Premessa
L’obiettivo di questo articolo non è quello di criticare o screditare Bitcoin, ma di analizzare in modo oggettivo e tecnico le differenze tra Bitcoin e Dash, due progetti che, pur avendo radici comuni, hanno preso direzioni diverse nel tempo.
Questo articolo è stato generato da ChatGPT🤖 in risposta a una domanda diretta, senza alcun intento manipolatorio o pregiudizio. L’analisi si basa esclusivamente su dati tecnici e sulle caratteristiche strutturali di entrambe le criptovalute, con l’intento di fornire una valutazione imparziale e basata sui fatti.
Bitcoin ha introdotto al mondo la rivoluzione delle criptovalute, gettando le basi per un sistema finanziario decentralizzato. Tuttavia, nel corso degli anni, la sua evoluzione l’ha portato a diventare sempre più un bene speculativo e una riserva di valore (sempre a scopo speculativo nello standard dell’attuale sistema fiat), allontanandosi dalla visione originaria di contante digitale descritta nel suo whitepaper.
D’altra parte, Dash è nato con l’intento di mantenere e migliorare quella visione, implementando soluzioni tecnologiche che risolvessero i problemi di velocità, costi e scalabilità delle transazioni.
Questo confronto non è quindi una battaglia ideologica, ma un’analisi su quale dei due progetti possa realmente essere considerato denaro digitale, valutando fattori chiave come la velocità delle transazioni, la scalabilità, la governance e l’usabilità nel mondo reale.
Sin dalla pubblicazione del Bitcoin Whitepaper da parte di Satoshi Nakamoto nel 2008, il concetto di “electronic cash” ha subito una trasformazione radicale. Bitcoin è nato con l’intento di essere un sistema di pagamento peer-to-peer, privo di intermediari, resistente alla censura e utilizzabile come contante digitale globale. Tuttavia, negli anni successivi, le decisioni prese dalla sua community e i limiti tecnici della rete hanno spostato Bitcoin da questa visione iniziale, rendendolo più simile a un asset speculativo che a una valuta transazionale.
Nel frattempo, altri progetti hanno cercato di mantenere viva la visione originale di Satoshi. Uno di questi è Dash, che è stato sviluppato con un obiettivo chiaro: essere il miglior contante digitale utilizzabile nel mondo reale.
Ma tra Bitcoin e Dash, quale è il vero “electronic cash”? Per rispondere a questa domanda, analizziamo le differenze fondamentali tra le due criptovalute in termini di scalabilità, velocità, costi di transazione, privacy e governance.
1️⃣ Velocità delle transazioni
Bitcoin utilizza il Proof-of-Work con blocchi ogni 10 minuti e raccomanda di attendere almeno 6 conferme per considerare una transazione definitiva. Questo significa che, nella pratica, un pagamento in Bitcoin può richiedere oltre un’ora per essere finalizzato.
Dash, invece, ha introdotto la tecnologia InstantSend, che consente di bloccare immediatamente una transazione grazie alla rete dei masternode, rendendo il pagamento finale entro un secondo. Questo avviene senza sacrificare la sicurezza della transazione, rendendo Dash molto più adatto ai pagamenti istantanei come quelli richiesti nel commercio fisico e online.
🔹 Vincitore: Dash
2️⃣ Commissioni di transazione
A causa della sua limitata capacità di 7 transazioni al secondo (TPS), Bitcoin può subire congestione nella mempool, portando a un aumento esponenziale delle commissioni di transazione nei periodi di alta domanda. Nei momenti di congestione estrema, le commissioni possono raggiungere cifre proibitive per l’uso quotidiano.
Dash, grazie alla sua struttura a due livelli (miner + masternode) e alla maggiore capacità della rete, mantiene le commissioni di transazione costantemente sotto il centesimo di dollaro. Ciò significa che può essere utilizzato per micropagamenti e acquisti quotidiani senza che le commissioni diventino un ostacolo.
