La guerra dei Ducati. 19: L'astuzia.

in #story4 years ago

Prologo

Nel precedente capitolo abbiamo visto che il Duca di Reynwald è arrivato alle porte di Gortash. Nel breve dialogo avuto con il Duca di Delmdel, il condottiero richiedeva la resa incondizionata. In questo episodio vedremo che... c'è un asso nella manica del Duca di Reynwald... e costui deve ancora sfoderarlo.

All'alba del quarto giorno dopo il suo arrivo, Reynwald si presentò nuovamente sotto le mura di Gortash.

Questa volta arrivò da solo.

Non era necessario avere spettatori.

Ciò che si aspettava era che Delmel gli desse una semplice risposta alla sua richiesta: si oppure no.

In ogni caso, ne era certo, la Città Eterna sarebbe stata sua: sarebbero cambiate solo le tempistiche. Sulle mura non intravide il cugino ed una volta arrivato davanti ai portoni si fermò ad una distanza di 10 passi. I portoni non si aprirono e sulle mura i soldati lo guardavano con attenzione. Reynwald attese pazientemente ma nessuno arrivò da lui; nemmeno per contrattare su eventuali richieste che, comunque, non aveva intenzione di accettare.

Dopo circa un'ora, senza proferir parola, girò nuovamente il destriero e tornò sui suoi passi. Immediatamente, dall'accampamento vicino al bosco, migliaia di urla si levarono al cielo. Il condottiero veniva acclamato dai suoi guerrieri.

Era guerra!

All'alba del quarto giorno Delmdel rimase dietro i bastioni senza palesarsi ai nemici: non voleva farsi vedere dalla radura e tanto meno da suo cugino. Voleva sembrare sicuro di se stesso e non dare l'impressione di essere preoccupato. Nel contempo non intendeva dare la soddisfazione al suo nemico di potergli rivolgere parole sprezzanti. Per questo motivo, quando Reynwald si fece vivo, decise di non incontrarlo nuovamente.

La sua assenza sarebbe stata una risposta più che esplicativa.

Una guardia, tuttavia, gli raccontava ogni movimento all'esterno delle mura: lo informò dell'arrivo del cugino e, dopo un'ora, gli riferì del suo ritorno verso l'accampamento. In realtà non ve ne era bisogno dato che era stato ampiamente proclamato dalle acclamazioni dei soldati nemici.

Sapeva che l'inizio di un assedio sarebbe stata la scelta più saggia ma conosceva anche molto bene suo cugino. Lo riteneva un ottimo stratega ma era consapevole che, talvolta, la sua impulsività tradiva la sua pazienza ed era proprio questo lato del carattere del suo nemico che sperava avesse il sopravvento.

In cuor suo, infatti, sperava che costui fosse così folle da attaccare frontalmente: in tal caso si sarebbe schiantato contro le mura della città. Fu deluso, tuttavia, nel constatare che nessun attacco arrivò né quel giorno né il giorno successivo né quello dopo ancora.

La notte dell'ottavo giorno d'assedio la luna era poco luminosa e grosse nuvole ne oscuravano la flebile luce.

Un drappello di una dozzina di uomini vestiti da mercanti si staccò dall'accampamento del Duca di Reynwald tenendo dei sacchi di iuta sulle spalle.

Molto lentamente e nascondendosi tra le ombre delle tenebre si diressero verso le mura sud di Gortash.

Era notte fonda ed il buio oscurava la radura circostante rendendo di fatto invisibili, agli occhi delle guardie sulle mura, i movimenti al suolo. I dodici uomini arrivarono a ridosso delle mura e deposero i sacchi a terra. Un fetore nauseabondo di escrementi fuoriusciva da una grata nel terreno. Quattro uomini presero degli scalpelli e dei martelli di legno dai sacchi.

Subito dopo tutti quanti insieme attesero pazientemente senza fare ulteriori movimenti e senza emettere alcun suono.

Nell'accampamento del condottiero regnava il silenzio più assoluto. I soldati erano seduti attorno ai fuochi ma non proferivano parola.

Erano come ipnotizzati, semplicemente immobili.

Ciascuno di loro teneva la propria arma con una mano appoggiata sul terreno e nell'altra mano un coltello o una spada corta già sguainata. Le guardie sulle mura osservavano i fuochi ma non comprendevano l'assenza di movimenti all'interno del campo.

Il Duca di Reynwald camminava lentamente all'interno dell'accampamento.

Era assorto nei suoi pensieri e ad ogni passo sembrava tenere conto di quelli che aveva già compiuto.

Dieci passi, cinquanta passi, cento passi, duecento passi. Arrivato a trecento passi si fermò, prese la sua ascia e tenendola in mano con fermezza, tirò un colpo su un tronco d'albero li vicino.

Immediatamente tutti i soldati iniziarono a sbattere le lame delle proprie armi producendo un frastuono sconclusionato che accompagnarono con urla furibonde e cariche di rabbia!

Dentro le mura di Gortash, Schoer balzò in piedi dal proprio letto. Era notte fonda e si era appena addormentato ma quel rumore improvviso lo destò irrimediabilmente. Sua moglie si destò e lo vide prepararsi senza che dicesse una parola. In meno di un minuto indossò la propria armatura ed andò sulle mura per cercare di capire la provenienza di quel fracasso.

Mentre si dirigeva verso il lato nord delle mura dove proveniva il rumore, incontrò il suo Signore altrettanto turbato. Insieme salirono la scalinata e quando furono in cima, il Duca fu il primo a parlare:

"Che succede? Cosa stanno combinando quei bastardi?"

