Le intenzioni di Dante contemplavano denunce sociali e politiche, ma ai suoi tempi era troppo rischioso lo stile senza peli sulla lingua e dunque le grandi doti artistico-letterarie gli vennero in aiuto. Ai suoi tempi, ho detto, ma ora come ora non è che si scherza nemmeno davanti alle filosofie moderne che vorrebbero nero su bianco il reato di opinione, anche se gli aventi la coda di paglia gli affibbiano tutt'altri appellativi.
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L'unico uomo ancora in vita che Dante mise nell'inferno fu papa Bonifacio VIII, proprio perchè con la sua bolla del 1302 si dichiarò uomo vivo proprietario della terra e dei suoi abitanti.
Il reato di opinione cosi come il reato politico sono storicamente gli ultimi tentativi di un regime a sopravvivere ancora qualche anno alla inesorabile legge dell'entropia.
Ma di danni ne hanno fatti e parecchi...
Come potremmo noi sperimentare la leggge meravigliosa se non ci fossero i danni?
Diciamo che non è certo l'ideale vivere sotto un governo che giustizia e confisca i suoi cittadini per avere introdotto il reato di opinione. La storia è costellata di martiri. Certo, i veri coraggiosi non si scoraggiano e non si smentiscono neppure davanti alla pena capitale, è vero. Solo che tanto non elimina l'ingiustificabilità di un regime totalitario o dittatoriale che arriva a tali segni.
Pensa a Giordano Bruno che si faceva torturare per provare ai suoi aguzzini che sentire o non sentire il dolore è fondamentalmente una decisione interna. Si faceva spezzare le ossa apparentemente senza provare dolore. Non è l'unico. Il principio dell'entropia è molto chiaro : l'entropia aumenta sempre. L'entropia è legata all'informazione e all'acquisizione di consapevolezza. Quindi tutto questo aumenta sempre.
Per questo che l'idea di vivere "sotto" un governo è comunque provvisoria e virtuale, quello che è vero e che ti senti sotto, ma in realtà sei tu l'unico foverno di te stessa