Rain: An incredible summer
Image by kordula vahle from Pixabay
Nemmeno io ci voglio credere. Per essere precisi io, prima di ieri, non ci avevo proprio mai pensato. Sono un tipo preciso, metodico, pratico. Ho sempre riposto molta fiducia nella scienza e nella tecnica, non ho mai creduto ai fantasmi, a dio, alle cose sovrannaturali, al malocchio e roba del genere.
Ventiquattro giorni, ventiquattro giorni di fila, cioè non di fila, insomma... ora sto facendo confusione.
Partiamo dall’inizio, è sempre un ottimo metodo per mettere ordine, anche nei pensieri.
All’inizio della primavera io, che mi chiamo Paolo, e il mio amico Luca ci siamo ripromessi di fare delle gite in montagna, una passione che abbiamo in comune.
L’idea era quella di sfruttare tutti i sabati o le domeniche di bel tempo per farci un bel po’ di passeggiate.
Io ho cominciato a pianificare gli itinerari, alcuni anche di due giorni; Val d’Aosta, Piemonte, Svizzera erano le nostre mete.
Le prime passeggiate con dislivelli minimi, cinquecento-seicento metri, per arrivare poi ad affrontare anche duemila metri di salita.
Avevo preparato una decina di itinerari, a Luca stava bene qualunque cosa, bastava camminare e non dover pensare agli itinerari, quindi l’organizzazione era tutta mia, cosa che mi divertiva quasi quanto fare trekking.
Io sono un tipo preciso, quando parto per una salita mi porto tutto l’occorrente: due cambi di calze, due magliette pulite, la crema protettiva per il sole, gli occhiali da ghiacciaio, il burrocacao, le ciabatte aperte per far riposare i piedi una volta arrivato al rifugio, il coltellino svizzero, la moka, il fornelletto a gas, un uovo sodo, il sale, il pepe, una boccettina per l’olio, una per l’aceto, gli stuzzicadenti, le cartine militari con tutti i sentieri, insomma eravamo, cioè ero, molto organizzato.
Luca, insomma... a Luca piaceva più che altro camminare, tutte queste cose le lasciava a me, anche se poi si beveva volentieri il caffè bollente della mia moka da due tazze.
Luca si portava poche cose, più che altro a lui piaceva fare fotografie e camminare e bere il mio caffè.
Eravamo entrambi soli, io mi ero appena separato e lui era rimasto improvvisamente vedovo qualche anno prima, quindi potevamo fare tutto quello che più ci piaceva: camminare.
Cominciammo così, alla prima domenica di maggio, con una passeggiata poco impegnativa in Val d’Aosta.
Il tempo era splendido, l’aria tersa, il sentiero era quasi in falsopiano, la strada era abbastanza lunga perché ci portava lentamente al rifugio dove avremmo pranzato, una cosa veramente facile, tanto per iniziare la stagione.
Inevitabilmente cominciammo a parlare.
“Oggi dobbiamo stare attenti, qui siamo a quota troppo bassa, anche se vedi una bella ragazza devi stare tranquillo, è inutile cercare di parlarci, non vanno bene per noi.” Con questo discorso Luca mi aveva stupito e incuriosito, era sicuramente una delle sue teorie strampalate, valeva sicuramente la pena di sentirla per farsi quattro risate.
“Sentiamo, quale sarebbe la teoria? Essendo la quota bassa, l’aria è ancora inquinata o comunque spessa e quindi se vedo una ragazza, mi sembra strafiga e invece è un cesso?” Mi ero buttato nella speranza di indovinare l’argomentazione che stava dietro alla sua boutade.
“Che cazzata! No, no, è una questione di Selezione Altimetrica.”
“Selezione Altimetrica, definire prego.” Luca stava per iniziare una delle sue assurde tesi pseudoscientifiche, c’era di che passare il tempo fino al rifugio.
“Veda esimio Dottor Paolo, caro collega, le spiego subito le premesse, la tesi e i relativi esperimenti scientifici di controllo a doppio cieco che andremo a fare questa estate.” Per la verità non eravamo dottori, non eravamo colleghi, non eravamo nemmeno esimi e nemmeno scienziati: cominciavamo decisamente bene!
