Madagascar #2: Il mondo della libellula

in #ita6 years ago (edited)

Sono nata in questo modesto specchio d'acqua nei pressi della periferia di Antananarivo. Vorrei riuscire a farvi comprendere cosa ha significato per me, e per quelli come me, questa palude immersa nella nebbia.
Alcuni di voi faranno fatica a capire che in questo luogo noi vediamo una prigione e allo stesso tempo la massima aspirazione di vita, che rappresenta la pura sofferenza e la più grande gioia... ma procediamo con ordine!

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Quando ero una piccola larva acquatica, appena uscita dall'involucro che mi conteneva, mi resi subito conto che quello non era il luogo dove sarei dovuta stare. Il fondo del lago era sempre scuro e le canne formavano grovigli labirintici lungo tutte le sponde, un luogo poco ospitale rispetto a quello che io ero solita chiamare il mondo di sopra. Li, fuori dall'acqua, le canne si stagliavano dritte verso il cielo e l'oscurità sembrava lasciare il posto ad un tenue bagliore che mi attirava a se come fa una calamita con della limatura di ferro.

Questa sensazione di disagio presto si trasformò in una sfida! Dovevo trovare il modo di arrivare a vivere nel mondo di sopra, non importa quanto tempo ci avrei messo o quanta fatica sarebbe stata necessaria, era il mio unico scopo di vita.
Per lasciare le tetre sponde del lago necessitavo di diventare forte e crescere e così iniziò un intenso periodo di caccia.
Nell’oscurità della palude ho imparato a scegliere la mia preda e ho compreso che quelle piccole pallette nere, se non sbaglio voi li chiamate girini, così goffe e morbide sarebbero state il mio principale mezzo di sostentamento.

Non ho idea di come abbia fatto a capirlo ma giunta ad una certa taglia sentii che era arrivato il momento di tentare l'accesso al mondo di sopra. Avevo paura, ma ero determinata a compiere il mio viaggio e cosi mi arrampicai su uno stelo e provai ad uscire fuori dall'acqua.

Eccomi ero finalmente uscita dalla prigione ma il senso di gioia che mi pervadeva il corpo subito lasciò il posto ad un torpore che mi portò a credere di stare per morire, chiusi gli occhi e l'oscurità mi riavvolse fra le sue braccia.
Quando li riaprii, due enormi paia di ali spuntavano dal mio esile corpo. Ero riuscita nel mio sogno, non so se fosse scritto nel destino oppure no, ma a me piace pensare che la mia volontà ferrea a voler abbandonare la prigione in cui vivevo abbia guidato il mio cambiamento.

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Il mondo sembrava perfetto, ma il destino a volte riesce d essere davvero beffardo. Vedete, anche quelle piccole palette nere bramano di uscire dalla palude e una volta compiuta la metamorfosi inizia la loro vendette. Noi per uscire dall'acqua necessitiamo il sacrificio di molti di loro ma una volta trasformati in mostri giganti, che voi chiamate rane, i ruoli si invertono e la vittima diviene carnefice.

Nonostante il pericolo di essere mangiati ogni giorno sia elevatissima non ritornerei a vivere nella prigione acquatica per nessun motivo. Mi verrebbe da pensare che la mia brama abbia un costo che mi dovrò portare dietro per sempre.

"tutte le foto nel post sono di mia proprietà"

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Spettacolare e soprattutto fa capire come la vita sia grandiosa e di come le situazioni possano cambiare di meglio in peggio.

Venire a conoscenza di questo particolare scambio di ruolo fra rane e libellule mi ha veramente colpito! Non potevo esimermi dal tentare di descriverlo al meglio delle mie potenzialità. Sono molto contento ti sia piaciuto. Grazie!

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