F1: Domenica(li) bestiale

in Olio di Balena4 years ago

Domenica bestiale, la cantava nel 1982 Fabio Concato. Dal punto di vista sportivo domenica sarà bestiale, in senso negativo per la Ferrari, oramai un copione che si succede di fine settimana in fine settimana, con un calo di ascolti a livello mondiale che va a picco. D'altronde se sai già chi vince la gara per non dire il campionato, che cavolo segui a fare.

Ma se alla Domenica già aggiungi un "li" si prende il nome di Stefano Domenicali. Già team principal Ferrari fino al 2014, dove per prestazioni infinitamente migliori di quelle attuali, ma giudicate disastrose, si dimise assumendosi tutta la responsabilità proprio in virtù del ruolo che presiedeva. Un Signore.

Dall'uscita in Ferrari viene notato dai tedeschi che lo vogliono per una entrata (si dice Audi) o un ritorno (Porsche) in F1, mai avvenuto a causa del diesel gate. Stefano viene messo quindi CEO della Lamborghini (automobili, non quell'altra che va in tv). Sotto la sua guida la società macini utili e numero di vetture prodotte come mai nella storia del toro emiliano. E si parla di auto di extra-lusso.

Fino ad oggi, anzi ieri, quando è stata data la notizia ufficiale che Stefano Domenicali diventerà CEO della Formula One Group. Ovvero per chi conosce la F1, è il nuovo Ecclestone. Si tratta di una notizia a dir poco degna di interesse... non per i giornali italiani che manco si sono degnati di citare una "cosuccia da niente". Ovvero un italiano a capo di un importante gruppo finanziario americano. D'altronde la cosa è in piena linea dei pennivendoli. Pare più interessante riportare la scureggia di un calciatore che l'investitura di un ruolo così importante.

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Ma se guardiamo tutto il parterre dirigenziale della massima formula automobilistica possiamo vedere Jean Todt a capo della Fia, Ross Brawn a capo del comitato tecnico della F1, Nicolas Tombazis nel direttivo FIA. Per non citare tutti gli ex Magneti Marelli in senno a Fia e FOM. Cosa hanno in comune tutte queste persone? che lavoravano in Ferrari da fine anni 90 e per tutto il decennio successivo quando la scuderia macinava imbarazzanti vittorie quanto la Mercedes odierna.

Questo per far notare che l'Italia conta eccome e forse dovremo scrollarci un po' di dosso l'auto-tafazzismo che da almeno due decenni vedo in tutti i miei concittadini e talvolta anche su me stesso. Certo le cose dovrebbero andare meglio, e il 98% è colpa della politica e del parassitismo dei regolamenti indotti dal sotto-bosco politico. Ma poco-poco se ci liberiamo anche solo di qualche grammo da questi pesanti zavorre ecco che siamo li a sorpassare la qualunque che in fatto di impedimenti e impicci non ne ha manco mezzo.

Probabilmente è il nostro stesso paradosso a farci diventare geneticamente vincenti. Quando sei li a lottare contro l'assurdo ti ingegni a trovare soluzioni improbabili che gli altri nemmeno si pensano di considerare. Ecco che hai l'asso nella manica per essere vincente a livello mentale, di una visione fuori dagli schemi. Esattamente quello che serve in questo periodo storico.

Quindi tutta la scuola Ferrari monopolizza l'organismo di controllo della massima formula espressione della tecnologia e dell'ingegno umano. E se gli americani mettono a capo un italiano lo fanno perché vanno a colpo sicuro sulle qualità di Domenicali. Qualità per altro accolte con estremo giubilo e belle parole da tutti i dirigenti delle squadre di F1. La faccia pulita, di bravo ragazzo di Stefano, seguita dai fatti tangibili, è l'immagine a cui, come italiani, noi dovremmo seguire come un piccolo faro nella nebbia quando si affrontano piccoli problemi quotidiani del lavoro. Onestà e competenza ti ripagheranno sempre anche quando non sembra e vedi qualche furbo che ti demoralizza.