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Droghe, storia ed utilizzi
Da millenni l'uomo, come molti altri animali, fa uso di droghe, sia a scopo "ricreativo" che utilizzandole come medicamenti. Dalle popolazioni andine che masticano foglie di coca da migliaia di anni per far fronte alla fatica e alle condizioni quasi impossibili dell'ambiente di alta montagna, dalle popolazioni messicane, ai nativi americane, fino all'estremo oriente, tutte le popolazioni umane hanno sempre cercato nelle piante e nei funghi un aiuto in sostanze che alterano gli equilibri psico-fisici dell'organismo.
Da quasi un secolo però le droghe hanno assunto le dimensioni di un problema sociale in tutto il mondo e, in special modo, nei paesi più sviluppati.
Dalle sostanze psicoattive ottenute direttamente dalla natura siamo arrivati a quelle sintetiche, dall'uso siamo arrivati all'abuso e alla dipendenza.
Oggi le droghe creano problemi medici, economici, sociali ai quali difficilmente si riesce a fare fronte e pongono le società moderne di fronte a dilemmi sia etici che pragmatici di non facile soluzione.
Droghe: dalla tradizione all'abuso
Prima di iniziare un discorso, prima di provare o prima di giudicare, bisogna afferrare bene il concetto di “droghe”.
Per droga si intende una sostanza che se assunta (fumata ingerita, assorbita o fumata) provoca un temporaneo cambiamento fisiologico e/o psicologico all'interno dell'organismo. Questo ci dovrebbe far ben capire che: un caffè, un pezzo di cioccolata, una camomilla, una birra, un peperoncino, un qualsiasi medicinale, viene etichettato come droga.
Tutte queste sostanze vengono sintetizzate per lo più dalle piante e funghi, principalmente nei vacuoli (succo vacuolare) e prendono il nome di alcaloidi. Per capire ancor meglio come ogni giorno siamo a contatto con droghe e come ogni giorno, a nostra insaputa, ne facciamo uso, visto che circa il 25% delle piante sintetizza alcaloidi. [1]
Proprio per questo, facendo un passo indietro, possiamo vedere che le droghe, fin dall’inizio della nostra storia, sono sempre state utilizzate sia dalle persone che dagli animali, anche per usi ricreativi.
Basti pensare che per molte popolazioni queste sostanze erano la base di veri e propri culti, un mezzo di avvicinamento agli dei, entrare nell’io e connettersi con il proprio corpo, come per i nativi americani con il peyotismo. Questo fenomeno è possibile osservarlo in qualsiasi parte del mondo e non solo in una zona specifica. Qui di seguito sono elencate alcune piante, simbolo di usanze legate ad alcune tribù o popoli. Il peyote è diffuso in Messico (L. williamsii, pane degli dei), la ayahuasca (“liana degli spiriti”) in Amazzonia e in America centrale, l’iboga (“pianta miracolosa” o “albero della conoscenza”) in Africa occidentale, la kava (“bevanda amara, pungente, aspra”) nel Pacifico del Sud, la cannabis sativa in Oriente. [2]
Per un uso più moderno si può portare come esempio le micro dosi di LSD nella Silicon Valley. Le Smart drugs rappresentano oltre un terzo di tutti gli investimenti dei venture capital, il cui scopo è finanziare l’avvio o crescita di start up. Nota è la notizia che vede sempre più professionisti all'interno della Silicon Valley assumere LSD per ampliare creatività e produttività. [3] [4]
Tralasciando l’uso ricreativo, possiamo vedere l’uso delle droghe addirittura come fonte di sopravvivenza o per migliorare le condizioni fisiche in determinati luoghi o situazioni. Gli Incas, storico impero andino, si erano estesi lungo le catene montuose delle ande con altezze medie di 4000 mt. Ad altitudini così elevate, fame, stanchezza e ossigenazione sono problemi molto comuni e proprio per questo le tribù locali iniziarono a masticare foglie di coca (Erythroxylum coca) , una pratica che si stima sia iniziata tra i 4000 e gli 8000 anni fa. [5]
Altri impieghi si sono avuti durante le guerre, negli ospedali, base ormai di qualsiasi intervento, (vedi morfina, Papaver somniferum, oppio).
