SELENYA: L’OMBRA DI SVADHISTHANA Capitolo 2

in #ita5 years ago (edited)

PROLOGO
pt. II


17 anni prima

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Pixabay


Il gatto raggiunse il giardino quando gran parte dei partecipanti alla grande celebrazione erano già arrivati e si erano disposti a semicerchio attorno al totem, che sorgeva al centro di una leggera depressione, di modo che tutti potessero godere di quanto avrebbe avuto luogo alla sua base. La luna, al suo apogeo, brillava su tutta Svadhisthana, inondando il popolo di luce arancio e riflettendosi sul grande totem di vetro, che brillando illuminava quasi a giorno lo spazio circostante e i volti allegri e pieni di aspettativa dei fedeli accorsi alla celebrazione.
Proprio in quel momento, dal Grande Tempio dall’altro lato del totem, uscirono quattro figure. Le prime due erano giovani, un ragazzo e una ragazza che indossavano solamente una tunica bianca, cinta da fermagli d’oro aranciato. Il loro sorriso tradiva una leggera apprensione e camminando continuavano a lanciarsi brevi sguardi reciproci, ma come ogni altro svadhi presente erano felici ed emozionati di prendere finalmente parte al più sacro dei rituali svadhisthani e per di più con un ruolo tanto importante. Dietro a loro, si univano alla celebrazione i Diarchi di Svadhisthana, i due leader politici e spirituali del regno, un uomo e una donna benedetti ed eletti direttamente da Kundalini Kama, uniti da un vincolo d’amore indissolubile, che rispecchiavano l’eterna dualità della divinità e guidavano il regno nella pace e nella lussuria. Indossavano il tradizionale abito color arancio e il diadema cerimoniale, ma strizzando l’occhio alle usanze popolari si erano anche adornati di ghirlande fiorite al collo e fiori tra i capelli. A differenza dei due giovani che li precedevano camminando l’uno accanto all’altra senza sfiorarsi, la Devi Arancio aveva preso sottobraccio il suo amato Deva e i due regnanti camminavano uniti e innamorati, sorridendo al loro popolo che li accoglieva festante. A breve distanza dalle due coppie, i fiori di loto della città, che avevano contribuito a preparare i quattro protagonisti della cerimonia che stava per iniziare, lasciarono il tempio e iniziarono a mescolarsi alla popolazione, in attesa di unirsi ai festeggiamenti che sarebbero seguiti.

Il gatto arancio aveva raggiunto la prima fila dei fedeli raccolti attorno al totem, non senza aver raccolto un buon numero di carezze e grattini lungo il percorso di chiunque si fosse accorto del suo passaggio, per buona sorte. Si sistemò innanzi a tutti ed esattamente di fronte al totem, proprio mentre le due coppie provenienti dal tempio si dividevano per superarlo, le due donne da un lato e gli uomini dall’altro. Ogni chiacchiericcio a quel punto si interruppe e tutti gli sguardi si rivolsero al kundala, illuminato dalla luna arancio. Il gatto già conosceva i due giovani che presto si sarebbero uniti sotto la luce divina di Kundalini Kama, essendosi insinuato alla cerimonia di selezione, trenta giorni prima, ed avendo di tanto in tanto seguito i due prescelti nel corso delle settimane, mentre amici e conoscenti cercavano bonariamente di tentarli a cedere la propria virtù e il proprio posto nella cerimonia, un’usanza goliardica che negli anni era diventata parte integrante della cerimonia stessa.
Avati era una giovane donna di una bellezza sorprendente, alta e dal fisico longilineo, con la pelle candida priva di alcuna imperfezione e lunghi capelli corvini perfettamente lisci. Aveva ricevuto il risveglio già da alcuni mesi al tempo della selezione, ma non aveva ancora ceduto al richiamo della lussuria proprio in attesa dell’Azimut. Figlia di mercanti nomadi, la sua più grande aspirazione era unirsi ai fiori di loto della capitale e da anni ormai sapeva di voler riservare la sua prima volta alla grande celebrazione in onore di Kundalini Kama. Essere stata scelta per la cerimonia di inizio della celebrazione era stato un grande onore. Navin era un ragazzo slanciato dalla pelle olivastra, con profondi occhi scuri e capelli ricci di un sorprendente color rosso acceso, un perfetto esempio della variopinta multietnicità che animava il regno di Svadhisthana. Si era risvegliato solo pochi giorni prima della selezione e vi aveva dunque preso parte senza troppe aspettative, ma ovviamente considerava un grande privilegio essere stato scelto ed aveva accettato di buon grado i tentativi di seduzione di amici e amiche nel corso del mese di astinenza. D’altra parte, trovava che Avati fosse una ragazza splendida e quindi non gli era pesato aspettare per avere la possibilità di dedicare le sua verginità a lei e alla divinità in sacro consesso.

