Lactose Intolerance - Part One (ENG/ITA)

in Discovery-it20 hours ago

Lactose Intolerance - Part One (ENG)

Today's episode focuses on lactose intolerance. Data updated to 2024 shows that approximately 68% of the world's population has a reduced ability to digest lactose after childhood, a condition known as lactose malabsorption.

However, not everyone develops symptoms; only those who experience gastrointestinal problems are considered intolerant.

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Prevalence varies significantly across different regions of the world. Our friends at World Population Review tell us that:

  • In East Asia, between 70% and 100% of the population is lactose intolerant.
  • In Africa, rates are high, with some areas reaching 90%.
  • In Northern Europe, rates are lower, with approximately 4% in Denmark and Ireland, and up to 16% in Germany.

In Italy, the prevalence of lactose intolerance is estimated to be between 40% and 50%, with regional variations, and southern regions tend to have higher rates than northern regions.
This is reflected in the global market for lactose intolerance products, which is constantly growing. It is expected to reach a value of $16.51 billion by 2031.

But first things first. What is lactose? Lactose is a disaccharide composed of two simple sugars: glucose and galactose. To be digested, it must be broken down by the enzyme lactase, produced in the small intestine.

Lactose intolerance is the reduced or absent production of the enzyme lactase, which causes the fermentation of undigested lactose by intestinal bacteria.

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There are different types of intolerance.

  • Primary: genetic, often manifesting in adulthood.
  • Secondary: due to intestinal damage (e.g., celiac disease and gastroenteritis).
  • Congenital: rare, present from birth (complete absence of lactase).

Symptoms typically appear 30 minutes to 2 hours after consuming dairy products and include bloating, gas, abdominal pain, diarrhea, and nausea.

Lactose intolerance should be distinguished from milk allergy, which affects the immune system and can cause serious symptoms such as hives, swelling, or anaphylaxis.

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When an intolerance is suspected, it's best to undergo a diagnosis. We currently have four tests available:

  • The most widely used and reliable is the hydrogen breath test.
    How does it work? The patient drinks a solution containing lactose. If undigested, the lactose ferments in the colon, producing hydrogen, which is absorbed into the blood and then exhaled.

In practice, hydrogen levels in exhaled air are measured, which must be ≥20 ppm compared to baseline for a positive result.
The test lasts approximately 2-3 hours.

It is non-invasive and highly sensitive. However, it may have limitations because it must be performed on an empty stomach and can be influenced by other intestinal conditions.

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The second test is the lactose tolerance test (Glucose Blood Test).
How does it work? It measures blood sugar before and after ingesting lactose.

Basically, if lactose is digested, blood glucose levels rise because lactose has been broken down into its two simple sugars, one of which is glucose. If the glucose level remains unchanged, we may be dealing with intolerance.

However, this test is less used today because it is less specific and can result in false positives/negatives.
The third test is the genetic test.

How does it work? DNA is analyzed, via a buccal swab or blood, to search for mutations in the MCM6 gene, which regulates lactase expression.

This test indicates a genetic predisposition to primary intolerance, but does not detect secondary intolerance (from diseases or medications). It can be useful in children or to rule out secondary causes.

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Finally, the fourth method is the simplest: the elimination and reintroduction diet.
An empirical but often effective method: eliminate lactose for 2-4 weeks. If symptoms improve, lactose is gradually reintroduced, and any return of symptoms confirms the diagnosis.

This test is simple and practical, especially useful where clinical tests are unavailable.
In the next episode, we'll delve deeper into the topic, explaining the history of lactose intolerance from an evolutionary perspective. See you soon!

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Intolleranza al Lattosio - Parte Uno (ITA)

Oggi puntata dedicata all’intolleranza al lattosio. I dati aggiornati al 2024 ci dicono che circa il 68% della popolazione mondiale presenta una ridotta capacità di digerire il lattosio dopo l'infanzia, una condizione nota come malassorbimento del lattosio.

Tuttavia, non tutti sviluppano sintomi; solo coloro che manifestano disturbi gastrointestinali sono considerati intolleranti.

