Un vago presentimento

in #ita5 years ago

Il signor Puzio arrivò alla reception particolarmente trafelato.
Era fuori forma da anni, e quell’enorme protuberanza rotonda attorno alla quale non riusciva più a stringere dei calzoni rendeva il suo ansimare quasi costante.
Mostrava le sue rotondità, nonostante tutto, con comprensibile orgoglio.

Dopo la sua separazione da Gina, compagna di una vita, era più che mai deciso a trovare un nuovo inizio.
Il regalo di alcuni suoi amici burloni, ma che in fondo gli volevano bene, era un invito proprio a una leggerezza in cui trovare intanto un po’ di delizia, e poi chissà anche un nuovo amore.
Quando gli consegnarono la busta con dentro il dono per il suo compleanno, non nascosero risatine più o meno trattenute.

All’interno, un buono, che recitava pressappoco:
“Questo biglietto è la vostra porta verso GN Tal, il villaggio vacanze che hai sempre sognato.
Se vuoi vivere un soggiorno di riposo, serenità e allegria, lontano dai vincoli e dal giudizio del mondo moderno, non ti pentirai di aver scelto il nostro Villaggio per ricaricare le pile.
GN Tal, il luogo preferito per le vacanze di chi non ama stare… troppo coperto!”
.

Tutto questo giro di marketing e parole per dire, in parole povere, che il luogo era un villaggio per nudisti.
Puzio non era un nudista, non aveva mai espresso in nessun modo il desiderio di vivere nudo in mezzo ad altri.
Ma l’idea non gli creava il minimo imbarazzo, anzi con una punta di eccitazione ogni qual volta pensava alla vacanza che lo attendeva diventava un po’ teso, diciamo così, ma proprio per l’aspettativa e la curiosità, non certo per pudore.

L’idea di tante possibili compagne da vedere nude, dal vivo, inutile nasconderlo, lo induriva dalla testa ai piedi.
Il tizio alla reception era incredibilmente simile al signor Puzio, forse un po’ più basso e meno gonfio.
In pochi passaggi, parlando poco, al signor Puzio fu indicata la sua camera, situata in un bungalow indipendente lungo dei piccoli sentieri in mezzo a un grande parco.
Il parco richiamava come poteva un ambiente tropicale, con delle palme e dei grossi massi bianchi.
L’erbetta tagliata di fresco, mentre si dirigeva al suo bungalow, lo solleticava sotto, aumentando il suo stato di eccitazione.

Fu in pochi minuti che il signor Puzio si tolse di dosso tutti quegli abiti che poco si addicevano alle sue forme e ai suoi gonfiori.
Qualche minuto in più lo dedicò alla sua igiene personale, visto che il viaggio con il caldo di luglio l’aveva reso decisamente accaldato.
Era ormai pomeriggio inoltrato. Il sole scaldava ancora, ma la sua presenza era più bassa e dai colori più caldi.
Tutto nudo, baldanzoso, il signor Puzio si avviò al bar all’aperto, su una struttura in legno e con una copertura di foglie secche di palma.

Era situato a pochi metri dal mare.

A quell’ora pochissimi ormai facevano il bagno. Alcuni erano sulla spiaggia, ma il bar iniziava ad essere più popolato della spiaggia stessa.
In mezzo a tanti, il signor Puzio vide subito lei, al bancone del bar. Bellissima, e sola.
Era come se tutta la sua eccitazione fosse stata, in quelle ore, non sessuale, ma una sorta di premonizione dell’incontro che lo aspettava.
Ebbe come la certezza che tutta quella storia, ad iniziare dalla separazione con Gina, fosse un prologo ordito dal destino per farle incontrare lei.
Con questa – assurda davvero – sicurezza, si avvio al bancone e si sedette accanto a lei.

“Cosa le porto?”, chiese il barman
“Una birra, per favore. E – girandosi verso la tipa – porti alla signora quel che desidera da bere”.
Lei, che fino ad allora era immersa nella lettura di un libro, si accorse allora del signor Puzio.
“Oh – reagì sorpresa – grazie… grazie lei è molto gentile… un altro succo di mirtilli, grazie”.
“Piacere, Puzio”, disse lui, avvicinandosi un appena a lei.
“Piacere, Ulvia”, replicò lei, con sguardo morbido e caldo.
Iniziarono a bere, e stare vicini.

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Lui, per un attimo ad un tratto, si chiese se non fosse tutto uno scherzo. Era tutto troppo irreale per essere vero.
Eppure lei era lì a mostrare il contrario.
Tra il caldo e la invitante presenza del signor Puzio, lei era umida e rosea.
Puzio, se possibile, aveva accentuato la sua baldanzosità, e stava lì tutto gonfio come un galletto che si mette in mostra nel pollaio.
Eppure di gallinella, ai suoi occhi, ce n’era soltanto una: Ulvia.

