IL MONDO DELLE API – PREDATORI DELLE API, LA VESPA VELUTINA

in #ita6 years ago (edited)

IL MONDO DELLE API – PREDATORI DELLE API, LA VESPA VELUTINA

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Foto di mia proprietà

Sul mondo delle api, sono stati puntati i riflettori, dagli organi di informazioni, come raramente accade, grazie alla prima giornata mondiale delle api del 20 maggio scorso. Si spera, che abbia portato più consapevolezza nel riconoscere che l’attività di queste preziose bestioline è estremamente necessaria per l’ecosistema, anche per la sopravvivenza dell’uomo sulla terrà.
E’ bene ribadirlo, perché gran parte delle colture utilizzate per la nostra alimentazione vengono impollinate dalle api bottinatrici.
Ma, spenti i riflettori, rimangono i problemi, ancora enormi da superare: da una puntuale e specifica normativa su l’utilizzo, nell’agricoltura intensiva, di pesticidi, alla lotta contro le malattie dell’alveare e dei predatori delle api e, più in generale, agli squilibri dovuti al cambiamento del clima. Fattori che stanno concorrendo a determinare una forte diminuzione delle api su tutto il pianeta. A partire da questo post, ci occuperemo dei cosiddetti predatori o killer delle api, insetti “alieni” provenienti dall’oriente e dall’Africa che minacciano la nostra Apis mellifera ligustica, l’ape italiana.

Tratteremo oggi della VESPA VELUTINA (Vespa velutina nigrithorax ), in seguito, del coleottero degli alveari,l’AETHINA TUMIDA, un insetto che sta mettendo in serio rischio di sopravvivenza il mondo delle api specialmente in terra di Calabria e di Sicilia. La vespa velutina è un calabrone asiatico, chiamato killer delle api per il fatto che va alla ricerca di
api per nutrirsi: dopo averle catturate, le spezza vive togliendogli la parte esterna e si ciba dei muscoli del torace. E’ estremamente aggressivo rispetto al calabrone europeo (Vespa crabro). Differisce dal nostro calabrone per le dimensioni molto più piccole, circa 3 cm. Di colore scuro tendente al nero, con la parte estrema posteriore di colore arancione. La parte frontale della testa di colore giallo arancione. Le ali sono molto lunghe, arrivano fino a 5 cm, mentre le zampe sono scure con la parte dei tarsi di colore giallo. Il suo pungiglione inietta un veleno che ha la stessa tossicità del calabrone nostrano.
Naturalmente, se si evita la puntura e meglio perché, specie se si è allergici, più punture possono mettere in pericolo la vita.

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Foto

La vespa velutina è arrivata anche in Italia, per ora localizzata e combattuta al Nord Est. Proveniente da una vasta area nella parte Sud occidentale dell’Asia. Introdottasi, viaggiando nelle merci, dapprima in Francia, segnalata nel 2004, per poi diffondersi (avanza circa 100 Km all’anno) in gran parte dell’Europa.
In Italia è stata segnalata nel 2013 e da allora, sta provocando danni ingenti in quanto, oltre ad affrontare le api in modo diretto posizionandosi all’ingresso dell’arnia, ne impedisce l’uscita quando le nostre bestioline devono andare a procurare nettare e polline. Il perdurare di questo stato di cose, provoca un terribile stress alle nostre api che non escono più dal nido e non depongono uova, ciò porterà la colonia ad estinguersi.

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Vista la situazione estremamente critica per le sorti delle api, nonché per la seria crisi che si è venuta determinare nella raccolta del miele, tanto da mettere in ginocchio il mondo apistico, da più parti: istituzioni pubbliche, università, associazioni apistiche si sta correndo ai ripari per arginare l’avanzata della vespa velutina e sradicarla dal nostro habitat. In primis, la necessità di riuscire ad individuare i nidi e distruggerli prima che le regine siano fecondate. Nidi difficili da individuare in quanto costruiti non solo in alto, tra gli alberi dei boschi ma, anche in basso, a livello del terreno, tra cespugli o sotto tettoie e cornicioni nelle zone abitate.
Dalla comparsa del calabrone asiatico in Italia, si stanno mettendo in campo diverse strategie per contrastare e debellare questo terribile insetto. In Francia è allo studio una “vespa parassitaria” che possa neutralizzare la vespa velutina. Sempre in Francia, l’arma che si sta rivelando efficace è una pianta carnivora proveniente dal Nord America, la Sarracenia.
Questa pianta, dalle foglie tubolari, assumendo una forma ad imbuto, intrappola insetti attraendoli con una secrezione nettarina e, da particolari colori e profumi che essa emana. Gli insetti una volta attratti, vengono spinti verso la cavità del tubo, dal quale non possono più uscire per via delle pareti cerose di cuoi è composta la foglia, per poi, con speciali enzimi digerire tutto.Nella variante europea, in uno studio condotto dal giardino botanico di Nantes, nella Valle della Loira, si è constatato che la Sarracena è estremamente selettiva, in quanto, fa cadere nella sua trappola solo calabroni asiatici, risparmiando le api e le vespe europee.

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Sarracena in fiore, foto di mia proprietà

Attualmente si stanno studiando le sostanze chimiche che la Sarracena produce per attirare i calabroni asiatici.
In Italia, il Consiglio per la ricerca in agricoltura Cra Api di Bologna sta perfezionando un sistema che consente di installare sulla vespa velutina una piccola antenna che permetterà di individuare il nido quando la vespa ritorna, al fine di distruggerlo. Stesso progetto lo sta portando avanti la Regione Liguria in collaborazione con il Politecnico di Torino. Qui è previsto già in questo anno, il primo radar in grado di localizzare in volo i calabroni asiatici. In ultimo, per monitorare la presenza del calabrone asiatico sul territorio, si sta usando il “trappolaggio”, una pratica che consiste in due fasi ben distinte: la prima trappola viene posizionata alla fine dell’inverno, quando dopo l’ibernazione, la regina del calabrone esce dai nidi affamata alla ricerca di sostanze zuccherine di cui nutrirsi necessarie per riprendere le forse e volare per individuare altri luoghi per formare colonie. La trappola consiste in un esca costituita da birra con tasso alcolico del 4,7%, che non è controindicata per insetti impollinatori in quanto non gradiscono tale miscela.

