Violenza sulle donne. Quella volta che..

in Olio di Balena3 years ago

Stamattina apro il giornale e leggo dell'assurdo fatto non lontano da casa mia. Non ci sono parole per l'assurdità. Per aver concluso cosa poi? Oltre alla vita che ha tolto ha distrutto la vita ai suoi due figli, distrutto due famiglie.

Oltretutto nel giorno in cui si sensibilizzava proprio la violenza contro le donne. Questo mi ha portato a pensare a cosa ognuno può fare. In realtà di pro-attivo non saprei, ma nel caso capitasse qualcosa, agire sicuramente si.

Negli anni 90 assieme ad amici facevo il PR, le "public relation" in discoteca. Ovvero tradotto facevamo i mona a tempo perso, lo scopo era chiaramente quello di conoscere ragazze ed avere un passe-partout per la discoteca, a volte più di una.

Fatto sta che come PR poi si andava in disco il venerdì e il sabato come obbligo con il direttore artistico. Quindi si aveva contatto anche con lo staff più "organico" come i baristi e i buttafuori. Ecco.. i buttafuori, quelli recitavano il ruolo degli incazzati, come se fossero su un livello astratto al tuo. Capisco con i clienti, ma lo facevano anche con noi PR che vedevano ogni settimana. Poi ammetto che molti colleghi PR erano dei caga-cazzi a loro volta, per il cui il ruolo da
"chi ti conosce" gli venisse facile.

Quindi ogni contatto stile "team building", siamo dalla stessa parte, andava desolatamente respinto. Eccetto con un componente senior della security, al tempo penso fosse sulla quarantina, e penso fosse anche il capo di questi. Forse vuoi proprio per l'esperienza e l'età (doppia rispetto alla nostra di allora) si era instaurato un rapporto di conoscenza. Quando lo vedevo magari fermo verso l'entrata, dopo aver smaltito le file di inizio serata andavo sempre a scambiare due parole. E sicuramente apprezzava il gesto, ma allo stesso tempo ci si conosce come persone, per cui puoi abbozzare se quello che hai davanti è una persona sensata o un imbecille.

Una sera come qualunque altra, dopo aver già scambiato qualche battuta che era diventata oramai una routine consolidata, siamo nella sala più tecno. Ed uno dei buttafuori giovani, quelli che appunto facevano finta di non conoscerti, viene da me diretto. Sulle prime sono basito, pensi subito "mo che cazzo ho combinato?" ed invece mi chiede se posso andare dal buttafuori senior che ha bisogno di me.

Quando arrivo da lui mi fa "mi devi fare un favore, devi portare a casa una ragazza che è stata molestata". Prendiamo le giacche e vado a prendere l'auto per andare diretto all'entrata. Li il buttafuori dice ad una bella ragazza alta, dai lunghi capelli biondi, "vai tranquilla, sono fidati li conosco, ti portano a casa".

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Foto di Free-Photos da Pixabay

La ragazza sale in auto lato passeggero, io guidavo e il mio collega/amico seduto dietro di me. In effetti era agitata, spaventata. Non gli chiedo un indirizzo (che per altro sarebbe stato inutile, non esistevano ancora i navigatori) ma la direzione geografica, invitandola a fornirmi lei dove e quando girare. Il mio intento era fargli capire che è vero che ero io a guidare, ma in realtà sarebbe stata lei a decidere. In questo modo gli davo un focus e speravo si tranquillizzasse un pochino e non pensasse ad evenienze anche più infauste. In fondo era salita, nonostante le rassicurazioni, in auto con due ragazzi estranei di cui non conosceva nulla, manco i nomi. Benchè chiaramente ci presentammo.

Durante il viaggio ci disse che aveva conosciuto un ragazzo qualche tempo prima, e successivamente dopo vari incontri in città aveva accettato l'invito ad una serata in discoteca. Insomma nulla di strano. In effetti la città doveva viveva e la Disco erano lontani, cioè non è che ci tornavi a piedi, e nemmeno con i mezzi che a quell'ora non esistevano. Durante quella serata, forse proprio per il fattore distanza e che lei non potesse avere altro modo per tornare a casa, lui ci ha provato mettendo le mani dove non doveva. Ottenendo un respingimento. Da li è andata in panico, andando proprio dalla security che poi l'ha affidata a me.

Man mano che si avvicinava a casa aveva cominciato a calare la pressione e lo stato di agitazione. Arrivati ad un comprensorio disse che potevamo lasciarla li, buttai solo un timido "sei sicura qui?". Avevo una mezza remora che poi magari abitasse in un altro isolato, ma per timore di non far conoscere dove abitasse, andasse in giro nel mezzo della notte con altri rischi. D'altronde non sapevo dove abitava e quindi dovevo per forza fidarmi.

Onestamente non ricordo il nome, nemmeno la fisionomia del viso. Non la rividi mai più, ne seppi più nulla. Al ritorno, visto che abitava nella città opposta alla mia e quindi per forza sarei ripassato davanti alla Disco, decidemmo di tornare in quell'ameno luogo, passando appunto per il varco dove era presente il senior della security a cui demmo riscontro di averla riportata a casa, o li intorno, sicura.

Mentre l'imbecille che aveva l'appuntamento galante con lei, ha girato tutto il resto della nottata cercandola invano. Quando chiese proprio a quel buttafuori se aveva visto una ragazza alta e bionda, gli diede appunto informazioni fuorvianti. D'altronde i coglioni girano sempre in tondo.

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