I due ragazzi, dopo un’ultima benedizione da parte dei Diarchi, erano ora uno di fronte all’altro, dinanzi al kundala, al loro popolo e alla divinità. Alla base del totem erano sempre disposti numerosi cuscini e coperte variopinte, frequentemente cambiati e lavati dai fiori di loto ma sempre a disposizione di chiunque volesse approfittare di un momento di intimità divina. Per l’occasione erano stati sostituiti da modelli in ogni sfumatura di arancio. Avati e Navin si sorrisero e avvicinarono fino a potersi finalmente toccare e lui accarezzò il volto di lei con dolcezza. “Sei pronta? Stai bene?” “Pronta. E tu?” “Prontissimo.”
Le loro labbra si incontrarono e Avati e Navin si baciarono, prima dolcemente e poi sempre più profondamente, mentre il pubblico esplodeva in applausi e grida di giubilo. Navin prese il volto di Avati tra le mani e lei gli mise le mani attorno al collo, continuando a baciarsi, poi lentamente le mani di entrambi iniziarono a muoversi verso le rispettive tuniche, slacciando i fermagli e lasciandole cadere a terra. Un’altra ovazione risuonò tra il pubblico alla vista dei corpi nudi dei due giovani, riccamente decorati di ghirigoro arancio dalle sapienti mani dei fiori di loto. Loro nel frattempo continuavano a scoprirsi e accarezzarsi a vicenda, iniziando a farsi prendere dall’eccitazione e dal desiderio. Navin baciava il collo di Avati mentre lei gli afferrava i fianchi stuzzicandogli l’inguine, poi lui abbassò la testa e iniziò a succhiarle un capezzolo, massaggiandole al contempo i seni con le mani. Richiamata dagli incoraggiamenti del pubblico, lei riaprì un attimo gli occhi, già socchiusi dal desiderio, e vide il gatto rosso seduto sull’erba ad osservarli.
“Navin, abbiamo compagnia.” “Me n’ero accorto…” rispose lui divertito, riportando il volto all’altezza di quello di Avati ma senza sciogliersi dal loro intimo abbraccio. “Ma no, sciocco,” aggiunse lei dolcemente. “Intendevo quel fratellino laggiù.” Anche Navin vide dunque il gatto, un animale che gli svadhi consideravano alla stregua di un concittadino per la particolare affinità della loro divinità a quella razza edonista e lussuriosa, e comprese la soddisfazione della compagna. “Kundalini Kama sorride alla nostra unione.” “Diamogli qualcosa da guardare, allora.” “Con grande piacere!”

