Facebook, Cambridge Analytica, Google & CO.

in #ita6 years ago (edited)

Era metà marzo, quando praticamente tutti i media ed i giornali del mondo (surfando l’onda partita dal New York Times riguardo l’utilizzo di dati di utenti Facebook per influenzare la campagna elettorale dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America), riportavano la notizia che 50 milioni di profili Facebook erano stati violati. Iniziano così le campagne mediatiche di sdegno sull’importanza della privacy, la politica riporta le ultime novità legislative arrivate dall’Europa “Regolamento UE 2016/679 in materia di protezione dei dati personali” che sta entrando in vigore: una legge che ti punisce economicamente se possiedi un’azienda e non dimostri che hai fatto tutto il possibile per proteggere i dati dei tuoi clienti? Cioè?
Abbiamo appena avuto la riprova da 10 anni i maggiori colossi tecnologici hanno abolito legalmente qualunque tutela della privacy sotto concessione dell’utente finale e questa sarebbe la reazione?

Per dirla tutta negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un mare di caXXXte!

Proviamo innanzitutto a capire cosa è accaduto veramente: Facebook, come anche Google incentrano il loro principale business sulla vendita di dati ai fini di marketing. Inserendo i nostri post diamo a queste società l’accesso alla nostra posizione, ai nostri gusti personali, alle nostre amicizie, al nostro carattere ed alla lunga al profilo completo del nostro pensiero globale. Questi dati anonimizzati ecc ecc vengono venduti a terzi in modo da realizzare campagne marketing mirate di altissimo successo. Sempre più aziende per le loro campagne marketing mirano ad un pubblico preciso utilizzando strumenti simili di cui fanno parte anche gli influencer.

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Immagine da Pixbay.com - https://pixabay.com/photo-3245902/

La pubblicità messa in TV o sui giornali che arriva diretta alla massa perde di valore in quanto raggiunge tutti e nessuno con una sempre più scarsa efficienza: se voglio realizzare una campagna marketing per vendere il mio cappello e compro uno spazio pubblicitario su un quotidiano, tra chi acquista il quotidiano mi rivolgerò solamente alle persone che in quel preciso momento cercano un cappello totalizzando in generale uno scarso successo rispetto all’investimento iniziale. Facebook invece conosce i profili delle persone che per esempio sono interessati di moda, che seguono le principali tendenze e può offrire lo spot pubblicitario del mio cappello a quella sola fetta di utenti, con una più alta probabilità di realizzare poi effettivamente la vendita. L’efficienza dell’investimento aumenta.

La chiave tecnologica maggiormente utilizzata ad oggi, anche nell’attuale caso di Cambridge Analytica, sono le API (Application Programming Interface), un sistema per mettere in collegamento diverse parti di codice tra piattaforme diverse. All’interno della nostra piattaforma utilizziamo quindi parti di codice software di altre piattaforme andando semplicemente a richiamarle senza doverle riscrivere completamente.

Il più lampante utilizzo di questa tecnologia è per la verifica dell’indentità utilizzando Google o Facebook: avete mai fatto caso a quanti siti o piattaforme vi richiedono il login attraverso il vostro account Google o Facebook senza che vi sia un particolare nesso logico tra queste? Al momento del Login date alla piattaforma l’accesso ai vostri dati stoccati sulla piattaforma Facebook e quindi quella dei vostri amici con una complessità più o meno importante a seconda delle impostazioni utilizzate. In questo modo Cambridge Analytica ha dimostrato come amico dopo amico si posso raccogliere informazioni da 50 milioni di profili, diciamo il 15% dell’intera popolazione degli USA, come vi sembra come numero in una logica di un’elezione presidenziale?

Tutto questo è perfettamente legale, non si violano profili e non ci sono Hacker all’interno di Cambridge Analytica, in quanto chiunque può utilizzare le API di Google o Facebook per il proprio software di qualsiasi tipo siano. Potremmo realizzare una mappa interattiva utilizzando le API di qualcuno che già l’ha realizzata, un servizio meteo, una calcolatrice o qualsiasi altra cosa, con pochissime righe di codice e costi di sviluppo irrisori. A questo punto non vi scandalizzerà sapere che esiste persino il concetto di Open Banking, naturalmente sempre legato alle API che permette a terzi di ottenere i vostri dati finanziari, cosa acquistate, dove e quando.

Naturalmente per il rispetto della privacy tutti questi dati sono sempre anonimizzati, peccato che raccogliendo grandi numeri di dati si ottiene una buona approssimazione del pensiero globale delle persone, non occorre conoscere nome e cognome per sapere tutto di lei: le persone diventano pedine.

Io personalmente non mi sono mai iscritto su facebook perché semplicemente non voglio contribuire a questo tipo di business, non credo sia etico e sano e non voglio regalare quello che sono per far arricchire qualcuno ricevendo in cambio video di gatti che corrono contro un muro… L’unico social network di cui condivido l’essenza e pensiero filosofico di fondo è Steemit.

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Immagine da Pixbay.com - https://pixabay.com/photo-2883623/

Ho scritto questo post di getto, quanto di cuore per dare il mio piccolo contributo a rompere quest’indifferenza generale che noto sempre più spesso: ieri sera mentre guidavo ascoltando Radio Deejay ho sentito di un sondaggio da cui è risultato che a quasi il 70% delle persone non interessava minimamente che Facebook utilizzi i propri dati personali. Sono letteralmente rimasto scioccato, ma ho subito realizzato quanto l’indifferenza sia semplicemente il risultato dell’ignoranza.

A questo 70% voglio solo dire di non lasciarsi controllare da questo sistema, utilizzate tutti gli strumenti della rete con consapevolezza perché come abbiamo visto Cambridge Analytica è stata capace di influenzare le sorti del mondo. I nostri dati permettono il nostro “controllo mentale”, verremo pilotati senza nemmeno accorgerci a votare per il miglior offerente, da un investimento miliardario utilizzando determinati canoni comunicativi potremmo diventare veramente le pedine di qualcuno, comprando questo piuttosto che altro e votando una persona piuttosto che un’altra.

State attenti! La comunicazione ed il marketing connesso ai nostri dati personali stanno diventando così subdoli da essere un vero e proprio pericolo per tutti: dobbiamo esserne consapevoli!

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Poca consapevolezza...o poco interesse? Perchè quando poi queste notizie vengono fuori, la gente non può più dire di non saperlo ma continua a fregarsene comunque.

Hai pienamente ragione... spero solo che questo scarso interesse sia dato dalla poca consapevolezza del reale potere che stiamo regalando, che magari la persona come singola non si renda conto di ciò che sta perdendo e queste grandi società che collezionano dati di tante piccole persone "controllano" alla fine una nazione... per questo cerco di ribadirlo più che posso... alle volte sembra veramente di essere tornati all'impero romano: panem et circenses...

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