Delmdel era turbato ma Schoer si sentì pronto a rassicurarlo:

"Mio signore a quanto sembra il nostro piano di attaccarli di sorpresa fra una settimana non dovrà essere messo in pratica e risparmieremo molte vite dei nostri guerrieri. Queste sembrano urla di guerra e probabilmente Reynwald attaccherà domani. Probabilmente ai suoi guerrieri è stato appena comunicato lo scontro imminente e per questo si stanno galvanizzando a vicenda."

Delmdel si inumidì le labbra:

"Sapevo che mio cugino non avrebbe retto all'ozio ed avrebbe cercato uno scontro frontale. Questa città, dopo essere stata per anni la sua fissazione, diventerà anche la sua tomba"

Nel frattempo i quattro dei dodici uomini che si trovavano sul lato sud della città, appena sentirono il frastuono provenire dal lato opposto generato dai propri compagni, iniziarono a battere con i martelli sugli scalpelli appoggiati alla grata.

Dopo circa un'ora di intensa attività alternandosi ogni 15 minuti riuscirono a scardinare la grata.

I loro rumori erano magistralmente coperti dalle urla dei propri compagni e riuscirono nel loro intento in tempo record. Dunque si infilarono furtivamente nel buco appena ricavato.

Un fiume di acqua melmosa scorreva placidamente sotto i loro piedi ed arrivava fino al bacino del più alto e fino alle ascelle del più basso; la melma sprigionava un fetore che rischiò di far svenire un paio di loro. Quando anche l'ultimo fu entrato riposero la grata sopra le loro teste e iniziarono a risalire il corso del fiume sotterraneo tenendo i sacchi di iuta il più in alto possibile per non farli bagnare.

Poco per volta i suoni all'esterno si fecero ovattati e l'unico rumore che ben presto udirono fu lo sciabordare della melma sui loro corpi e sulle pareti del tunnel.

Non avendo alcuna torcia furono costretti a seguire il percorso sfiorando le pareti unte e maleodoranti in completo silenzio. Nessuno fu in grado di dire per quanto tempo camminarono a tentoni nel buio ma alla fine giunsero in una grande stanza.

Alla loro sinistra vi era una scala in pietra che risaliva il fiume d'acqua misto ad escrementi mentre di fronte a loro diversi canali, che provenivano dai vicoli della città, confluivano in quello che avevano risalito fino a pochi secondi prima.

Nysr fu il primo ad uscire ed aiutò Croll, Snim, Fodbra e Cest. Costoro a loro volta aiutarono gli altri compagni. Quando tutti furono usciti, si svestirono rapidamente esponendo i propri corpi al gelido freddo invernale.

Aprirono i propri sacchi e ne estrassero vestiti e stivali di ricambio. A quel punto andarono in un angolo della sala dove scorreva una sorgente d'acqua fresca e pulita. Si lavarono a turno e tornarono immediatamente alle proprie postazioni per indossare i vestiti puliti.

Subito dopo infilarono i vestiti sporchi dentro i sacchi di iuta per poi gettarli nel canale e farli trasportare all'esterno delle mura passando sotto la grata appena appoggiata al terreno.

Era stata la domestica con la quale Fodbra, in qualità di spia, aveva giaciuto più volte durante il suo soggiorno a Gortash che aveva raccontato al suo amante, ormai più di un mese prima, dell'esistenza di quella sala.

Proprio in quella sala la donna lo portò furtivamente all'inizio della loro relazione e gli diede il primo bacio.

Quando uscirono dalla sala, un lungo corridoio conduceva verso un vicolo cittadino finalmente all'aperto. Da qui gli uomini si dispersero in direzioni diverse.

Le urla all'esterno erano cessate e nella notte regnava nuovamente il silenzio.

All'alba del giorno successivo sia Schoer sia Delmdel erano pronti per l'imminente assalto.

Prima che il sole sorgesse erano già sulle mura della città scrutando l'accampamento ma non videro alcun movimento.

Delmdel era esterrefatto e disorientato.

Non capiva la strategia del cugino: le grida di guerra nella notte e nessun assalto il giorno successivo. Che intenzioni aveva quel figlio di una cagna?

Passarono altri due giorni senza alcun cenno di scontro ma il terzo giorno, subito dopo il sorgere del sole, Schoer vide i soldati nemici schierati e pronti ad entrare in azione. Un solo pensiero attraversò la mente del capitano:

"Avranno pane per i loro denti i bastardi! Che vengano pure. Scopriranno perché Gortash viene chiamata la Città Eterna!"

Reynwald osservava le mura nemiche in testa al proprio esercito sotto una leggera pioggerella invernale. Il giorno della guerra era arrivato!

Epilogo

Una piccola astuzia ed un asso nella manica sono stati sfoderati ma ancora non è chiaro l'intento di Reynwald. Perchè i suoi uomini più fidati sono entrati di nascosto nella Città Eterna? Beh... lo vedremo nel prossimo episodio no?

NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.

Indice

Se ti fossi perso uno dei precedenti capitoli:

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Bene, il lavoro continua sulla nuova piattaforma... Anche se io ancora capisco poco.... Mi illumino un poco alla volta! Al prossimo episodio!

Un passo alla volta e si arriva alla fine. Questa mattina è uscito il penultimo capitolo!! Che ne pensi di questo racconto cara @elikast ?


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