Erano ormai vicinissimi, ogni battuta, ogni occasione mentre si raccontavano reciprocamente vite e aneddoti, erano buone per sfiorarsi e, ormai, toccarsi.

dlin dlon
Un suono di avviso li interruppe.
“Si avvisano i gentili ospiti che è prevista una sorpresa! A breve passerà tra i tavoli del bar il nostro tatuatore! Ogni piccolo tatuaggio di vostro gradimento è offerto da GN Tal! Rendete il vostro corpo la vostra opera d’arte! Mostratela con ancora più orgoglio!”
dlin dlon

I due restarono sorpresi e, per qualche istante, silenziosi, così come d’altra parte tutti gli avventori del bar.
Pian piano riprese il brusìo ti fondo. Sicuramente molti stavano parlando della sorpresa proposta dal villaggio.

E infatti, anche Ulvia: “Oh! OH! Quanto mi piacciono i tatuaggi… Mi sanno di… incredibilmente virile!”.
Lo guardò, e lui ebbe un vago timore.
“Signor Puzio – disse lei, avvicinandosi profumata e calda – la prego, si faccia fare un tatuaggio!”
Il suo sguardo prometteva ricompense indicibili.
“Ma… ma… ma… non saprei guardi…”
“La prego!”
“Ma… ma…”
“Signor Puzio, io impazzisco per i tatuaggi sugli uomini… impazzisco!”

Il signor Puzio, esattamente come non aveva nessun problema a spogliarsi in pubblico, così non aveva nessuna paura specifica. Né del giudizio degli altri, qualora si fosse fatto un tatuaggio, né degli aghi sulla pelle.
Ma, ancora una volta, un vago presentimento.

La forza persuasiva di Ulvia, quello che la sua sola presenza prometteva a breve, era però irresistibile.

Accadde tutto in pochi istanti, almeno così parve al signor Puzio.
Non appena arrivò il tatuatore, con i suoi attrezzi e colori su di un piccolo banchetto di legno messo a tracolla e un catalogo di tatuaggi con sé, Ulvia ne attirò l’attenzione in maniera esagerata.
Lui si avvicinò.
Ulvia iniziò a sfogliare il catalogo, chiedendo tre o quattro volte al signor Puzio se questo o quel disegno gli piacessero. Ascoltava a malapena la risposta.

Lui non seppe nemmeno mai quale avesse alla fine scelto come disegno.
Non appena il tatuatore posizionò la macchinetta e l’avviò, Puzio saltò in aria con un dolore improvviso, e altrettanto improvvisamente si sentì un piccolo scoppio, e poi il rumore inconfondibile di aria che esce da una camera d’aria.

PSSSSSSSSSSSSsssssssss.

Puzio roteò la testa all’indietro, e iniziò pian piano ad afflosciarsi.
Svenne.

Si risvegliò poco dopo, mentre il medico del villaggio gli stava controllando la pressione.
“Oddio, dottore, è grave?”, chiese con una punta di melodramma Ulvia.
Il signor Puzio già non la sopportava più.
“Uhm – mugugnò il dottore – dal punto di vista clinico… non direi. L’ago deve aver bucato un corpo cavernoso… non è a rischio di vita, ovviamente ma…”
“Ma?”, chiese ancora Ulvia.
“Ma sicuramente non potrà mai più diventare eretto e… beh, lei mi capisce… poter portare a termine un rapporto sessuale…”

Mentre il tatuatore si aggirava con aria attonita, continuando a ripetere “non è mai successo, com’è stato possibile, non è mai successo”, e Ulvia si aggiusto tutte le labbra cercando di recuperare un tono per allontanarsi – ormai disinteressata – con dignità, il signor Puzio rimase lì, floscio, per terra, senza sapere cosa pensare.
Da quel giorno in poi, da quella disgraziata vacanza, solo le sue invidiabili rotondità gli avrebbero ricordato la virilità che un tempo lo rendeva quello che era.

Il giorno dopo, prima di andare via, un legale del villaggio gli fece firmare una dichiarazione di non responsabilità, visto che il medico aveva parlato di imprevedibile fatalità non imputabile a nessuno.

Sul foglio intestato si leggeva, con la completezza dovuta ad un documento ufficiale:
“GeNiTALia – villaggio vacanze per organi sessuali nudisti”, ed era senza alcun dubbio a lui che ci riferiva, con il suo nome completo, proprio a lui che da quel giorno completo non si sarebbe sentito mai più: il signor Pre Puzio.

(foto dell'autore)

Con questo post partecipo al contest settimanale di @spi-storychain, in cui il tema centrale era Tatuaggi e l'ambientazione Villaggio Vacanze per nudisti.
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