“Premesso che un esemplare di homo sapiens di sesso femminile che si confaccia alle nostre esigenze deve obbligatoriamente essere appassionata di trekking, lei converrà con me che il luogo più adatto per scovare un esemplare di bell’aspetto di questo tipo è sicuramente la montagna; in particolare presso rifugi, bivacchi, alpeggi, baite, vette, cime, rupi... ne conviene?”
“Ne convengo, ne convengo” Ne convenni, anche se ancora non avevo ben capito la tesi di Luca.
“Stanti le suddette premesse ne discende, sine ullo dubio, la mia tesi.”
“Che sarebbe?”
“Esiste una funzione ben precisa che permette di determinare la compatibilità nonché l’appetibilità, mi scusi il termine, del soggetto ed è...”
Luca fece una pausa troppo lunga.
“Senti, mi sto per addormentare, ho capito, è l’altitudine ma che vuol dire?”
“Eccellentissima intuizione, dotto collega, anche se l’avevo già detto prima...”
“Mi sta venendo fame, vedi se ce la puoi fare a partorire questa teoria, ancora una decina di minuti e siamo arrivati”
“Che brutta cosa l’invidia, in special modo in campo accademico... ahi” Gli avevo assestato un calcio e questo stimolò Luca a concludere.
“Ehm... dicevo, glielo spiegherò in modo semplice, in modo che anche lei possa comprenderla. A quota bassa, diciamo entro i mille metri di altitudine, può arrivare chiunque, cinquecento metri più in alto abbiamo una prima selezione, a duemila metri si ha una ulteriore scrematura.”
“Propongo quindi, a scopo di verifica della tesi, vale a dire il legame tra la compatibilità e la quota altimetrica, di attaccare bottone con ragazze carine a partire dai millecinquecento metri di quota fino ad oltre tremila e determinare se un parametro è funzione dell’altro.”
“Mi sembra un’ottima teoria e mi propongo di aiutare la ricerca scientifica in oggetto come doppio cieco” Accettai subito la proposta di Luca e passammo un paio d’ore di sosta per il pranzo a pianificare i dettagli.
L’idea era di conoscere ragazze carine nei tre range, da millecinquecento metri a duemila, tra duemila e duemilacinquecento e sopra i duemilacinquecento. Ognuno dei due avrebbe valutato per conto proprio un indice di compatibilità, tarato tra due estremi dati da Maria e Anna, la peggio e la meglio che conoscevamo entrambi, diviso con una scala in decimi, essendo uno, nessuna compatibilità pari a Maria e dieci, perfetta compatibilità, come Anna.
Ci stavamo già divertendo, era solo maggio, e ancora non avevamo fatto nulla!
Quel clima, quel nostro modo di affrontare i problemi che, ognuno dei due a modo suo, aveva incontrato sul sentiero della propria vita, ci fece compagnia per tutta l’estate.
A volte di sabato, a volte di domenica, a volte l’intero fine settimana, partivamo immancabilmente per una di queste uscite.
Di ragazze con cui attaccare bottone ne trovammo ben poche, sopra i tremila ci andammo anche noi solo un paio di volte e la teoria della prima uscita non poté essere provata in modo scientifico, secondo Luca dovevamo effettuare almeno un migliaio di “rilevazioni”, mentre a fine settembre avevamo parlato sì e no con una decina di ragazze e nemmeno molto carine.
Una sola era venuta a fare qualche camminata con noi.
“Troppo scarsi i dati raccolti per avallare la teoria fondamentale della quota altimetrica da me intuita.” Sentenziò Luca in birreria per la bevuta che chiudeva la stagione del trekking.
Complice la terza pinta di Guinness, di colpo, mi venne la folgorazione.
“Luca, non ti sembra che questa estate, insomma le nostre gite, che sia capitato qualcosa di strano, di assolutamente improbabile, anzi di incredibile se non addirittura impossibile?”
Luca mi guardava con le palpebre a mezz’asta, non eravamo certo due che sarebbero entrati nel loro libro per il numero di pinte bevute, alla terza la nostra lucidità mentale era già compromessa.
