Antonio Donghi e il “realismo magico”

Ciao a tutti gli amici di HIVE! Arrivo in questa comunità in punta di piedi, invitato a scrivere da @phage93 e @cooltivar. Non conosco bene gli strumenti di scrittura di Hive blog e quindi mi scuso in anticipo per possibili imprecisioni. Scriverò di ciò che mi sento di portare all’attenzione e di quello che amo di più, l’arte in generale e la pittura in particolare. Ne parlerò non come un critico d’arte o letterario, non ho queste capacità, ma più semplicemente condividendo le mie impressioni, sperando che alcuni temi trattati possano suscitare interesse e uno stimolo per nuove conoscenze.


Antonio Donghi il “realismo magico”


Di recente ho avuto modo di visitare la mostra dedicata a uno dei maestri del ‘900, Antonio Donghi (Roma, 16 marzo 1987 – Roma, 16 luglio 1963) “La magia del silenzio” ospitata a Roma a Palazzo Merulana fino al 26 maggio 2024.

Donna al caffè 1931

Romano, di carattere schivo e poco sociale, forse dovuto a una giovinezza passata in collegio a seguito della separazione dei genitori, ciò non gli impedisce di affermarsi come uno dei principali artisti del ‘900. Si forma al Regio Istituto di Belle Arti di Roma e consegue il diploma nel 1916, anno in cui parte per il servizio militare. Tornerà dalla leva, intraprendendo lo studio, nei principali musei e gallerie d’arte, dei classici italiani, da Giotto al rinascimento italiano.

"Ho guardato i grandi pittori del passato, senza esagerare, ossia senza prendere da essi motivi di composizione e atteggiamenti. Ho scelto per dipingere tutto ciò che dell’umanità più mi ha colpito per un senso di semplicità nella composizione e nel colore. Nell’esecuzione ho voluto sempre finire anche con scrupolosità, sperando che l’osservatore potesse leggere con chiarezza quello che io ho visto e sentito” - Antonio Donghi,1935"

Dagli anni venti in poi partecipa a diverse esposizioni anche all’estero, ricevendo giudizi positivi di critica e di pubblico nonché riconoscimenti per il suo stile pittorico. In America nel 1926 partecipa alla Exhibition of Modern Italian Art a New York, e principali città americane. La poetica pittorica di Antonio Donghi tiene insieme il rigore classico dei maestri del rinascimento e il surrealismo, liberando il sogno dalla razionalità. Espressioni antitetiche ma evidenti se si osservano le sue opere, estremamente semplici nella composizione, realizzate con tecnica raffinata: velature su velature che rendono più brillanti le tonalità dei dipinti. Le opere esposte ci parlano di paesaggi urbani e naturalistici, di donne e uomini borghesi ritratti in interni domestici, fantasisti da circo, fissati sulla tela un attimo di tempo prima che succeda qualcosa o potrebbe succedere. Storie avvolte nel silenzio dove vige una quiete irreale. Ma contemporaneamente intuiamo, che da un momento all’altro tutto potrebbe succedere e trasformare la scena.

Nel Il giocoliere del 1936, vediamo un esercizio di equilibrismo, il momento in cui il cilindro poggiato sulla punta di un sigaro, viene con abilità tenuto fermo, sarà un momento, poi cadrà.


Nella Gita in barca del 1934, tutto e fermo nel silenzio della natura: le fronde degli alberi, l’acqua è calma e non volano uccelli. Sedute nella barca due giovani donne immobili guardano fisse lo spettatore mentre nell’angolo, il vogatore innalza lo sguardo verso il cielo e sembra parlare, probabilmente ha visto qualcosa di imminente che romperà quella calma piatta. Della pittura di Antonio Donghi, il critico d’arte Franz Roh, in un suo saggio pubblicato nel 1925 parla di “realismo magico”ovvero, la capacità di dipingere la realtà in modo realistico ma al tempo stesso, evocare un’atmosfera diversa dal reale, magica, onirica. Di questa corrente ne fecero parte pittori quali Carlo Levi, Felice Casorati, Ubaldo Oppi, Achille Funi e Antonio Donghi. Troviamo richiami, analogie, suggestioni di uguale intensità, dove è comune “la magia del silenzio”, nelle opere pittoriche del maestro della metafisica Giorgio de Chirico o dall’altra parte dell’Oceano, al realismo americano di Edward Hopper.

Fonti:

Antonio Donghi. La magia del silenzio
Antonio Donghi fondazione

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Benvenuto e complimenti per il post, Hopper e De Chirico sono tra i miei artisti preferiti.

grazie armando sodano, ne parlerò di Hopper e de Chirico

Benvenuto su Hive! Anche io sono un'amante dell'arte, piacere di conoscerti. A presto :)

grazie, piacere mio

Benvenuto e complimenti per l'ottimo post di esordio

ciuoto grazie!

Benvenuto su Hive finalmente!
Aspettiamo di vedere qualcosa di tuo!
!discovery 30

grazie, ma io ho pubblicato qualcosa di mio!

dico di quadri..


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