Il labirinto di bambù della Masone, stupenda opera green italiana

in Discovery-it2 years ago

Il labirinto della Masone, in provincia di Parma a Fontanellato, Emilia Romagna, è il più grande labirinto realizzato interamente in bambù al mondo, frutto dell’ amore di Franco Maria Ricci (editor, designer, collezionista d’arte)per questo genere di piante erbacee.

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Questo labirinto è interamente realizzato con duecentomila piante di bambù appartenenti a specie tra loro diverse, con altezze che variano dai trenta centimetri fino a dieci metri, e ricoprono una superficie di quasi otto ettari, articolandosi in circa tre chilometri di percorsi interni minori.

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Inaugurato nel maggio 2015, il Labirinto della Masone, che ogni riceve in visita diecimila persone, è visitabile tutti i giorni dell’anno, ad eccezione del martedì.

Tutte le piante piantate nel giardino provengono dalla Bambouseraie d’Anduze, un favoloso parco-vivaio risalente all' Ottocento situato in Francia, a Generagues, luogo visitato varie volte da Ricci anche in passato, quando riportava all'epoca poche piante per il suo giardino milanese, prima di tralsare qui a Fontanellato la sua collezione.

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Una collezione la sua, che col tempo si ingrandisce a dismisura, e da qui poi nasce la decisione di piantarli nella antica proprietà di famiglia, la tenuta Masone appunto (Strada Masone N 121.)

La scelta del genere bambù (che sono erbacee perenni appartenenti alla famiglia delle Poacee) come unica specie è spiegabile in quanto sono piante fantastiche, sempreverdi tutto l' anno, eleganti, versatili, si propagano mediante i fusti sotterranei striscianti che radicano ai nodi, colonizzando in poco tempo lo spazio a propria disposizione.

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Un altro grande punto a loro favore è la loro alta efficienza fotosintetica, riducono la quantità di anidride carbonica dell’aria, restituendo grandi quantità di ossigeno.

Hanno come unico loro nemico il ristagno idrico, pur gradendo le annaffiature.

Tra le specie più rappresentative in loco:

• Phyllostachys bissetii: sempreverde alto fino a cinque metri, mantiene le foglie lungo tutto il fusto, e per questo usato come sipario tra i vari corridoi del labirinto

• Phyllostachys nigra: detto bambù nero per il colore dei suoi culmi, che raggiungono diametro di anche quattro centimetri.

• Phyllostachys vivax aureocaulis: bambù dorato cinese con fusti privi di foglie nella parte inferiore, alte però fino ad otto metri

Per quanto la struttura, il Labirinto appare come un luogo originale, già a partire dall’architettura del progetto a monte: delle tre forme di labirinto eistenti (la cretese con sette spire, la romana ad angoli retti e suddivisi in più quartieri, e quella cristiana formata da undici spire), Ricci scelse la seconda, dandole però una forma a stella, che comparve solo alla fine del quattrocento, ed arricchendola con bivi e vicoli ciechi.

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Dentro al Labirinto risiede anche una cappella votiva a forma piramidale, quasi a commemorazione dell’antico legame tra i labirinti e la fede; sulla pavimentazione di questo edificio è inoltre raffigurato un baby labirinto come un continuo richiamo tra esterno ed interno.

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Il labirinto viene identficato come una metafora della fragile condizione umana: un luogo in cui perdersi per poi alla fine ritrovarsi, ed entrare nei suoi passaggi è un gioco rievoca antiche paure.

Circa duemila metri quadrati di piazza all’interno del centro del labirinto, ospitano all’occorrenza eventi concerti, esposizioni, feste private, ecc.

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In un edificio situato a parte, il museo ospita una ampia collezione d' opere d’ arte, ad oggi oltre seicento tra pitture, sculture ed oggetti antiquari per un periodo compreso tra il ‘500 ed il ‘900.

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L’ecclettismo del proprietario si nota nello spaziare delle opere collezionate: da Ligabue e Carracci alla Jaguar degli anni ’60, in mostra all’ingresso.

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La biblioteca conserva invece i lavori del tipografo settecentesco Giovanni B. Bodoni.

Ad aiutare Il Ricci nella realizzazione del tutto gli architetti Pier Carlo Bontempi per le opere murarie (in stile neoclassico reinterpretato, seppur nel rispetto della tradizione dei materiali), e Davide Dutto per le zone a verde hanno espresso il meglio di loro stessi.

Chi a fine visita ha voglia di concedersi una pausa pranzo, c'è un piccolo ristorante, dove è possibile consumare piatti di cucina italiana tipica firmata dai fratelli Spigaroli, chef stellati che non hanno bisogno di presentazione.

Buona visita!

TUTTE LE IMMAGINI SONO DI MIA PROPRIETA'
ALL PTHOTOS ARE MINE PROPERTIES

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Che spettacolo!!!! Una meraviglia! Non sapevo dell' esistenza di questo posto incantevole!!! Voglio assolutamente visitarlo!!! Mi è piaciuto molto,hai scritto un post molto bello, ricco di dettagli e curiosità! Complimenti di vero cuore

Bella marcolone, questo m'ha stuzzicato, prenota che ci ripassiamo insieme! Avevo sentito anni fa di questa cosa, forse proprio durante l'apertura....

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