“Adesso che mi ci fai pensare, ammetto che prima non avevo proprio considerato la cosa... No, effettivamente non ho notato nessun fatto strano, improbabile o degno di nota.”
“Luca, abbiamo fatto ventidue uscite, per un totale di ventiquattro giorni, nell’arco di cinque mesi, siamo usciti TUTTI i fine settimana.”
“Sì, è vero, ci siamo divertiti, non ci siamo fatti mancare nulla. Se vuoi aggiungere un altro fatto... ecco Cristina, quella che abbiamo conosciuto al Vittorio Emanuele secondo, mi ha chiesto se usciamo una sera per una cena, ehm... cioè l’ha chiesto a me capisci, cioè non a noi due, insomma... comunque è un evento eccezionale, improbabile, forse incredibile, ma non impossibile.”
“Lo sapevo, l’ha chiesto a me se era il caso di fare lei il primo passo con te; non intendevo quello comunque. Luca ti sei reso conto che non abbiamo mai preso una goccia d’acqua?”
“Sì, sì, ora che mi ci fai pensare è vero, sempre belle giornate, sole, cieli azzurri, vero, vero. Beh ma, in cinque mesi, ventiquattro giorni di bel tempo non sono nulla di incredibile, non ti pare? Abbiamo avuto un gran culo!”
“Ok. Ma non è sempre stato bello in questi cinque mesi. Non ha mai piovuto quando e dove eravamo noi. Se ricordi, dopo quattro o cinque uscite abbiamo anche smesso di guardare le previsioni del tempo. Quando siamo andati di sabato era sereno al sabato, ma poi magari ha piovuto la domenica e viceversa. Non solo, a volte non pioveva SOLO dove eravamo noi, a pochi chilometri di distanza diluviava. Non ti ricordi di cosa ci raccontò Stefano ad Agosto, lui e la moglie erano nella valle di fianco alla nostra, hanno preso secchiate d’acqua.”
“Paolo, cosa vorresti dimostrare, che dove andiamo noi portiamo il sereno? Che la pioggia si sposta sulla montagna di fianco per non darci fastidio? Sei più ubriaco di me questa volta!”
“Ascolta! Ti sembra possibile, dal punto di vista delle probabilità, che per cinque mesi, per ventiquattro giorni, sempre in zone montuose e quindi, per loro natura, piovose, noi non abbiamo mai preso una goccia d’acqua, anzi, abbiamo fatto fatica a vedere delle nuvole? A me sembra una cosa impossibile!”
“Quindi? Abbiamo fatto forse una qualche danza del sole? Non capisco quale sarebbe la tua teoria Paolo. Sei diventato mistico? animista? scintoista? anabattista? Io penso che sei ubriaco.”
Luca mi disse che ero ubriaco come solo un ubriaco sa dire ad un altro ubriaco.
Questa mattina sono sobrio, ho un gran mal di testa, ma sono perfettamente sobrio.
Ho controllato le gite, spesso siamo andati dove avrebbe dovuto piovere, anzi, dove quel giorno ha effettivamente piovuto, ma non dove eravamo noi, forse poco distante, ma non esattamente lì, perché noi eravamo lì... dove eravamo e lì non pioveva, non pioveva mai.
Forse ho preso troppo sole in montagna è mi si è fuso il cervello, fatto sta che questa mattina ho cominciato a studiare le teorie di Ighina e mi sto convincendo che io e Luca, insieme, siamo in grado di spostare le nuvole.
I don't want to believe it either. To be precise, before yesterday, I had never really thought about it. I am a precise, methodical, practical type. I have always placed a lot of trust in science and technology, I never believed in ghosts, god, supernatural things, the evil eye and stuff.
Twenty-four days, twenty-four days in a row, that is, not in a row, in short ... now I'm making confusion.
Let's start from the beginning, it is always an excellent method to bring order, even in thoughts.
At the beginning of spring, my name is Paolo, and my friend Luca promised to go on mountain trips, a passion we have in common.
The idea was to make the most of Saturdays or Sundays in good weather for a good walk.
I started planning the itineraries, some even of two days; Val d’Aosta, Piedmont, Switzerland were our destinations.
