E' tormentato per forza... - 10° parte

in Olio di Balenalast month (edited)


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Finalmente vedevo del disorientamento negli occhi di quell'individuo, non dico panico e sgomento ma certamente disorientamento, ma come la vipera cerca, come ultima analisi, come scappatoia finale, di ricorrere al morso pur di farla franca, lei diresse la sua attenzione verso la mia compagna, provando a forzare la mano con lei...

"Ma lei signora cosa di dice di tutto quanto?!?!"

La mia compagna, che un po' si era ripresa, con poco più di un filo di voce, in quanto aveva parecchio sonno...

"Che vorrei andare a casa, non mi voglio trattenere più qui..."

Tana libera tutti, mi giro verso il camice bianco, in chiaro tono di contrapposizione, visto che ancora vacillava, ancora non era convinta del tutto...

"A lei la scelta, o mi prepara all'istante le dimissioni, o ce ne andiamo autonomamente tra cinque minuti..."

Visto che ormai dovevo battere in ritirata, che il Premio Nobel per la medicina quella notte non lo avrebbe vinto, scoccò l'ultima (o quella che pensavo fosse l'ultima) freccia dall'arco dicendo...

"Almeno facciamo finire quella flebo??"

"Sì, ma alla giusta velocità, mi manda quel galoppino di infermiere e che faccio un buon lavoro, altrimenti..."

Pochissimi secondi e lo sguattero ero lì, buono come un pezzo di pane, perché mi sarei beccato una denuncia, ma una zampata nel culo, se qualcosa non mi tornava e per come si era mosso in quel recente passato, non gliela levava nessuno, la flebo dopo una decina di minuti terminò, non attesi altro tempo, sapevo bene dove si trovava la responsabile del tutto, bussai normalmente alla porta e dissi semplicemente...

"La flebo è terminata, vogliamo provvedere?!?!"

L'infermiere giunse in un attimo, tolta la flebo e il tanto odiato ago da me, la porta di accesso alla stanza da visita si spalancò, il lettino della mia compagna venne portato dentro ma non vedevo la dottoressa, l'arcano durò poco, perché la porta, magicamente, non appena l'infermiere aveva varcato l'ingresso, prese a scorrere...

"Proprio proprio che tu mi voglia inculare di nuovo, anche no, puttana ......, voglio vedere anche questa...", pensai tra me e me, ma con un balzo afferrai la porta, nonostante avesse una buona inerzia, pochi centimetri di fine corsa, poi lentamente ma inesorabilmente tirai indietro la porta, come mi feci spazio a sufficienza varcai l'ingresso, sempre tenendo saldamente lo spigolo della porta scorrevole in mano, era la dottoressa a tenere la porta dall'altra parte, la fulminai con lo sguardo, non resse più di un secondo a quell'occhiata, e mestamente si recò alla sua scrivania del cazzo, voleva tenermi per la 2° volta di fuori, senza nessuna motivazione, da quella stanza di merda, dico questo perché purtroppo in un certo periodo della mia vita feci diversi accessi, sempre in qualità di accompagnatore, al pronto soccorso della mia città, ma in nessun caso ricevetti un trattamento come mi aveva riservato quella stronza laureata dotata di camice bianco, nessuno si permise mai di sbattermi fuori, quasi in malo modo, come aveva fatto lei, ecco alcune delle motivazione per le quali, anche a distanza di diverso tempo, non la perdonai mai per il suo fottuto comportamento...

Continua...