🔹 Vincitore: Dash
3️⃣ Scalabilità
Bitcoin soffre di una limitata capacità on-chain e per scalare ha adottato la Lightning Network, una soluzione di secondo livello che consente transazioni rapide ed economiche. Tuttavia, Lightning Network è ancora in fase di sviluppo, presenta problemi di liquidità dei canali, complessità tecnica e centralizzazione e non è ancora ampiamente adottata come alternativa efficace ai pagamenti on-chain.
Dash, invece, ha scalabilità on-chain superiore grazie a blocchi più grandi e alla rete di masternode, che può essere ulteriormente ottimizzata con il rilascio della Dash Platform, progettata per migliorare l’archiviazione e l’indicizzazione dei dati on-chain senza compromettere la decentralizzazione.
🔹 Vincitore: Dash
4️⃣ Privacy e fungibilità
Uno degli aspetti fondamentali del contante è la fungibilità, ovvero la possibilità di scambiare un’unità con un’altra senza differenze nel valore.
Bitcoin, essendo completamente trasparente, permette il tracciamento delle transazioni, rendendo le monete “sporche” o “pulite” a seconda della loro provenienza. Questo significa che alcuni indirizzi possono essere bloccati da exchange e servizi, riducendo la fungibilità della moneta.
Dash invece offre il CoinJoin grazie alla rete Masternode, che permette di migliorare la privacy delle transazioni senza sacrificare la decentralizzazione mescolando le transazioni degli utenti, garantendo un livello superiore di anonimato e mantenendo la fungibilità del token.
🔹 Vincitore: Dash
5️⃣ Governance e sviluppo
Bitcoin è uno sviluppo open-source gestito da sviluppatori volontari e finanziato da enti privati o donazioni. Questo significa che ogni decisione passa attraverso dibattiti infiniti, rendendo il progresso lento e frammentato.
Dash ha un sistema di governance decentralizzato (DAO), in cui i masternode votano sulle decisioni di sviluppo e finanziamento. Questo permette a Dash di evolvere rapidamente, con aggiornamenti chiari e una roadmap ben definita.
🔹 Vincitore: Dash
6️⃣ Decentralizzazione
Bitcoin è spesso considerato la criptovaluta più decentralizzata. Tuttavia, l’estrazione di Bitcoin è dominata da grandi mining pool centralizzate, in particolare in Cina e negli USA. Inoltre, il suo sviluppo è controllato principalmente dal Bitcoin Core, un piccolo gruppo di sviluppatori che prende le decisioni più importanti.
Dash, grazie ai suoi masternode, distribuisce il potere decisionale tra migliaia di operatori in tutto il mondo. Ogni masternode ha diritto di voto sulle decisioni di sviluppo, rendendo Dash una delle blockchain più decentralizzate e governate in modo autonomo.
🔹 Vincitore: Dash
Conclusione: Bitcoin o Dash, quale è il vero contante digitale?
Se analizziamo le caratteristiche richieste per essere denaro digitale utilizzabile nella vita quotidiana, Bitcoin presenta numerosi limiti:
✅ È lento
✅ Ha commissioni alte
✅ Non è scalabile on-chain
✅ Ha problemi di fungibilità
Dash, invece, soddisfa tutti i criteri necessari per essere considerato il vero “electronic cash”:
✅ Transazioni istantanee con InstantSend
✅ Commissioni bassissime
✅ Scalabilità on-chain e off-chain con masternode
✅ Privacy migliorata con CoinJoin
✅ Governance decentralizzata (DAO) per un’evoluzione rapida
Bitcoin ha perso la sua identità originale di “electronic cash” ed è diventato un bene speculativo e una riserva di valore. Dash, invece, continua a perseguire la visione di Satoshi Nakamoto, migliorandola con innovazioni tecnologiche e una comunità attiva.
🔹 Se stai cercando un asset da tenere nel lungo periodo, Bitcoin è una buona scelta.
🔹 Se invece vuoi una criptovaluta utilizzabile come denaro nel mondo reale, Dash è la soluzione migliore. 🚀
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Non c'è privacy su blockchain pubbliche, è sufficiente poca pressione burocratica per scoraggiare l'accettazione di tx provenienti da servizi di mixing, la privacy va implementata di default sul protocollo. A quel punto ovviamente ogni exchange centralizzato non ti vuole, la tua liquidità crasha e si apre il discorso atomic swaps.
