Il mostro di Firenze. Storia del serial killer italiano. L'ultimo delitto. Parte 9

in #ita6 years ago (edited)

Anno 1984. Sette sono i duplici omicidi dal 1968. Quattro i soggetti arrestati tra il 1981 e 1984 accusati di essere il “mostro di Firenze” e poi rilasciati perché ad ogni detenzione si susseguiva un nuovo delitto maniacale.

Gli inquirenti nonostante questa serie di arresti, poi risultati infondati, sono ancora convinti che il colpevole sia all’interno di quel gruppo di sardi, definito"pista sarda", sotto indagine, entrati nella vicenda a partire dal 1968, anno del primo delitto attribuito al cosiddetto mostro di Firenze.


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Fonte pixabay Immagine CC0 Creative Commons


Adesso le indagini sono concentrate su Salvatore Vinci, soggetto mai arrestato, anche lui facente parte della sospettata “pista sarda”. Verrà perquisito più volte e pedinato. Contro di lui ci sono i sequestri di alcuni coltelli ritenuti compatibili con le ferite delle vittime, oltre ad uno straccio con macchie di sangue e polvere da sparo trovatogli in casa, di cui lui nega la proprietà. Come risulta da un rapporto dei Carabinieri il soggetto è controllato nei weekend, giorni preferiti dal serial killer per colpire.

Ma nonostante tutto una mattina del 9 settembre 1985 Firenze si risveglia sotto l’incubo del cosiddetto mostro di Firenze.


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Scopeti, San Casciano val di Pesa (FI). 8 settembre 1985

Questa data è al centro di dibattimento tutt’oggi in quanto studi alternativi più recenti hanno anticipato il giorno dell’omicidio al sabato 7 o addirittura al venerdì 6. Ufficialmente il medico legale all’epoca dichiarò la morte alla domenica dell’ 8 settembre. La cosa certa è che lunedì 9 settembre un cameriere della zona, durante una passeggiata tra le verdi colline di San Casciano, intravede il corpo di una persona maschile nascosto tra arbusti e foglie. Si precipita ad avvisare i Carabinieri che giungono sul posto. Oltre al cadavere maschile ne verrà trovato un altro femminile all’interno di una tenda da campeggio appostata in zona. Le vittime sono 2 ragazzi francesi, in Italia per vacanza. All’interno della loro auto saranno trovati scontrini risalenti fino al giorno 6 settembre. Era loro abitudine farsi produrre le ricevute per lo scarico IVA. Quindi in base a queste ricevute è stato possibile tracciare un loro tragitto. I familiari erano al corrente che sarebbero rientrati domenica sera.


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Le indagini

La conferma che si tratta del solito serial killer non si fa attendere. Sul luogo vengono repertati 9 bossoli Winchester serie “H”, gli stessi utilizzati per i precedenti delitti. Ma anche il modus operandi è identico con il solito accanimento sul corpo della ragazza. Inutile dire che gli inquirenti rimangono stupiti in quanto avevano il sospettato numero uno, Salvatore Vinci, sotto controllo nelle ore serali del weekend.

Ma le sorprese non finiscono qui. Martedì 10 settembre presso gli uffici della Procura della Repubblica giunge un pacco anonimo con all’interno un lembo del seno della ragazza francese uccisa pochi giorni prima. Sul plico è indicato il destinatario, ovvero la Dottoressa Silvia Della Monica, sostituto Procuratore che ha indagato a fondo sul Mostro di Firenze.

Vengono effettuati i dovuti analisi sul reperto e non c’è dubbio che ad inviarlo è stato il serial killer che sembra intento a sfidare le Forze dell’Ordine. Secondo gli inquirenti la lettera doveva arrivare prima della scoperta dei corpi, in modo da suscitare scalpore e per questo motivo i cadaveri vennero occultati dal serial killer. Ma questo piano per l’omicida non andò a buon fine in quanto la scoperta avvenne prima dell’arrivo della lettera col macabro reperto.