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La prevalenza varia significativamente tra le diverse regioni del mondo. Gli amici di World Population Review ci dicono che:

  • In asia orientale tra il 70% e il 100% della popolazione è intollerante al lattosio.
  • In Africa abbiamo tassi elevati, con alcune aree che raggiungono il 90%.
  • In Europa settentrionale i tassi sono più bassi, con circa il 4% in Danimarca e Irlanda, e fino al 16% in Germania.

In Italia, la prevalenza dell'intolleranza al lattosio è stimata tra il 40% e il 50%, con variazioni regionali e le regioni meridionali tendono ad avere tassi più elevati rispetto a quelle settentrionali.

Questo si riflette sul mercato globale dei prodotti per l'intolleranza al lattosio, che è in continua crescita. Si prevede che raggiungerà un valore di 16,51 miliardi di dollari entro il 2031.
Ma andiamo con ordine. Cos'è il lattosio? Il lattosio è un disaccaride composto da due zuccheri semplici: glucosio e galattosio. Per essere digerito, deve essere scisso dall'enzima lattasi, prodotto nell'intestino tenue.

L’intolleranza al lattosio è la ridotta produzione o assenza dell'enzima lattasi, che causa la fermentazione del lattosio non digerito da parte dei batteri intestinali.

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Possiamo avere diversi tipi di intolleranza.

  • Primaria: genetica, si manifesta spesso in età adulta.
  • Secondaria: dovuta a danni intestinali (ad esempio presenza di celiachia e gastroenteriti)
  • Congenita: rara, presente dalla nascita (assenza totale di lattasi).

I sintomi compaiono in genere da 30 minuti a 2 ore dopo l'assunzione di latticini e sono: gonfiore, meteorismo, dolori addominali, diarrea e nausea.

L’intolleranza al lattosio va distinta dall’allergia al latte, che coinvolge il sistema immunitario e può causare sintomi gravi come orticaria, gonfiore o anafilassi.

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Quando c’è il sospetto di un’intolleranza, è bene sottoporsi a una diagnosi. Attualmente abbiamo 4 test a nostra disposizione:

  • Il più utilizzato e affidabile è il test del respiro all’idrogeno (Hydrogen Breath Test)
    Come funziona? il paziente beve una soluzione contenente lattosio. Se non viene digerito, il lattosio fermenta nel colon, producendo idrogeno, che viene assorbito nel sangue e poi espirato.

In pratica si misurano i livelli di idrogeno nell’aria espirata, che devono essere ≥20 ppm rispetto alle condizioni basali per avere un esito positivo.

La durata è di circa 2-3 ore. Non è invasivo ed è molto sensibile. Ciò nonostante, può avere delle limitazioni perché va eseguito a digiuno e può essere influenzato da altre condizioni intestinali.

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Il secondo test è quello di tolleranza al lattosio (Glucose Blood Test)
Come funziona? si misura la glicemia prima e dopo l’assunzione di lattosio.

In pratica, se il lattosio viene digerito, il livello di glucosio nel sangue aumenta perché il lattosio è stato scisso nei suoi due zuccheri semplici, di cui uno appunto è il glucosio. Se resta invariato, possiamo essere di fronte a intolleranza.
Però questo test è meno usato oggi perché meno specifico e può dare falsi positivi/negativi.

  • Il terzo test è il test genetico
    Come funziona? Si analizza il DNA, tramite tampone buccale o sangue, alla ricerca di mutazioni nel gene MCM6, che regolano l’espressione della lattasi.

Questo test indica la predisposizione genetica all’intolleranza primaria, ma non rileva l’intolleranza secondaria (da malattie o farmaci). Può essere utile nei bambini o per escludere cause secondarie.

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Infine il quarto metodo è il più semplice, la dieta di eliminazione e reintroduzione.
Un metodo empirico, ma spesso efficace: si elimina il lattosio per 2-4 settimane. Se i sintomi migliorano, si reintroduce il lattosio gradualmente e l’eventuale ritorno dei sintomi conferma la diagnosi.

Questo test è semplice e pratico, utile soprattutto dove test clinici non sono disponibili.
Nella prossima puntata approfondiremo il tema spiegando la storia dell’intolleranza al lattosio dal punto di vista evolutivo. A presto!

Sources - Fonti :
https://www.humanitas.it/malattie/intolleranza-al-lattosio/
https://www.ospedalebambinogesu.it/intolleranza-al-lattosio-80150/

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