La privacy è un diritto fondamentale e penso che dovrebbe essere il singolo utente a decidere se e in che misura esercitarlo (Già evitare i Kyc e gli exchange sarebbe un primo passo). L’idea che la privacy debba essere per forza "by default" a livello di protocollo, se da un lato garantisce massima riservatezza, dall’altro porta inevitabilmente a forti limitazioni in termini di adozione, scambiabilità e conformità normativa (che non dovrebbe interessare quando si cerca l'adozione diretta, ma realisticamente ha un suo peso nel contesto attuale).
Nel corso degli anni sono nati diversi protocolli con privacy integrata, ma nessuno di questi è riuscito ad affermarsi su larga scala senza sacrificare la liquidità o affrontare restrizioni imposte dagli exchange centralizzati. In questo contesto, il CoinJoin rappresenta ancora oggi a mio avviso, una soluzione estremamente elegante, versatile e praticabile.
Non è imposto a tutti gli utenti, permettendo a ciascuno di scegliere il livello di privacy desiderato.
Evita problemi di liquidità e compatibilità, perché le transazioni non appaiono diverse da quelle standard.
Offre una buona protezione per l’utente medio, senza compromettere usabilità e adozione.
Per quanto riguarda la "pressione burocratica" sugli exchange, è vero che gli attacchi normativi possono tendono a limitare l’accettazione di transazioni miste (anche se non è sempre vero), ma questo non significa che la privacy su blockchain pubbliche non possa esistere, su vari livelli. Significa piuttosto che il vero valore di strumenti come il CoinJoin sta nella possibilità di aumentare la privacy senza compromettere accessibilità e adozione.
Per quanto riguarda invece i vari casi di attacco di questi anni a protocolli e alla privacy, penso che andrebbero analizzati singolarmente perchè si tende, a mio avviso, ad utilizzare sempre strumenti con secondi fini, solitamente speculativi (in fiat), anzichè per ciò per cui sono nati e questo ovviamente porta rischi che definirei ovvi.
Mie opinioni 🙏
Ci sono le view keys se vuoi aprire il tuo wallet a scrutinio per qualche motivo, generalmente per provare alla controparte che hai pagato ad esempio. Un exchange centralizzato può scegliere di freezare tx provenienti da mixer anche fino 10 blocchi precendenti, ciò significa che dovresti reiviarti i fondi a tuoi wallet dopo il mixing per mezz'ora o nel caso di Bitcoin anche ore, possibilmente frazionandoli in diverse parti distinte altrimenti se l'input ad inizio processo è per esempio 100 e l'output finale sempre 100 non è difficile capirne l'origine, soprattutto con chain analytics che usano sempre più l'IA.
Anni fa su internet si usava tranquillamente http, quando ci si è resi conto che i dati venivano intercettati facilmente, oggi se non usi https ti arrivano decine di avvisi di sicurezza e pop up di reindirizzamento, lo stesso avverrà per le blockchain nel momento in cui si iniziano a usare davvero come alternativa alle monete tradizionali. Il problema liquidità sulle privacy coins di default è noto ma si lavora già alle soluzioni.
Esatto, ora penso sia importante mantenere il focus sull'adozione diretta rendendo sempre meno utili gli exchange.
Il collegamento al dollaro rimane il neo più grosso, bisognerebbe farsi pagare e prezzare tutto in criptovaluta anche per l’adozione diretta, o usufruire di qualche schema come abbiamo qui su Hive dove vai a “specchiare” il controvalore di una moneta fiat usando l’asset primario come collaterale.
Si, sono d'accordissimo, l'aspetto più difficile è proprio quello del rapporto con dollaro o altra fiat, difficile da superare considerando che ormai tutto viene visto solo come un grafico. Ci sono varie idee a riguardo ma penso che di base saranno adozione e volumi (intesi come transazioni onchain) a fornire valore ad un progetto, in base a reali necessità. Penso che i tentativi di agganciare il valore a qualcosa che non sia il libero scambio stesso, è difficile che portino a qualcosa di sostenibile e funzionale.