Non sai cos'è? Allora è JAZZ!

in Olio di Balena3 years ago

Non sai cos'è? Allora è JAZZ!

Il 30 aprile del 2020 tutti noi, attori rintanati tra mura amiche e vessatrici, riscoprivamo il concetto di libertà, ingigantito proprio dalle ristrettezze imposte dal lockdown dell’undici marzo. Ognuno di noi, allora, dava vita ad un personaggio che, metà Papillon, metà Montecristo, guardava dalle finestre passare il tempo, proprio quel tempo che non avremmo mai più recuperato.
La sospensione dell’inattività sociale, però, aguzzava i sensi ed attenti ad informazioni, notizie, curiosità, abbiamo appreso sfumature del quotidiano, che sarebbero sconvenientemente passate tra l’indifferenza di giornate convulse, problematiche ed i piaceri della vita, ma vissute velocemente, così come impone il ritmo del XXI secolo. Nella quiete della reclusione, invece, abbiamo scoperto che il 30 aprile 2020 era, ma lo è ancora, la Giornata Internazionale del Jazz.
Il jazz è una di quelle passioni quando ti prendono, non ti lasciano più. Non è soltanto musica, travalica la melodia per giungere all’avventura del viaggio attraversando sofferenza, gioia e declinando in musica emozioni ed esperienze, attingendo dal patrimonio genetico, che poeti del suono come Miles Davis, John Coltrane, Louis Armstrong o Chet Baker hanno rilasciato nel tempo sospeso della storia del jazz.
Quando ho scoperto il Jazz, da liceale, avevo appena abbandonato e tradito Grieg, Beethoven e Mendhelson, per le giovani sonorità ed i ritmi più intriganti dei Beatles e dei Deep Purple, ma la bramosia di musica m’induceva in altri tradimenti reiterati, tanto ero favorito e “spalleggiato” dal periodo più prolifico della musica: gli anni ottanta: saltando così dalla musica classica, al rock, al pop ero approdato al jazz.
Una sfida un po’ più «avventurosa» rispetto ai dischi che tutti noi giovani fagocitavamo, una provocazione gratificante ma affascinante, perché in quella musica mai nulla si perdeva: dalla cultura africana, che riconosceva la presenza degli Antenati nei gesti musicali di ogni giorno e con proprie modalità donava allo sviluppo delle nostre tradizioni musicali ciò che sentivamo di aver perso per strada: la fisicità del ritmo, l’entusiasmo, il quotidiano. Dalla sfida, poi, alla scoperta della tromba da Giorno del Giudizio di Louis Armstrong, delle armonizzazioni oscure e vellutate del primo Duke Ellington, dei suoni selvaggi dell’orchestra di Count Basie, e di quelli rivoluzionari del bebop di Charlie Parker e Dizzy Gillespie sino alla consapevolezza del nuovo jazz ribelle e orgoglioso di John Coltrane e Miles Davis, per aspettare un altro sogno ancora, più ardito e realistico, fatto ad occhi ben aperti.
Grazie al jazz, nel Novecento, il gusto di ognuno di noi è cambiato ed oggi liberi tutti da canoni angusti, dunque, non per divertimento, piacere, ballo ed eccitazione, ma per ascoltare il jazz, magari il 30 aprile 2021, perché indispensabile alla nostra natura di esseri umani, predisposti all’esperienza della diversità culturale, raggiungere qualcosa di inaudito. Come il jazz è nato in una comunità, cui si dava per la prima volta la possibilità di vivere la propria vita agli schiavi emancipati, così oggi la comunità mondiale, alle prese con una realtà altrettanto complessa, ma altrettanto essenziale, sarà capace di resilienza dalla pandemia. Chi scrive vuol pensare che da questa congiuntura storica possa nascere qualcosa di nuovo, di positivo e se non sapremo definirlo: allora è JAZZ!

allora è Jazz.jpg

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@tipu curate

Il jazz non è solo musica, jazz è combattere ogni giorno per la propria felicità

M4L Curator


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