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L’esca, è costituita da una semplice bottiglia di plastica, nella quale viene versata la birra, alla cui estremità viene posizionato un apposito tappo di plastica, dai colori rosso o giallo che richiamano frutti maturi, e che viene appeso su gli alberi.
E’ il sistema, rivisto, di una vecchia usanza contadina che ho visto fare anche in un terreno di famiglia, tra un filare e l’altro della vigna, per catturare vespe nostrane infestanti che bucavano gli acini dell’uva. Sistema che funziona! La seconda trappola, viene posizionata nel periodo estivo, quando aumenta la presenza del calabrone asiatico in prossimità delle arnie, dal sorgere del sole al tramonto.
In questo periodo dell’anno, cambiano le abitudini della vespa vellutina, ormai le regine sono rintanate nel nido a covare, ed ad uscire sono le vespe operai e queste vogliono mangiare qualcosa di più sostanzioso, di più proteico, cibo necessario per nutrire le larve. Come abbiamo visto si nutrono di api posizionandosi davanti alle arnie dove tornano le api bottinatrici.
La seconda trappola, chiamata sfera trap, è un’esca a colla composta da patè di pesce per gatti e va posizionata sopra o tra un’arnia e l’altra. Si prende una sfera tipo piccolo pallone da calcio, lo si avvolge con una pellicola trasparente e lo si spalma di colla, va bene quella per i topi, poi vi si posiziona intorno il patè di pesce per gatti.
IL calabrone asiatico, attratto dal cibo, plana sulla sfera e ci rimane incollato.
Anche in questo caso la trappola funziona! Esche, che sono frutto di ingegno e passione di apicoltori, spesso lasciati soli, salvo rari casi, che conducono con pochi mezzi un’importante battaglia per fronteggiare questi predatori e difendere non solo la nostra Apis mellifera ligustica, ma l’ecosistema territoriale nel quale viviamo.

Alla prossima, per conoscere il temuto coleottero degli alveari: Aethina tumida!

Sort:  

Ho letto il post con molto interesse, ben spiegato. Speriamo che queste brutte bestie stiano alla larga!

Ti ringrazio! Per il momento si sta cercando di tamponare la situazione ( per quanto riguarda l'italia), cercando di circoscrive il problema, ed evitare che si espanda in tutto il centro-sud.
Al nord la situazione sembra migliorare, ma ho visto molti video di apicoltori disperati sia in liguria, che in emilia romagna.

In uno dei tuoi post precedenti, hai parlato dell'apicoltore come custode: è la verità assoluta.
Il mondo di oggi è "piccolo", persone e merci si muovono con rapidità estrema intorno al globo e con esse non mancano insetti, microbi e quant'altro. Sapevo di questa vespa, ma non conoscevo le sue abitudini. Nelle campagne sicule, le bottiglie appese agli alberi e in prossimità delle vigne erano proprio pensate per vespe e mosche ma la miscela all'interno attirava spesso altri insetti (mio zio usava bevande zuccherine o birra, ma senza misurare la gradazione alcolica). A quei tempi (parlo di 20 anni fa', quando ero bimba) non esisteva il problema della vespa ammazza-api.
Mi piace che si possa combattere questo killer di apine con metodi naturali, ad armi pari in qualche modo, spero che la ricerca continui a muoversi in questa direzione, intanto cercherò di munire me e i miei genitori di qualche pianta carnivora specifica, in modo da contribuire un pochino alla salvaguardia delle api!

Come sempre, post interessante, formativo, ben fatto! Grazie per la condivisione!

Sono molto contento che ti piaccia la mia serie monotematica sul mondo delle api, e che in qualche modo ti stia avvicinando a questa realtà.
I metodi tradizionali alla fine si rivelano sempre i più efficaci e rispettosi per l'ambiente, ma insieme ad essi, sarebbe ora che l'uomo si svegliasse, e iniziasse ad adottare della prevenzione.
Non bisogna scordare l'importanza di quello che ci circonda, non essere egoisti nei confronti della vita degli altri esseri viventi e sopratutto rispettarli perchè è solo grazie a essi che viviamo nel mondo che conosciamo!
Ringrazio te @nawamy per il commento e per le belle parole spese!

ps. quando scriverò a riguardo della varroa ci sarà da mettersi le mani nei capelli!!!

O.o
Non so cosa sia ma già il nome non fa presagire proprio nulla di buono...attendo con curiosità ;)

Brutta Vespazza Velutina malefica, ci mancava solo questa, per rompere anche di più le scatole alle nostre amiche api, che già ne devono sopportare tante, e questa proprio è gratuita al 100%.
Ottimo post, @phage93, bravo

Hahah @mad-runner l'ho pensato anche io! Brutta vespa cattiva velutina!! XD

Ti ringrazio molto @mad-runner!
La capacità di espandersi che possiede è straordinaria, se l'uomo non si sveglia sarà dura tenerla sotto controllo!

Congratulations @phage93!
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Complimenti!! Apprezzo un sacco la particolarità dei tuoi post, li trovo davvero interessanti!!! :)

Grazie tanto @snakecharmer03, molto contento che apprezzi!