The first walks with minimum height differences, five hundred-six hundred meters, to then go on to face even two thousand meters of ascent.
I had prepared a dozen itineraries, Luca was fine with anything, it was enough to walk and not have to think about the itineraries, so the organization was all mine, which almost amused me as much as trekking.
I am a precise type, when I leave for an ascent I bring everything I need: two changes of socks, two clean shirts, sunscreen, glacier glasses, lip balm, open slippers to rest your feet once arrived at the refuge, the Swiss army knife, the moka pot, the gas stove, a boiled egg, salt, pepper, a small bottle for oil, one for vinegar, toothpicks, military maps with all the paths, in short, we were, that is, I was very organized.
Luca, in short ... Luca liked walking more than anything else, he left all these things to me, even if he would like to drink the hot coffee of my two-cup mocha.
Luca brought few things, more than anything he liked taking pictures and walking and drinking my coffee.
We were both alone, I had just separated and he had suddenly been widowed a few years earlier, so we could do whatever we liked most: climbing.
This is how we started, on the first Sunday of May, with an undemanding walk in the Aosta Valley.
The weather was beautiful, the air was clear, the path was almost flat, the road was long enough because it led us slowly to the refuge where we would have lunch, a really easy thing, just to start the season.
Inevitably we started talking.
"Today we have to be careful, here we are at too low altitude, even if you see a beautiful girl you have to be calm, it is useless to try to talk to her, they are not good for us." With this speech Luca had amazed and intrigued me, it was certainly one of his odd theories, it was certainly worth hearing to have a laugh.
“Let's hear, what would the theory be? Being the low altitude, the air is still polluted or otherwise thick and therefore if I see a girl, it seems to me crazy and instead it's a toilet? " I had thrown myself in the hope of guessing the argument behind his boutade.
“What a shit! No, no, it's a matter of Altimetric Selection."
"Altimetric selection, please define." Luca was about to begin one of his absurd pseudoscientific theses, there was time to go to the refuge.
"See distinguished Doctor Paolo, dear colleague, I will immediately explain the premises, the thesis and the relative scientific experiments of double blind control that we are going to do this summer." Actually, we weren't doctors, we weren't colleagues, we weren't even experts and we weren't even scientists: we started very well!
"Given that a specimen of female homo sapiens that meets our needs must necessarily be passionate about trekking, you will agree with me that the most suitable place to find a specimen of beautiful appearance of this type is definitely the mountain; in particular at refuges, bivouacs, pastures, huts, peaks, cliffs ... is it worth it? "
"I agree with it, I agree with it" I agreed, even though I had not yet understood Luca's thesis well.
"Given the aforementioned premises, my thesis follows, sine ullo dubio."
"That would?"
"There is a very specific function that allows you to determine the compatibility as well as the palatability, excuse the term, of the subject and it is ..."
Luca paused too long.
"Look, I'm going to fall asleep, I understand, it's the altitude but what does it mean?"
"Excellent intuition, learned colleague, even though I had already said it before ..."
"I'm getting hungry, see if you can do this theory, another ten minutes or so and we're there"
"What a bad thing envy is, especially in the academic field ... ouch" I had kicked him and this stimulated Luca to conclude.
"Er ... I said, I will explain it to you in a simple way, so that you too can understand it. At a low altitude, let's say within a thousand meters of altitude, anyone can arrive, five hundred meters higher we have a first selection, at two thousand meters there is a further skimming. "
"Therefore, for the purpose of verifying the thesis, that is the link between compatibility and altitude, I propose to strike up a conversation with cute girls starting from one thousand five hundred meters up to over three thousand meters and determine if a parameter is a function of the other."
"It seems to me an excellent theory and I intend to help the scientific research in question as a double blind person" I immediately accepted Luca's proposal and we spent a couple of hours of lunch break to plan the details.
The idea was to meet cute girls in the three ranges, from one thousand five hundred meters to two thousand, between two thousand and two thousand five hundred and above two thousand five hundred. Each of the two would have assessed on their own a compatibility index, calibrated between two extremes given by Maria and Anna, the worst and the best that we both knew, divided with a scale in tenths, being one, no compatibility equal to Maria and ten, perfect compatibility, like Anna.
