi che va appunto a degradare il collagene, componente fondamentale nella costruzione di tessuti muscolari o connettivali in genere;

μ-Tossina

Una Ialuronidasi, che va a degradare parte di quei legami che permettono alle cellule di rimanere unite a formare un tessuto


Le esotossine sono così chiamate perché rilasciate da un elemento di partenza (in questo caso clostridium) senza che siano una parte integrante di esso. Si distinguono dalle ENDOTOSSINE poiché queste ultime rappresentano dei componenti strutturali dell'elemento di partenza (come un virus o un microrganismo) e vengono rilasciate a seguito della distruzione dell'elemento stesso.


Il Clostridium Perfrigens agisce poi attraverso delle esotossine di tipo III (esotossine che agiscono interferendo con le funzioni della cellula ospite), in particolare ENTEROTOSSINE. Le enterotossine di C.Perfrigens si legano alle cellule intestinali, mettendo in moto una catena di eventi che sfocia nella perdita di acqua ed elettroliti che finiranno nel tubo intestinale.



Seguendo come scaletta le tossine sopra elencate, possiamo individuare 2 tipologie di manifestazioni principali di infezioni da Clostridium Perfrigens:

1) INFEZIONE DELLE FERITE

che possono poi sfociare in quadri differenti e sostenute dalle prime 3 esotossine viste in precedenza. Alcuni quadri possono coinvolgere organi interni a seguito di batteriemia (diffusione del batterio nel sangue), altri rimanere limitati al tessuto circostante la ferita, anche se di gravità elevata. Un esempio è la GANGRENA GASSOSA, conosciuta anche come mionecrosi da clostridium: questa condizione comporta la necrosi delle cellule e dei tessuti muscolari, associata alla formazione di gas di cui il C.Perfrigens è responsabile, attraverso la massiva fermentazione dei carboidrati in cui si distingue (in generale, in ogni processo di fermentazione si producono delle quantità variabili di gas). Questo tipo di infezione riesce a raggiungere gli strati profondi dei tessuti, grazie alla caratteristica del C.Perfrigens di essere ANAEROBIO: definiamo microorganismo anaerobio qualsiasi microorganismo che riesca a sopravvivere in condizioni di assenza di ossigeno. Gli strati più profondi dei nostri tessuti, dove l'ossigeno è scarso per non dire assente, diventa così un terreno fertile per il nostro amichetto.

2) TOSSINFEZIONE ALIMENTARE

Il batterio raggiunge le cellule del lume e lì agisce per mezzo delle enterotossine. Ciò sfocia in attacchi di diarrea e tutti i segni, sintomi o quadri derivati associati a ripetuti attacchi di diarrea.

Tuttavia, questo tipo di enterotossine può essere demolito attraverso la produzione di anticorpi. Grazie ad alcuni studi, si è notato quanto in realtà siano diffusi gli anticorpi contro questa tossina, motivo per il quale le infezioni sono spesso subcliniche, ovvero incapaci di causare sintomi importanti tali da far pensare a un quadro di malattia. Insomma, tanti possono incontrare C.Perfrigens, ma pochi potrebbero ammalarsi effettivamente nel caso di tossinfezioni.

Nello specifico, la Gastroenterite da C.Perfrigens è una patologia che insorge a causa di alimenti contaminati da una delle varianti del batterio, la A. I primi sintomi, crampi e diarrea improvvisi, compaiono 7-15 ore dopo l'ingestione degli alimenti contaminati (raramente, anche 24-30 ore dopo). La risoluzione è spontanea nel giro di 6-12-24 ore. Da tenere maggiormente d'occhio persone già debilitate. Una forma grave è causata invece da C.Perfrigens del tipo C, una vera e propria Gangrena gassosa operante sui tessuti intestinali: fortunatamente, questi casi sono molto rari.
La terapia per i casi semplici è quasi inutile, se non di supporto per eccessiva perdita di liquidi. È invece più indicata la profilassi: nel consumo di avanzi di carne, questi devono essere conservati in frigo e successivamente ben riscaldati (arrivando alla temperatura che avete raggiunto nella prima cottura), così da eliminare gli eventuali batteri che potrebbero essersi moltiplicati nel periodo tra la prima cottura e l'ultimo consumo.


