CI AVETE FREGATI....

in #ita6 years ago

[L'immagine qui riportata è stata creata dal sottoscritto]

Ci avete fregati, lo sapete no?
Ci avete fregati quando dopo le superiori ci dicevate “studiare è la soluzione giusta! Senza un pezzo di carta non vai da nessuna parte!”, e proprio quando stavamo concludendo un percorso di studio lungo, doloroso e (soprattutto) dispendioso, sempre voi ci avete detto “Ehi! Sapete cosa? Non ce ne frega una mazza se vi siete fatto un mazzo tarallo per anni, abbiamo scoperto che se prendiamo un diplomato, riusciamo a plasmarlo come vogliamo noi…e lo paghiamo anche molto meno!.
Oramai chi sta a ridosso dei 30 anni (27-32 anni) si sveglia ogni mattina con una pigna nel sedere, poiché sa che se vuole lavorare deve accettare paghe ridicole per una persona laureata/specializzata (e non mi riferisco solo ai “rimborsi spese stage da 500,00 €”), che non può permettersi un mutuo, poiché una paga troppo bassa non è associabile a nessun tipo di garanzia o ad una rata mensile che ci si può permettere, che dovrà continuare a dividere l’appartamento con studenti/altre persone nella stessa condizione. Non parliamo nel caso in cui si necessiti viaggiare per lavoro…già…se ti serve una macchina (che ti dovrà prestare/comprare/regalare qualcuno…tu sei un pezzente, non te la puoi permettere) per viaggiare o per raggiungere il lavoro dovrai sobbarcarti una spesa incredibile tra benzina, meccanico, gommista e chi più ne ha più ne metta, e sappiamo tutti che è così!
Le aziende per risparmiare si spostano in piccoli paesi che non hanno bus, stazione dei treni, nulla…ma il risparmio è tutto loro.
Se a fine mese riuscirai a mettere da parte 100€ per qualche strana congiunzione astrale, potrai ringraziare Chtulhu per la sua magnanimità in questo mese.
Dicono negli annunci di lavoro ”Diploma o laurea equivalente” ma da quando un diploma “vale” quando una laurea? Da quando un attestato bramato per anni da chiunque è diventata carta per pulirsi il culo dopo un sonoro attacco di diarrea? E non iniziate a dire “Beh vai all’estero, no?” perché probabilmente non avete idea di come vengono visti gli italiani fuori dall’Italia (ho vissuto fuori, quindi lo so bene): scansafatiche, arraffoni, furbacchioni e chi più ne ha più ne metta! Rendetevi conto che, in alcune nazioni, siamo visti alla stregua dei batteri o delle muffe; 5-6 aziende estere mi hanno sbattuto la porta in faccia poiché “avevo un ottimo profilo, ma loro non assumono italiani per politica aziendale”…e cosa vuoi farci allora? Nulla.
Nessuno ci da una mano…e sia chiaro, io voglio lavorare, ma non voglio farlo in un mondo dove se voglio, ogni tanto, portare la mia ragazza fuori per cena, non ci devo pensare per giorni e vedere se me lo posso permettere, anche perché ad un certo punto si arriva ad un punto di rottura dove quei pochi soldi da parte li si sputtanano tutti in pochissimo tempo, perché lavorare al solo scopo di pagarsi la benzina, l'affitto e le bollette di una stanza, è troppo deprimente per essere accettato.
E cosa posso fare io, allora? Solo svegliarmi ogni mattina, sapendo che la mia tesi in Ingegneria è finita in America per l’alto tasso di innovazione e ricerca per essere approfondita, guidare 45 minuti, arrivare al lavoro ed iniziare a rispondere il telefono (si…l’assistenza clienti fa prevalente questo) sperando che meno gente possibile mi mandi a cagare, guidare per tornare a casa circa il doppio dell’andata causa traffico, mandare CV fino alla nausea (a cui nessuno risponderà MAI), dare un’occhiata a quelli che sono i miei sogni nel cassetto che non realizzerò mai, ed infine andare a dormire, e sperare di svegliarmi il giorno dopo realizzando che sia tutto un incubo, perché i, a questo gioco, non voglio giocare più…

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Mi spiace molto per la tua esperienza, che è anche l'esperienza collettiva di noi giovani alle prese con un mercato del lavoro che è in crisi; affrontiamo tutti l'ipocrisia di questo mondo, ma vorrei spezzare una lancia a favore dell'estero, perché vivo a Malta e nessuno mi ha mai scartata a un colloquio di lavoro o mi ha mai accusato di qualcosa a causa della mia nazionalità. Quindi personalmente non ho avuto una così brutta esperienza andando fuori. Sottoscrivo comunque la rabbia per quanto avviene in Italia. Paradossalmente capita spesso che siamo noi italiani all'estero a non volere aver a che fare con gli italiani, invece, perché siamo noi a considerarci per primi scansafatiche, arraffoni, furbacchioni; spesso siamo prevenuti nei confronti dei nostri connazionali a causa delle brutte esperienze nel belpaese