Considerazioni sul ban di Trump

in Olio di Balena3 years ago

In realtà è un repetita iuvant, nel senso che questo post l'ho già scritto diversi anni fa e quindi lo relaziono solo agli ultimi fatti, ovvero Twitter ha bannato il presidente degli Stati Uniti.

E' chiaro che la cosa faccia notizia, e ci mancherebbe. Solo che è sovra-esposta. Al di là della liceità morale del contesto, cioè hanno fatto bene o hanno fatto censura a seconda delle proprie visioni e convinzioni, il punto è un altro.

Internet non è un luogo democratico e non si esercita la democrazia. Non è proprio previsto. E' altresì un luogo dove c'è libertà di comunicazione, ma la seconda è slegata dalla prima e non è detto che siano complementari.

Prendiamo Twitter. E' una piattaforma di micro-blogging popolare ma è privata. Cioè appartiene a qualcuno che la governa sul piano tecnico. Quindi quel qualcuno è il Re, Monarca assoluto nel suo piccolo o grande regno che sia. Lo utilizzi perché facile accederci e da usare, ma allo stesso tempo devi accettare che stai usando software e servizi di cui non hai il minimo diritto.

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Quindi Twitter può bannare chiunque, pure il Papa o come abbiamo visto il Presidente degli Stati Uniti, che poi ad essere precisini quello era il suo profilo privato, non quello della Casa Bianca. E lo può fare per uno spettro amplissimo di ragioni, non ultima che gli sta sulle balle quel personaggio anche se chiaramente non è stato questo il caso. E se ci fosse una causa sarei enormemente sorpreso se Trump vincesse, perché sarebbe l'inizio di un bug di sistema pericolosissimo.

Con il ban di Trump si può parlare di censura? a mio avviso no, perché appunto lo stesso si è spostato altrove, ma qui succede una cosa che invece è censura. Trump o i suoi sostenitori si spostano su una app che si chiama "Parler" di cui uno dei suoi claim è appunto quello di non censurare nessuno. Ma Google banna l'app dal suo play store... e questa si che è censura, perchè Parler è uno strumento non il profilo di tizio, o identitario di qualcuno.

Tuttavia la ruota è tonda e se la giri torni al punto di partenza. Play Store è di proprietà di Google e quindi come tale può esercitare il ban, in questo caso si potrebbe persino addurre in modo maligno che stiano eliminando un potenziale concorrente ad una o più delle loro app.

L'anomalia su Internet è il monopolio, perché in quel caso si riesce a sorpassare od oscurare la libertà di comunicazione. Ed è per questo che dovremo considerare in modo differente (io per primo) le azioni dei governi, che spesso reputiamo brutti e cattivi, quando appunto cercano di spezzare il monopolio con azioni che spesso ci appaiono come totalitarie. Anzi queste azioni paradossalmente potremo dire che complicano la vita agli stessi Stati, perché invece di aver a che fare con N soggetti, ne avrebbero uno solo.

E se non ci pensano gli stati, a volte ci pensa la concorrenza e ci pensiamo noi che decidiamo di utilizzare il servizio di Tizio anziché quello di Caio.

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 3 years ago  

Sempre molto particolari e profondi i tuoi concetti, caro @tosolini, sei in grado di andare a fondo alle cose e rendere tangibili aspetti che sfuggono ai più...

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Troppo buono. Trovo interessante che poi la censura sia tale solo in certi contesti. Certo Trump l'ha fatta fuori dal vaso come si dice, ma poi se vai a vedere ti trovi i profili dei jahidisti che fanno ben di peggio e non li banna nessuno.

 3 years ago  

Purtroppo sono due persone molto diverse e Trump, fino a nemmeno un mese fa era l'uomo più potente del mondo però è bello sapere che questo argomento ha suscitato molto interesse sempre rispettandosi e senza scendere negli insulti chissà che Trump investa su Hive ahah. Ciao e buona giornata


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