MAXXI - Gravity #1

in #ita6 years ago

Salve a tutti!
Benvenuti nell'episodio di oggi di
"Alla ricerca di musei"

In questa serie si parlerò delle mostre a cui ho avuto la possibilità di partecipare, e oggi in particolare: la mostra "Gravity", presso il MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) situato a Roma.


Quasi un secolo fa Albert Einstein è riuscito a rivoluzionare il modo in cui l’uomo concepiva l’universo. Da allora abbiamo imparato che la realtà è completamente diversa da come appare ai nostri occhi. Un classico esempio è proprio la sua teoria della Relatività, la quale dice, che il tempo non procede in modo uniforme, ma in certe condizioni può accelerare o rallentare e addirittura fermarsi, visto che lo spazio è paragonabile a un tessuto elastico che si deforma e si incurva. Questa visione è molto estranea alla nostra vita quotidiana, ma guardando il mondo attraverso la lente della Relatività, siamo a riusciti a descrivere eventi cosmici a noi irraggiungibili e impossibili: il ciclo della vita delle stelle, la formazione di galassie, fino all’origine del tutto.. nel preciso momento in cui l’intero universo era raggruppato in un punto di miliardi di volte più piccole di un nucleo atomico.

Senza l’aiuto di quest’uomo, inoltre, non sapremmo come lanciare i satelliti che collegano il mondo in un’unica rete, per di più non potremmo nemmeno spingerci nella speranza di esplorare il cosmo o dentro la materia, con l’aiuto di acceleratori di particelle giganteschi. Siamo quindi consapevoli che queste straordinarie conoscenze e tecnologie sono fondate su una visione del cosmo rivoluzionaria? Questa visione che illumina la natura, fino nella sua profondità dello spazio del tempo e quindi in poche parole del posto che occupiamo nel universo.

Questa mostra ha come scopo quello di analizzare l’incontro tra l’attuale visione del cosmo e l’evoluzione artista del pensiero contemporaneo, evidenziando il cambiamento di prospettive e la disgregazione delle certezze della conoscenza.


Foto scattata da me

Thomas Saraceno

L’opera di Thomas Saraceno, situata al centro della galleria.. racconta proprio il nostro essere sempre in contatto con i segnali cosmici, i quali raggiungendoci sono in grado di procurarci armonie o dissonanze. L’artista è quindi in grado di porsi come guida di un percorso interiore che passa tra frequenze, le quali non siamo capaci di ascoltare ma ben si di percepirle, onde gravitazionali accompagnate dal buio.. il quale è soltanto una metafora dell’universo di cui tutti noi ne facciamo parte, ma anche dei limiti che si oppongono alla conoscenza umana. Artisti e scienziati, indagano da sempre su questo processo, constatando sempre ogni limite del nostro sapere. Ma proprio loro, come tutti noi, sono spinti dal desiderio di andare sempre oltre.


Ci rendiamo conto del significato dell’esperienza che ci accompagna da sempre: siamo all’interno del cosmo, particelle sempre attive le quali partecipano dentro l’universo nel quale abitano.


Foto scattata da me

Spaziotempo

La nuova visione di spazio e tempo indetta da Einstein, si fonda su un principio fondamentale: la velocità della luce è una costante universale. Quindi per quanto velocemente possiamo muoverci, il suo valore (di 300.000 chilometri al secondo) rimarrà in qualunque caso invariato. Nell’insieme dello spazio tempo è la velocità co cui un corpo si muove a definire la prospettiva con cui quest’ultimo osserva il mondo, a determinare quindi il metro e l’orologio con cui misuriamo. Esso è relativo: eventi simultanei possono avvenire in due instanti diversi per un altro, e questo avviene spesso anche a noi che siamo osservatori di questi eventi.

Ad esempio, alla velocità delle nostre azioni quotidiani, drasticamente ridotte rispetto a quella della luce, i quali effetti della relatività sono impercettibili.. diventando sempre più importanti quando esploriamo il cosmo e i componenti ultimi alla materia.

Oltre i tradizionali strumenti con i quali l’uomo ha da sempre descritto lo spazio e il tempo degli svenimenti cosmici, questa mostra mette a disposizione un modello dell’esperimento con cui due scienziati, nella seconda metà dell’800, riusciranno ad osservare che la velocità della luce è la stessa per due osservatori in modo relativo.

Foto scattata da me

Sort:  

Ciao mariusoprea, mi piace l'idea che hai avuto ed è bella anche la mostra
Ciao grazie👍

Grazie mille, diciamo che me ne approffito di queste opportunità!