La sQuola è sicura

in #discovery-it3 years ago (edited)

Sui giornali va in onda da agosto questa pantomima sulla scuola. Prima il ministro, che forse più per motivi mediatici, ingaggia una specie di battaglia non si capisce bene nemmeno contro chi sulle prime, per il ritorno a scuola. Dall'altra parte la Meloni che recita visto che pare cambiare idea per restare all'esatto opposto di quello che dice il governo, come non avesse un senso critico proprio.

Poi gli eventi di forza maggiore che sappiamo e la scuola deve affidarsi a questo nuovo acronimo, DAD, didattica a distanza. Poco prima di natale riparte il film che avevamo visto a settembre, questa volta però i dati ci sono... e non tornano, almeno dal mio punto di vista.

In pratica si è sollevato un coro di personaggi, tra cui anche del governo, per cui ci viene detto che la scuola è sicura. Li il virus non lo si prende. Non sarebbe lo stesso per il cosiddetto indotto, cioè i mezzi pubblici in primis ed eventuali attività commerciali correlate.

Onestamente sono basito. Se la scuola è sicura come mai bar, palestre nonché i mezzi pubblici non lo sono? Hanno trovato una qualche soluzione e gli altri sono così fessi da non saperlo?

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Più di qualche collega si è dovuto mettere in quarantena perché i figli sono risultati positivi. Ma nelle TV e nei giornali ci viene detto il contrario come se il virus avesse delle simpatie. E quando poi la questione diventa difficile da spiegare si devia per una ancora meno improbabile crociata contro quelli che non vogliono che si vada a scuola.

Visto che persino i negazionisti sono per il ritorno in aula, a questo punto rimangono i virologi e medici. I quali chiedono di procastinare il ritorno per ovvi motivi e non certo perché contro lo studio, anzi proprio loro di studio ci vivono letteralmente.

La situazione dovrebbe essere comprensibile, come per altro il popolo italiano ha dimostrato più volte, molto più di quello inglese o tedesco, di aver capito piuttosto bene a che partita stiamo giocando. Non sono sicuro di poter dire della stessa cosa per una considerevole parte di giornalisti, politici e pure qualche medico troppo ammaliato dalle lampade di scena.

Sarà mica che dopo i no-covid tocca cercare anche i no-brain?

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