Quello che si può dire quindi è che queste sostanze sono sempre state utilizzate in ogni contesto e, se non abbiamo parlato di morti e vittime, è perchè fondamentalmente ogni epoca e luogo ha una droga che, in quel momento e in quel luogo, potrebbe apportare solo benefici all’uomo se il suo uso fosse regolato dal buon senso.
Per natura l’animale, e tra questi l’uomo, tende ad andare alla ricerca di nuove esperienze, a cercare di lenire il dolore e la fatica, e le sue conoscenze si accumulano negli anni.
L’uso improprio che se ne fa al giorno d’oggi è spesso alimentato dalla disinformazione, dalla negazione, dall’economia, dal malumore sempre più frequente che portano spesso ad un abuso di queste sostanze.
Il buon senso è la capacità di giudicare con equilibrio e ragionevolezza una situazione, comprendendo le necessità pratiche che essa comporta.
Ecco un breve elenco di alcuni tra i tanti alcaloidi sintetizzati da piante e funghi:
Nicotina - Nicotina tabacum (tabacco)
Capsaecina - Caplsicum (peperoncino)
Morfina - Paer somniferum (oppio)
Caffeina - Coffea (caffè)
Muscarina - Amanita muscaria (Ovulo Malefico)
Teobromina - Theobroma cacao (cacao)
Mescalina - Lophophora Williamsii (peyote)
Solanina - Solanum tuberosum (patata)
Fonti:
- Botanica parte generale
- La droga nella storia
- Silicon Valley
- Short Trip? More People 'Microdosing' on Psychedelic Drugs
- The History and Medical Significance of an Ancient Andean Tradition
a cura di @cooltivar
La crisi degli oppiacei negli Stati Uniti
Ogni giorno più di 175 persone negli Stati Uniti muoiono [1] per overdose di oppiacei creando una grave crisi a livello nazionale che colpisce la salute pubblica e il benessere sociale ed economico. Il problema è così grave che il presidente Trump ha dichiarato il fenomeno come una emergenza nazionale.
A differenza di quanto potremmo pensare il problema non affligge solo tossicodipendenti che hanno avuto una vita difficile, emarginati dalla società e hanno iniziato a consumare eroina nel quartieri più malfamati della città. In America il problema riguarda tutti i cittadini perch proprio il sistema nazionale della sanità è la causa di questo problema.
Tutto è iniziato alla fine degli anni ‘90, quando le compagnie farmaceutiche hanno proposto e rassicurato la comunità medica che i pazienti non sarebbero diventati dipendenti da antidolorifici oppiacei, quindi i medici hanno iniziato a prescrivere sempre più facilmente ai propri pazienti antidolorifici come l’Hydrocodone, l’Oxycodone e Fentanyl. Il risultato è che il problema è fuori controllo: nel 2017 ci sono stati 72mila [2] morti per overdose e milioni di americani sono dipendenti da questi medicinali.
L’Hydrocodone [3], o idrocodone è un antidolorifico oppiaceo semisintetico per dolore moderato. Il mio dentista me l’ha prescritto in diverse occasioni quando ho avuto interventi più complicati come l’asportazione dei denti del giudizio. L'idrocodone si lega ai recettori degli oppioidi generando un effetto analgesico ma la sua potenza è dieci volte inferiore alla morfina. Viene commercializzato, ad esempio, con il nome commerciale Vicodin, come si può vedere nella famosa serie Dr. House.
L’Oxycodone [4], o Ossicodone, è un oppioide agonista puro con potenza simile alla morfina. Spesso queste pillole vengono spacciate in strada proprio come le droghe classiche.
Il Fentanyl [5] è un potente antidolorifico oppioide sintetico della classe delle 4-anilidopiperidine. È 100 volte più potente della morfina e quindi da fortissima dipendenza. Il fentanyl si lega ai recettori che si trovano nelle aree del cervello che controllano il dolore e le emozioni aumentando i livelli di dopamina generando un grande stato di euforia e rilassamento con effetti simili a quelli dell’eroina.
Il problema generato da questi medicinali è che i pazienti diventano presto dipendenti e, fino a quando sono coperti dall’assicurazione medica per questi farmaci “va tutto bene” e accedono anche ad un controllo medico, seppur blando, ma quando l’assicurazione decide di interrompere la copertura queste persone si rivolgono direttamente all’eroina che è più economica e facile da trovare, o altre droghe di strada come la metanfetamina, crystal meth o crack.
