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RE: Fatti, bufale e cialtronerie su COVID-19 - Il Nobel diventato pazzo e il pazzo mai diventato Nobel

in #ita4 years ago

Mi rendo conto che questo post per qualcuno possa effettivamente risultare di difficile comprensione, ed è più che lecito... Probabilmente avrei potuto semplificare un po' le cose. Però alcune cose sono effettivamente molto complicate, ed è per questo che bisognerebbe affidarsi e, talvolta, fidarsi di chi è esperto in un determinato settore. In ogni campo, non solo nella scienza.

Sono d'accordo con te, durante questa epidemia la scienza ha più volte sbagliato i modi, soprattutto in televisione e sui giornali. Da persona di scienza, però, ho percepito due differenti "schieramenti"... Uno che ha commesso errori in buonafede, e uno no. Ovviamente è un mio parere, quindi posso sbagliare. Ma ritengo che alcuni, come il prof. Burioni o la dottoressa Capua, abbiano commesso sì errori, ma provando sempre a partire dai dati a disposizione. Dati poi rivelatisi parziali o imprecisi. Altri, come la Gismondo, hanno deliberatamente mentito ai cittadini... Alterando i dati a disposizione per il proprio tornaconto. Questo è creato uno scontro che ha fatto ulteriormente degenerare la situazione.
E a questo punto, come hai detto tu, la scienza si è dimenticata di precisare che molto spesso si parla di probabilità, e non di certezze.

Sono d'accordo anche sul fatto che nel dibattito pubblico dovrebbero "pesare" quanto la scienza anche altri fattori. Questo però dovrebbe essere il compito di un politico... Per farla semplice, Conte prima di decidere dovrebbe ascoltare un medico, un economista, magari uno psicologo, e così via. E poi trovare una soluzione che tenga conto di tutti i pareri espressi. Questo è stato fatto male. La scienza sarebbe stata disposta a fare la sua parte in una "mediazione"... Credo però che le risposte siano mancate dai rappresentati delle altre parti. Siamo in ballo da tre mesi... E ancora dal punto di vista economico siamo allo sbando totale per esempio.

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No, guarda il post andava bene così, certi argomenti è giusto vengano spiegati anche nella loro piena complessità perché le persone devono rendersi conto che per affrontare certi argomenti occorre armarsi di competenze. Il punto è proprio questo: se si semplifica troppo si rischia di finire nel banale ed alcuni, più abituati a giocare sulle banalità, più facilmente troverà il modo di trasformare la semplificazione in un errore nel tentativo di screditare la tesi e l'autore. Quindi ben venga il dibattito anche complesso, ma pubblico. E' questo l'aspetto fondamentale. Non ho mai amato color che evitano il dibattito solo invitando a tacere i presunti non competenti, tentando di tacciarli con superbia.

E' un po', se vogliamo, un analogo al discorso che si fa in ambito software in riferimento all'open source. Se un software è open source forse io posso non aver le competenze per verificare cosa fa e come lo fa, ma posso confidare che se c'è qualcosa da nascondere altri potranno svelarlo avendone le competenze. Per questo è importante ad esempio che la famosa App per il tracciamento sia open source. In questo modo si mettono a tacere i complottismi, almeno quelli beceri.

Un tempo, parlo di 30 anni fa, compravo la rivista "Le scienze" e mi dilettavo a leggerne tutti gli articoli, qualsiasi fosse la branca scientifica trattata: dall'astrofisica alla microbiologia, dall'antropologia alla geologia. Non sempre comprendevo il 100% ma era sempre di stimolo e credo abbia contribuito a formarmi il carattere estremamente curioso e la mentalità aperta. Poi ho smesso di comprarlo per le vicissitudini della vita, ma non ho apprezzato l'abbassamento di livello che ha oggi, con articoli non più alla stessa altezza di approfondimento di quelli che ricordavo, cercando di rendere la scienza forse più alla portata di tutti ma troppo banalizzandola e spettacolarizzandola, rincorrendo forse la nuova tendenza aperta da riviste di scienze più popolari come "Focus", anche se senza arrivare a quei livelli. Rendere tutto sempre troppo semplice e banale non va bene.