We were already having fun, it was only May, and we still hadn't done anything!
That climate, that way of dealing with the problems that each of us had encountered on our life's path, kept us company all summer.
Sometimes on Saturdays, sometimes on Sundays, sometimes the whole weekend, we always left for one of these outings.
We found very few girls to strike up a conversation, over three thousand we also went there only a couple of times and the theory of the first release could not be proven scientifically, according to Luca we had to carry out at least a thousand "detections", while at the end of September we had talked with about ten girls and not very pretty.
Only one had come for a walk with us.
"Too little data collected to endorse the fundamental theory of the elevation I guessed." Luca sentenced at the brewery where we met for a drink that ended the trekking season.
Thanks to the third pint of Guinness, suddenly I was electrocuted.
"Luca, don't you think that this summer, in short, our trips, that something strange has happened, absolutely improbable, indeed incredible, if not impossible?"
Luca looked at me with half-eyelids, we were not two who would have entered their book for the number of pints drunk, at the third our mental lucidity was already compromised.
"Now that you make me think about it, I admit that before I hadn't really considered it ... No, actually I didn't notice any strange, improbable or noteworthy fact."
"Luca, we made twenty-two outings, for a total of twenty-four days, over five months, we went out ALL weekends."
“Yes, it's true, we had fun, we didn't miss anything. If you want to add another fact ... here is Cristina, the one we met at Vittorio Emanuele second, she asked me if we go out one evening for a dinner, uh ... that is, she asked me you understand, that is, not the two of us in short ... however, it is an exceptional, improbable, perhaps incredible, but not impossible event. "
"I knew it, he asked me if it was appropriate to take the first step with you; I didn't mean that anyway. Luca did you realize that we never took a drop of water? "
"Yes, yes, now that you make me think it is true, always beautiful days, sun, blue skies, true, true. Well but, in five months, twenty-four days of good weather are nothing incredible, don't you think? We had a great ass! "
"Ok. But it hasn't always been good in these five months. It never rained when and where we were. If you remember, after four or five outings we also stopped looking at the weather forecast. When we went on Saturday it was clear on Saturday, but then maybe it rained on Sunday and vice versa. Not only that, sometimes it didn't rain ONLY where we were, a few kilometers away it poured. You don't remember what Stefano told us in August, he and his wife were in the valley next to ours, they took buckets of water. "
“Paolo, what would you like to show, that where we go we bring the sun? That the rain moves on the mountain next to not bother us? You are more drunk than me this time! "
"Listen! It seems possible to you, from the probability point of view, that for five months, for twenty-four days, always in mountainous areas and therefore, by their nature, rainy, we have never taken a drop of water, on the contrary, we have struggled to see clouds? It seems impossible to me! "
"Therefore? Did we do some sun dance? I don't understand what your theory would be Paul. Have you become mystical? animist? Shinto? Anabaptist? I think you're drunk. "
Luca told me that I was drunk as only a drunk can tell another drunk.
This morning I am sober, I have a great headache, but I am perfectly sober.
I checked the trips, often we went where it should have rained, indeed, where it actually rained that day, but not where we were, perhaps not far away, but not exactly there, because we were there ... where we were and there it wasn't raining , it never rained.
Maybe I got too much sun in the mountains and my brain melted, the fact is that this morning I started studying Ighina's theories and I am convinced that Luca and I, together, are able to move the clouds.
Non ho capito se storia e nomi sono veri o stai partecipando a qualche contest.
Dopo la teoria delle previsioni, mi aspettavo una conclusione del tipo "abbiamo incontrato così poche ragazze perché magari, controllando le previsioni del tempo, molte hanno rinunciato ad andare in montagna nelle giornate in cui noi ci siamo stati". Ci hai pensato? 😁
Questi che pubblico sono dei miei racconti, essendo racconti sono opera di fantasia, per cui, no i nomi non sono veri, e, no, non partecipo a nessun contest.
Non avevo pensato alla possibilità che mi proponi, sicuramente è una possibile interpretazione, ma non cambierebbe molto riguardo al fulcro del racconto.
Grazie per il commento!
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