A questo punto viene chiamato in caserma il sospettato Salvatore Vinci al quale viene applicato un guanto di paraffina che risulterà negativo anche se i Carabinieri rimangono perplessi a causa di un forte dolore che il sospettato accusa alle mani durante il test. Gli verrà chiesto degli spostamenti effettuati trovando alibi apprezzabili per sabato e domenica, mentre per il venerdì 6 settembre sarà più vago nel racconto. Inoltre il soggetto è controllato nei weekend fino alle ore 24. Il delitto verrà collocato alla domenica 8 settembre, giorno in cui il sospettato è a casa di amici che confermeranno l’alibi.

Nei giorni successivi arriveranno altre lettere anonime. Una è indirizzata al quotidiano La Nazione la quale riporta un messaggio minatorio che anticipa nuovi delitti.

Un’altra lettera anonima è indirizzata ai sostituti Procuratori Francesco Fleury, Paolo Canessa e Pierluigi Vigna contenente 3 proiettili della marca utilizzata dal serial killer e un messaggio: “uno a testa vi basta?”


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Infine c’è da rilevare il ritrovamento di un proiettile sempre della stessa marca utilizzata negli omicidi rinvenuto presso un ospedale di Firenze. La successiva perquisizione del nosocomio farà scoprire un’indagine parallela con il ritrovamento di una lista di medici e professionisti sospettati di un legame con le vicende del mostro di Firenze.

Sembra che questo ultimo delitto abbia smosso diverse acque, alcune forse per depistare. Ma gli investigatori ancora sono convinti del coinvolgimento di Salvatore Vinci nonostante gli alibi forniti da lui stesso e i pedinamenti effettuati. Ad ottobre 1985 gli verrà inviata un'inaspettata comunicazione giudiziaria per concorso in un omicidio verso la prima moglie avvenuto in Sardegna ben 25 anni prima. Per i suoi avvocati difensori sembra una scusa per detenere il soggetto sospettato dei delitti del mostro di Firenze.

Nel 1986 Salvatore Vinci viene quindi arrestato con ordine del Tribunale di Cagliari ma parallelamente gli inquirenti continueranno ad indagarlo per i delitti del mostro di Firenze. A suo carico ci sono moltissimi indizi ma mai una prova certa.


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Nel 1988, dopo 2 anni di detenzione ha inizio il processo a Salvatore Vinci accusato per la morte della prima moglie, ma dopo una negata perizia psichiatrica e la mancata arringa da parte dell’accusa il tribunale scagionerà l’imputato. Infine per mancanza di prove sufficienti nel 1989 il Giudice Mario Rotella proscioglie inoltre tutti gli indagati della cosiddetta “pista sarda” ovvero Salvatore Vinci, Francesco Vinci, Piero Mucciarni e Giovanni Mele dalle accuse per gli omicidi del cosiddetto mostro di Firenze, mettendo la parola fine a quella pista seguita per anni dagli inquirenti.

Dopo queste rocambolesche vicende e colpi di scena si arriva al 1989. Da ben 4 anni il serial killer non ha più colpito e allo stesso tempo non ci sono più indagati. Forse qualcuno noterà questa strana coincidenza tra la fine dei delitti e le detenzioni o decessi di sospettati, ma le indagini ormai volgeranno fino ad approdare ad un nuovo indagato: Pietro Pacciani.

Fine nona parte

Qui la prima parte
Qui la seconda parte
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Qui la sesta parte
Qui la settima parte
Qui l'ottava parte

Sort:  

sempre un ottimo lavoro, ancora complimenti!

Grazie mille!! ;)

Figurati che l' amico del mostro, indagato anche lui, stava dalle parti di Montelupo, dove abitavo prima :-///

Infatti, fu arrestato inizialmente ma poi rilasciato quando ebbero la prova che era estraneo ai fatti, anche se non esclusero che poteva aver visto qualcosa, ma non rivelò nulla...

Si, a me sembra strano infatti :-0

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