Con movimento sicuro ma attento Navin raccolse la bella Avati tra le braccia e la adagiò su cuscini, poi, stendendosi sopra di lei, continuò ad accarezzarla e baciarla laddove si era interrotto, mentre Avati si dedicava a accogliere tra le sue mani la crescente erezione di lui contribuendo rapidamente al suo vigore. Sempre più dimentichi di tutto ciò che li circondava, ma comunque consapevoli di non doversi dilungare eccessivamente nei preliminari, i due si baciarono ancora una volta, poi Navin appoggiò la schiena sui cuscini e Avati gli passò sopra, scendendo sino a circondare la virilità di lui con le labbra. Lo baciò e succhiò per alcuni minuti, mentre Navin si abbandonava ad un piacere sempre più totalizzante. Quando sentì di non poter resistere ulteriorimente, Navin ribaltò nuovamente le loro posizioni e ricambiò le attenzioni appena ricevute da Avati sino a che non la sentì straordinariamente calda e umida sul suo volto. Risalì fino a baciarla nuovamente e lei assaggiò il proprio nettare sulle sue labbra, mentre schiudeva le gambe per circondare i suoi fianchi ed accoglierne il membro eretto e pulsante nelle sue profondità.
Nel momento in cui lui la penetrò per la prima volta ed entrambi rimasero immobili per qualche attimo, assaporando questo momento che sarebbe stato unico nella loro vita e comune solo a loro due, il kundala brillò come mai prima, inondandoli di una intensa luce arancio che riempì loro la mente anche oltre le palpebre chiuse. Sentirono un fortissimo calore pervaderli dall’interno e una travolgente frenesia erotica si impadronì ancor più di loro, annullando tutto ciò che non fosse il corpo dell’altro, consumandosi nell’amplesso e nella lussuria. Nello stesso momento, tutti gli svadhi radunati nell’ampio parco videro il bagliore del kundala e capirono che il rituale era compiuto e i festeggiamenti potevano ufficialmente iniziare.
Senza perdere un altro momento, le coppie iniziarono a toccarsi, baciarsi e spogliarsi, mentre chi non era arrivato al giardino con un compagno si guardò attorno trovando ben presto una o più persone a cui unirsi nei festeggiamenti, grazie anche alla forte presenza dei fiori di loto tra la folla, riconoscibili per avere il corpo cosparso di una brillante polvere arancio, che si premuravano di non lasciare nessun concittadino insoddisfatto. La luce intensa del totem, riflesso di quella della luna che osservava tutto il regno dall’alto, era percepibile in ogni luogo aperto della capitale e anche le feste private iniziarono finalmente ad animarsi con fervore. L’estasi erotica e i festeggiamenti sarebbero durati ovunque sino all’alba.

Pur non essendo tenuti a farlo, dopo il primo amplesso, Avati e Navin rimasero assieme tutta la notte, recuperando ampiamente tutto ciò cui avevano rinunciato nel mese precedente. Nel torpore che aveva seguito il loro primo orgasmo, comunque, entrambi avevano cercato tra la folla di corpi avvinghiati la figura del grosso gatto arancio che li aveva seguiti fino al momento del loro congiungimento. Ma nel giardino non c’era più alcun gatto.

Continua…


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Selenya: Le sei ombre della Luna

L’arte di Selenya

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Olio su acrilico
carolineschell


La Luna Rossa di Tlicalhua by @gianluccio
Cap. 1: Il Colpo
Cap. 2: La prigionia
Cap. 3: L'accordo
Cap. 4: Sussurri nel vento
Cap. 5: Il silenzio

La Luna Blu di Kasiha by @kork75
Cap. 1: Un anno prima…
Cap. 2: L'osteria il corallo blu
Cap. 3: Il confine
Cap. 4: Il maestro
Cap. 5: L’ultimo giorno di luna…

La Luna Arancio di Svadhisthana by @imcesca
Cap. 1: Prologo pt. I
Cap. 2: Prologo pt II
Cap. 3: Risveglio
Cap. 4: Adulta
Cap. 5: Kama

La Luna Bianca di Alfhild by @acquarius30
Cap. 1: Concentrazione e addestramento
Cap. 2: Gelido come il cuore del Marchese
Cap. 3: Apparizioni
Cap. 4: L'ira di Freyja
Cap. 5: Caos

La Luna Dorata di Porpuraria by @coccodema
Cap. 1: L'inizio di una nuova vita
Cap. 2: la trasformazione
Cap. 3: il viaggio
Cap. 4: La scoperta
Cap. 5: I prescelti

La Luna Grigia di Rak-Thul by @mirkon86
Cap. 1: Leggenda e curiosità
Cap. 2: Il verso dei tamburi
Cap. 3: La fuga
Cap. 4: Domande e (sempre meno) risposte
Cap. 5: Artefatti e premonizioni

Sort:  

La luna arancio fa sempre venire voglia di sc... ippare un gelato dal frigo!

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🤣👍🏼 scippa, scippa pure ché @akireuna è contenta...

Akireuna è contenta quando itegoarcanadei mangia i gelati...E non rompe.
Brava, ci voleva un regno hot! 🌅🔥

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@imcesca il motto di @gianluccio è "fate la guerra non fate l'amore"...

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Ahah, a me sto regno mette un po' in imbarazzo... bel capitolo comunque :)

Disse quello che ha un dio che stupra e squarta la gente per hobby 😜

Disse quello che ha un dio che stupra e squarta la gente per hobby 😜