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CATASTROFE

Grave? Gravissimo? Terribile? Irrimediabile? No, niente di tutto questo. Allora perché un'ordinanza di divieto per l'uso di acqua potabile? Vediamo il ragionamento.

Nel nostro sistema di gestione idrico attuale abbiamo degli impianti di depurazione che si occupano di filtrare le acque che arrivano nelle nostre case, privandole di tutti quegli elementi che possono rappresentare una minaccia. Normalmente, la presenza di C.Perfrigens potrebbe non essere un problema, poiché una grossissima fetta di popolazione è protetta da anticorpi specifici contro le tossine responsabili di tossinfezione alimentare: il pericolo della presenza di C.Perfrigens nelle acque non è infatti quello di incorrere nell'infezione di ferite, bensì quello di ingerirlo, di farlo legare alle nostre cellule intestinali e di arrivare ai classici attacchi di diarrea.

Allora perché?

Come abbiamo detto, C.Perfrigens si ritrova comunemente nel suolo che calpestiamo, in svariati organismi in decomposizione e nei nostri intestini (perciò, con tutta probabilità, anche da tutto quello che da lì esce.......). Ritrovare il C.Perfrigens in una cisterna dedicata ad acqua già passata dal sistema di depurazione potrebbe essere segno di una depurazione poco efficiente o di un sistema con dei collegamenti che non dovrebbero esserci (per esempio, infiltrazioni dall'esterno dovute a piccole rotture nella gabbia di contenimento della cisterna dove l'acqua riposa).

In questa prospettiva, il pericolo diventa evidente: all'interno della cisterna da cui parte la distribuzione potrebbe esserci MOLTO PIU' di quello che pensiamo. E non voglio cadere nel volgare, ma vi assicuro che in quest'occasione sarebbe appropriato farlo.

In questi casi, proprio come avvenuto nel comune nel quale vivo, il consumo di acqua viene segnalato come consentito solo previo trattamento di bollitura, a 100°C per 15 minuti. Ciò porta alla bonifica dell'acqua dai batteri e dalle loro eventuali tossine. È comunque vivamente consigliato approvvigionarsi attraverso altre fonti di distribuzione di acqua, almeno per bisogni che necessitino la sua ingestione.

Avete capito? Nella maggior parte dei casi il batterio non è pericoloso. Chi si approvvigiona regolarmente da fonti naturali da tempo, avrà certamente gli anticorpi necessari a proteggersi dalle enterotossine. Nei casi rimanenti, dove non sono le fonti naturali a condurre l'acqua verso il suo consumatore finale bensì fonti di distribuzione create dall'uomo, è sempre bene evitare l'utilizzo dell'acqua in attesa di controlli successivi, senza però cadere in allarmismi ingiustificati sfociando in teorie fantasiose e generatrici di ansie ingiustificate.

Spero di essere stato chiaro, anche se l'articolo si è dilungato un bel po', va detto. Con questo vi saluto e vi do appuntamento a un nuovo appuntamento futuro, magari non troppo lontano.

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Fonti:

Wikipedia

Msdmanuals.com

Appunti dal corso di medicina, G. di Bonaventura, Università Chieti-Pescara

Clostridium perfrigens: gastroenteriti da Clostridium, Dipartimento federale dell'interno DFI, Ufficio federale di veterinaria UFV, Confederazione Svizzera

salute.gov.it/portale/temi/documenti/acquepotabili/parametri/CLOSTRIDIUM_PERFRINGEN_INDICATORI.pdf

cdc.gov/foodsafety/diseases/clostridium-perfringens.html

cafnr.missouri.edu/2010/12/who-invited-the-germs/

step1.medbullets.com/microbiology/104184/clostridium-perfringens