In italia il primo decesso accertato per abuso di fentanyl è di aprile 2017 [6], ma mentre in Italia le persone cercano queste droghe nel deep web per sballarsi, in America vengono prescritte dal medico di fiducia.
Il problema è così grave che a farne le spese non sono solo le persone più povere che hanno un'assicurazione medica che non copre le prescrizioni, fisioterapia o trattamenti post-operazione, il problema interessa tutti anche celebrità del mondo dello spettacolo [7] con personaggi del calibro di Heath Ledger, (The Dark Knight, Brokeback Mountain) deceduto nel 2008 per overdose di Oxycodone, Hydrocodone, Xanax e Valium; Prince deceduto nel 2016 per overdose di fentanyl; Philip Seymour Hoffman (Il Grande Lebowski, Capote) mix di eroina e cocaina e anfetamine; Paul Gray (bassista degli Slipknot) overdose di Fentanyl nel 2010.
Ora, dopo decenni, si cerca di rimediare al problema e dopo la dichiarazione del presidente Americano il dipartimento di giustizia ha stanziato 320 milioni di dollari [8] per combattere la crisi e cercare soluzione per arginare il problema. La legalizzazione e farmaci basati sulla cannabis sembrano essere le soluzioni più promettenti, ma bisognerà puntare anche sulla prevenzione e informazione in modo da far capire i pericoli di questi tipi di medicinali.
Fonti:
- With 175 Americans dying a day, what are the solutions to the opioid epidemic?
- Bleak New Estimates in Drug Epidemic: A Record 72,000 Overdose Deaths in 2017
- Idrocodone)
- Ossicodone
- Fentanyl
- Eroina sintetica, allerta dell’Iss dopo la prima vittima in Italia
- List of deaths from drug overdose and intoxication
- Justice departement awarding almost 320 million
a cura di @mirkojax
Cocaina, anfetamine e metanfetamine: effetti sulla società
Tutte le sostanze stupefacenti hanno effetti sulla società, alcune però, quelle stimolanti, hanno effetti sociali molto più ampi e pervasivi di quanto la loro diffusione possa far sospettare ad una analisi superficiale.
Infatti, oltre agli effetti sociali legato all'uso, all'abuso, allo spaccio, alle patologie che inducono, rispetto alle droghe depressive (oppiacei, barbiturici, alcool, etc.) e allucinogene (LSD, mescalina, psilocibina, DMT, etc.), le sostanze stimolanti possono essere assunte anche in modalità tali da non provocare necessariamente la marginalizzazione delle persone che ne fanno uso.
In pratica è possibile a chi fa metodicamente uso di cocaina, anfetamine e metanfetamine, senza abusarne, di trovarsi perfettamente integrato nel tessuto sociale, anzi, molto spesso queste sostanze permettono di eccellere nel proprio ambito sociale e lavorativo.
Questo comporta ricadute importanti sul tessuto sociale e conseguenze spesso sottovalutate sulla tenuta del sistema di convivenza civile delle società moderne.
Importanti strati di popolazione, nelle società occidentali e in estremo oriente, fanno uso sistematico di una o più droghe eccitanti; cocaina, anfetamine e metanfetamine sono anche tre delle prime sette sostanze stupefacenti considerate più pericolose [1] per sé e per gli altri, ma viene sostanzialmente sottovalutato il devastante effetto che hanno avuto sulla società nel suo complesso.
L'uso continuativo di cocaina, ad esempio, determina una minore soddisfazione nei rapporti con altre persone e rende più difficoltosi i rapporti interpersonali, contrariamente a quello che comunemente si è portati a pensare. [2]
Cosa accomuna queste sostanze psicoattive?
La sensazione di onnipotenza, la maggiore capacità di concentrazione, le maggiori capacità fisiche e psichiche, che siano reali o semplicemente a livello di falsa sensazione, la ridotta sensazione di fatica.
Le alterazioni a livello cerebrale sono accompagnate da un aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna, della temperatura corporea.