Poi ci sono gli altri due problemi purtroppo, che citi. Il primo è che nell'ambito scientifico, proprio anche confidando nell'ignoranza diffusa, in parte anche comprensibile visto che non si può esser "tutti scienziati in tutte le scienze", hanno svenduto il loro ruolo, per interessi sfacciatamente di parte facendo perdere credibilità al mondo scientifico e questo è un male in assoluto. Ma credo che proprio per contrastare questo fenomeno sia necessaria anche in ambito scientifico una maggior trasparenza: portare in pubblico i dibattiti, in tutta la loro complessità. Ad altri spetterà il ruolo, di volta in volta, di divulgatore, cioè di colui che riesce a semplificare le questioni portandole a conoscenza di un pubblico ancor più vasto.

Infine l'ultimo aspetto: la mancanza di sintesi del mondo politico fra gli aspetti medici e tutti gli altri. Purtroppo non credo che ciò sia dovuto a incapacità, non in generale almeno. Che ci siano politici incapaci è sicuramente un fatto. Ma non credo che sia una questione che si può generalizzare. Non sono così ingenuo da pensare che i politici siano tutti e solo incapaci e si circondino solo di tecnici incapaci. E' che fanno scelte politiche rivolte sempre a certi interessi, rivolti sempre a perseverare il più a lungo possibile le loro posizioni, se vuoi puoi considerarla una propaganda continua, persistente e sottile, che spesso tende a muoversi più a nascondere alcuni aspetti del quadro generale puntando a mettere in luce di volta in volta alcuni particolari utili in quel momento, pronti a ignorarli nuovamente appena torna loro utile. Non ho mai visto i politici così attenti e focalizzati ad "assecondare" esclusivamente la categoria scientifica dei medici e ignorare così spudoratamente l'altra categoria che finora aveva avuto così tanto peso: quella degli economisti, con la "complicità" di una larga parte di questi ultimi. Magari l'avessero fatto un po' di più inpassato e non credo che questa conversione sia frutto di "genuino ravvedimento". Sono una persona che vive di comunicazione e la studia da oltre 30 anni, certi "movimenti" mi saltano agli occhi piuttosto evidenti.

La mia spassionata opinione è che i marketing consultant abbiano fatto molto bene il loro lavoro, facendo cavalcare a chi di dovere il cavallo giusto, con estremo opportunismo, trovando finalmente il capro espiatorio che si cercava da tempo, per giustificare il vicolo cieco in cui il sistema economico si era infilato, soffocato con le sue stesse mani continuando negli ultimi decenni a ragionare sempre e solo nel breve termine.

se si semplifica troppo si rischia di finire nel banale ed alcuni, più abituati a giocare sulle banalità, più facilmente troverà il modo di trasformare la semplificazione in un errore nel tentativo di screditare la tesi e l'autore.

Penso tu abbia ragione. Proprio un paio di giorni fa io e la mia compagna, parlando di questa situazione, siamo giunti in realtà alla stessa tua conclusione. Però voglio credere che esista anche un modo corretto di semplificare la scienza e renderla "più accessibile".

Condivido il resto. Anche se devo ammettere che, almeno qui in Lombardia, nelle fasi iniziali i medici non sono stati ascoltati poi troppo, e tanto il sindaco di Milano, quanto il presidente della Regione, hanno cercato di salvaguardare soprattutto l'immagine di una città instancabile e la sua economia.

Però voglio credere che esista anche un modo corretto di semplificare la scienza e renderla "più accessibile".

Certo che si può, ma vanno distinti, come dicevo due ruoli diversi. Uno è lo scienziato che discute pubblicamente e diffonde lo studio al pubblico più ampio possibile, mantenendolo più rigoroso possibile, per preservarne l'integrità scientifica. Ma importante, anzi fondamentale il fatto che sia pubblico, liberamente condivisibile e disponibile. Come il tuo post. L'altro è il divulgatore, un ruolo più "giornalistico" che da scienziato, un po', se vogliamo, alla Piero e Alberto Angela o Luigi Bignami, che ha il compito di tradurre in un discorso ancor più semplice lo studio scientifico, cercando di non degradarlo troppo.

Anche se devo ammettere che, almeno qui in Lombardia, nelle fasi iniziali i medici non sono stati ascoltati poi troppo, e tanto il sindaco di Milano, quanto il presidente della Regione, hanno cercato di salvaguardare soprattutto l'immagine di una città instancabile e la sua economia.

E' accaduto ovunque, banalmente per un motivo. All'inizio non si era percepita l'utilità del virus da parte dei marketing consultant di cui parlavo, presi dalla solite tematiche. Covid-19 era visto solo come un disturbo occasionale. Per questo non credo neanche alla teoria complottistica del virus creato e diffuso appositamente. E' stato un utile opportunità presentatasi.