Book of the week - Who’s in Your Room?

in #ita5 years ago

TITOLO:
Who’s in Your Room?

AUTORE:
Ivan Misner , Stewart Emery , Richard Sapio

TAG:
Motivazione, Crescita e Benessere



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CC0 Creative Commons - https://pixabay.com/it/photos/libri-college-copertura-documento-1845614/

RATING


PREMESSA


In questo libro Ivan Misner paragona la vita ad una stanza in cui esiste solo una porta d’entrata da cui non si può uscire, per questo chiunque facciamo entrare inevitabilmente ci influenzerà per sempre.
Sapendo questo le nostre scelte sarebbero state differenti?
Attraverso un controllo più selettivo di chi facciamo entrare o meno possiamo controllare e gestire meglio la propria vita.

RIASSUNTO


Dare accesso nella nostra stanza solo alle persone giuste


La vita è una stanza in cui esiste solo una porta d’entrata da cui non si può uscire. Diventa necessario capire quali processi ci possano aiutare a selezionare le persone da far entrare poiché chiunque entra ci influenzerà per sempre. Attraverso molti esercizi impareremo a gestire meglio l’accesso alla nostra stanza.

Le persone nella nostra stanza determinano la nostra felicità


Partendo dalla riflessione precedente e tenendo presente che il passato non si può cambiare possiamo però prendere il controllo delle nostre decisioni future.
L’autore propone diversi esercizi per aiutarci a prendere il controllo della nostra stanza:
Esercizio 1:
Definire i momenti di dissonanza (momenti di rabbia o tristezza)
Definire i momenti di risonanza (momenti di gioia)
Ora cercate di ricordarvi chi c’era dentro la stanza.
Questo esercizio serve a prendere maggiore consapevolezza riguardo lo stretto rapporto tra le persone e la relazione che hanno avuto rispetto a noi al fine di comprendere come gestire la propria stanza e su cosa investire.

Come controllare la porta d’accesso alla nostra stanza


Un altro concetto importante è relativo al fatto che la porta di accesso alla nostra stanza non è chiusa a chiave e che quindi tutti potrebbero entrare, l’unico modo di gestirla è quello di creare un portinaio immaginario.
L’accesso quindi deve essere garantito solamente a chi soddisfa alcuni valori. L’introspezione aiuterà a fare scelte diverse e più sagge in futuro.

Conoscersi per gestire al meglio l’ingresso alla stanza


A questo punto diventa fondamentale approfondire e conoscere quali siano i propri valori, visto che saranno loro a determinare l’accesso o meno alla nostra stanza .
Riconoscere la differenza tra i valori ai quali si ambisce e quelli secondo cui si agisce è un passo fondamentale per gestire al meglio l’ingresso alla stanza.
Esercizio 2:
Fare una lista di 10 valori in cui ci si meglio riconosce. Depennarne 3, al fine di eliminare quelli meno importanti.
Una volta determinata la lista descrivete per quale motivo questo valore è importante e cosa fate per metterlo in pratica.
Esercizio 3:
Determinare i punti di rottura
I punti di rottura sono quei valori e comportamenti che noi con difficoltà tolleriamo nella nostra vita. Conoscere nel dettaglio i punti di rotture serve a determinare meglio l’accesso alla propria stanza e conseguentemente acquisire maggiore controllo sulla propria vita.
Esercizio 4:
Valutare le persone all'interno della stanza
Dividere la persone all'interno della propria stanza in categorie come ad esempio famiglia, social media, lavoro ecc. Associare ad ogni persona se si tratta di soggetti assimilabili a momenti di dissonanza o risonanza. A questo punto iniziamo ad utilizzare il nostro portiere per selezionare a chi garantire l’accesso alla stanza in base ai propri valori e punti di rottura.

Soggetti “motore”, “ancore” e soggetti “mentore”


I soggetti “motore“ sono quelli che ci spronano e aiutano da migliorare noi stessi, mentre i soggetti “ancora“ sono coloro che si focalizzano sui problemi impedendoci di arrivare alla soluzione.
I soggetti “mentori” invece sono coloro che ci aiutano a conseguire ciò che riteniamo più importante.
In nostro portiere deve far entrare solamente i soggetti “motore“ e “mentori” cercando di lasciar fuori i soggetti “ancore”.
Purtroppo nessuno può essere espulso dalla stanza ma possiamo invece imparare a mettere da parte, in una scatola, gli elementi dissonanti.

La strategia dell’abbandono benigno


È necessario creare spazio per chi riteniamo davvero importante nella nostra vita, diminuendo la disponibilità verso chi invece riteniamo nocivo. Molto spesso le persone dissonanti sono molto vicini a noi, parenti, amici, con cui non possiamo chiudere completamente i rapporti ma che invece possiamo incontrare in piccole e controllate dosi.
In conclusione la gestione della nostra stanza non è difficile, richiede solo allenamento nel prevedere situazioni che lascerebbero entrare elementi nocivi.

Grazie per la lettura, alla prossima!!!

Sort:  

è vero....interessantissimo....oggi mi chiedo se ne è valsa la pena fare restare certe persone nella mia stanza....ma forse sono errori inevitabili....i miei genitori pur appartenendo a un ceto sociale alto hanno voluto che io avessi a che fare con tutti....imparando a difendermi se necessario...non saprei...oggi mi faccio molte domande

nel libro ne parla. frequentare non vuol dire far entrare. in ogni caso si parla di età consapevoli, quando eravamo piccoli non potevamo altro che subire le scelte di altri.

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