Uno dei primi esempi di uso sistematico di anfetamine e metanfetamine è il loro utilizzo durante la seconda guerra mondiale. [3] [4]
Secondo alcuni studiosi proprio l'uso di queste sostanze fu alla base della strategia dei "blitz" tedeschi che portarono la Germania a conquistare sostanzialmente tutta l'europa. [5]
L'entrata nel conflitto degli USA sembra portare ad un rovesciamento delle sorti, ma anche in questo caso potrebbero essere proprio le metanfetamine alla base dell'epilogo della seconda guerra mondiale. [6]
Cosa succede, dunque, quando persone ben introdotte nel tessuto sociale, utilizzano sistematicamente queste sostanze?
Prendere decisioni, compiere azioni che possono avere conseguenze sulla collettività sotto l'effetto di droghe stimolanti, dunque in uno stato completamente alterato, può portare a conseguenze pesanti e difficilmente prevedibili.
La larga diffusione di questo tipo di sostanze in ambienti come quello finanziario, politico, manageriale, medico, accademico etc., ha portato pesanti conseguenze nelle società moderne. [7][8]
L'uso delle anfetamine negli anni '60 del secolo scorso e, successivamente, delle metanfetamine tra gli studenti e tra gli accademici [9] pone questioni non indifferenti anche sul valore dei titoli accademici e sulla validità delle ricerche accademiche stesse.
Ogni ricerca, ogni andamento del mercato, ogni scelta politica, ogni decisione manageriale, ogni sentenza di un giudice, nella società moderna ci lascia sempre un sottile dubbio: chi ha in mano le leve della nostra società agisce nell'interesse comune e in buona fede o è sotto l'effetto di sostanze che possono averne alterato le capacità di giudizio e fatto compiere scelte non corrette?
Fonti:
- Development of a rational scale to assess the harm of drugs of potential misuse
- Social cognition in cocaine addiction
- Methamphetamine for Hitler’s Germany: 1937 to 1945
- Adolf Hitler’s medical care
- Norman Ohler describes how drug use among German soldiers and Hitler himself affected WWII
- THE U.S. MILITARY NEEDS ITS SPEED
- Financial meltdown was caused by too many bankers taking cocaine, says former government drugs tsar Prof David Nutt
- Mayhem And Meth: Party Culture And Drug Use In Silicon Valley
- Students used to take drugs to get high. Now they take them to get higher grades
a cura de @ilnegro
Dallo Zoo di Berlino ai tempi attuali: la dipendenza da eroina
Nel 1979 Christiane F. pubblicò il libro autobiografico “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” (“Wir Kinder vom Bahnhof Zoo”) che divenne immediatamente un bestseller; nel 1981 venne tratto dal libro un film cult. Penso non ci sia un modo migliore per descrivere l’eroina che parlarne partendo proprio da questo libro e film.
Christiane Vera Felscherinow era una giovanissima ragazza della Berlino degli anni ‘70, che finì nel tunnel dell’eroina, come molte altre persone in quegli anni. All’età di appena 12 anni cominciò a fare uso di hashish e droghe sintetiche per approdare poi, verso i 14 anni, all’eroina. Iniziò a drogarsi dopo aver conosciuto altri giovani ragazzi già dediti all’eroina, in particolare uno di cui si era innamorata, divenendo rapidamente una eroinomane dipendente.
Non riusciva a pensare a nient’altro che non fosse l’eroina e perciò cominciò a passare sempre più tempo nella zona della stazione Bahnhof Zoo, luogo noto per il traffico di droga e per la prostituzione. Come molti a quei tempi, Christiane cominciò a prostituirsi e a rubare per poter comprare l’eroina, assistette alla morte di molti amici per overdose e tentò molte volte di disintossicarsi senza successo. In particolare trovo sia molto esemplificativo, seppur scioccante, il tentativo di Christiane e del suo ragazzo di disintossicarsi chiudendosi insieme dentro casa per affrontare la terribile astinenza. In quest’episodio sono ben evidenti, infatti, sia i sintomi psicologici sia quelli fisici ad essa correlati, quali: dolori e crampi muscolari, tremori, stanchezza, alternanza delle sensazioni di caldo e freddo, sudorazione, febbre, nausea, vomito, diarrea, cefalea, perdita di appetito, desiderio della sostanza, insonnia, agitazione, ansia, depressione, irritabilità ecc. Dopo questo primo tentativo, i due ragazzi riuscirono a smettere per un pò di tempo, riprendendo purtroppo poco tempo dopo. Erano entrati ormai in un loop inarrestabile e distruttivo. [1]
Come funziona l’eroina?
L’eroina appartiene alla classe degli oppiacei, i suoi effetti sono mediati dall’interazione con i recettori per oppioidi del sistema nervoso, che va a sostituire e sopprimere le endorfine endogene, naturalmente prodotte dall’organismo e coinvolte nel controllo del dolore, delle funzioni neurovegetative (respiratoria, cardiocircolatoria, gastroenterologica) e delle emozioni.
Dall’inizio del ‘900, gli oppiacei esogeni, sia naturali che sintetici, vengono prodotti ed usati come antidolorifici; quelli naturali derivano dall’oppio, la resina di una pianta (Papaver somniferum), di cui gli oppioidi sintetici imitano i meccanismi d’azione e gli effetti. Tra gli oppiacei naturali vi sono la morfina e la codeina, mentre tra i semi-sintetici troviamo Ossicodone, Idrocodone, Buprenorfina, Ossimorfone ed eroina. Tra i sintetici troviamo il Fentanyl e il Metadone. Attualmente, oppiacei come Fentanyl, Morfina, Ossicodone, Buprenorfina ed altri ancora, hanno un’indicazione medico-terapeutica nel trattamento del dolore resistente e in ambito anestesiologico.
I principali problemi con queste sostanze sono gli effetti avversi che includono: depressione respiratoria, sedazione, stipsi e, sfortunatamente, abuso seguito da dipendenza e tolleranza.
Alla base dell’abuso di oppiacei vi è il coinvolgimento del circuito dopaminergico mesolimbico, responsabile dello stato di euforia e piacere intenso, sia psicologico che fisico, assimilabile a quello di un orgasmo seguito da uno stato di pace, il cosiddetto “nirvana”. Sfortunatamente, gli effetti “piacevoli” durano solo qualche ora, venendo rimpiazzati poi dagli effetti avversi, inclusi i sintomi astinenziali. Così, a causa della tolleranza, una persona che fa uso di oppiacei è spinta ad aumentare gradualmente la dose per mantenere sempre la stessa intensità degli effetti.
Infine, gli effetti cronici degli oppioidi includono: perdita di peso, stipsi, riduzione della libido, ipotensione, tremori, parestesie, depressione, rallentamento psicomotorio, abulia e tossicodipendenza.
La dipendenza da eroina e da altri oppiacei può derivare sia da un uso ricreazionale, in particolare fra gli adolescenti e i giovani adulti, sia da un uso autoterapeutico, portando in entrambi i casi a pericolose conseguenze per la salute dell’organismo. [2] [3]
Che fine ha fatto Christiane F.?
É viva, sua madre è riuscita a salvarla allontanandola da Berlino. Adesso ha 56 anni e nel 2014 ha pubblicato un nuovo libro in cui racconta la sua “seconda vita” dopo l’eroina. Ha avuto un figlio che le è stato tolto e affidato ad un’altra famiglia, ha una grave epatite C probabilmente contratta durante l’uso intravenoso di eroina. La sua battaglia contro la droga però non è finita, in quanto non ha mai smesso di influire negativamente sulla sua vita. [1]
Com’è la situazione ai nostri tempi?
L’eroina non è scomparsa. Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, negli ultimi anni le morti per overdose da eroina sono aumentate drammaticamente [4]; anche nella mia pratica clinica come psichiatra, mi trovo sempre più spesso ad interfacciarmi con pazienti tossicodipendenti che utilizzano questo rovinoso stupefacente fin dai tempi dell’adolescenza, ricordandomi che lo Zoo di Berlino non è poi molto lontano dai nostri giorni.
Fonti:
- Christiane F. interview
- National Institute of Drug Abuse
- Opiate addicition Resources
- Centers for Disease Control and Prevention
a cura di @rosemery
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Bravi ragazzi per il lavoro che portate avanti: la droga è un tema delicato, ma dalle mille sfaccettature. Mi piacerebbe partecipare, ma non riuscirei certo a farlo da un punto di vista scientifico quanto storico. Non saprei quanto quindi rischierei di andare fuori tema.🤔
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