POLITIKAOS… la politica ai nostri giorni.

in #ita6 years ago (edited)

Mi soffermo oggi su un tema politico. So’ che è questo, argomento ostico nel mondo di STEEMIT, ma ogni tanto secondo me, non nuoce.

Certo che sentire in TV cose che non stanno né in cielo né in terra da parte di una categoria di persone, i nostri politici, che dovrebbero essere “il buon capo di famiglia” dell’Italia e degli italiani tutti, fa una certa impressione.
Parliamo della elegge elettorale che non ha consegnato al paese alcuna maggioranza.

Diciamo subito che la legge elettorale partorita ad hoc per queste elezioni d’inizio 2018, richiederebbe un grande approfondimento. Non lo possiamo e intendiamo fare per non entrare in tecnicismi inutili e perché almeno adesso, in funzione del tipo di articolo che sto scrivendo, non è importante parlare dettagliatamente del tipo di legge elettorale che è stata fatta.

Affermiamo solo che è, in grandissima parte, di tipo proporzionale. Cioè i seggi degli eletti scattano, si dice così, per circa i 2/3 del totale, sulle base delle quantità dei voti che i partiti hanno avuto.
Pur in presenza di coalizioni, comunque anomale per il tipo di legge fatta, il criterio di proporzionalità viene espresso partito per partito.

A quale fine si abbia la possibilità di coalizzarsi allora non ci appare chiaro, se non quella di non sprecare eventuali piccole percentuali di voto. Ed è inutile dire chi ne usufruirebbe.

Quindi il criterio proporzionale è quello che pervade l’attuale legge elettorale.

Nessun premio, come nel caso di sistema maggioritario puro o meno (parzialmente mitigato dal proporzionale, che tutelerebbe i partiti minoritari o le cosiddette minoranze), che prevedrebbe un bonus di seggi, cosiddetto premio di maggioranza, per garantire la governabilità di chi ha vinto.

E allora, che dire se non che, insieme alla nuova legge elettorale, che è cambiata, avrebbero dovuto cambiare anche il cervello dei nostri cari politici, visto che in loro è rimasto l’imprinting del maggioritario. Ovvero, hai vinto, adesso governi.

E sì, perché era facilmente prevedibile che in un sistema a tre poli, una legge elettorale così congegnata, proporzionale, difficilmente avrebbe espresso un vincente dalle urne, ergo stando a tale legge elettorale e non raggiungendo nessun partito una percentuale di voto tale da avere la maggioranza, sarebbe necessario costruire alla luce del voto espresso delle alleanze, al fine di incarnare una maggioranza di governo.

Ricordo che negli ultimi decenni, il vecchi “proporzionale” tanto caro al pentapartito, fu stravolto dalle leggi elettorali proprio per evitare, si diceva, possibili “inciuci”.

E qui si apre una mondo. Primo fra tutti l’origine del termine inciucio.

Da wikipedia

Il termine è entrato nel gergo della politica italiana in seguito all'uso errato che ne fece il giornalista Mino Fuccillo, in un'intervista a Massimo D'Alema per il quotidiano la Repubblica…

Ed allora che dire. Riprendiamo il punto pre inciucio.

Può mai essere che il secondo e il terzo partito (secondo le percentuali di voto) dicano che non governeranno e staranno all’opposizione.

All’opposizione di che cosa, se non è possibile alcuna una maggioranza.

Ed ancora, è possibile che il primo partito cerchi solo chi “aderisca” al loro progetto?
Che peraltro non si capisce cosa significhi. Che li lascino semplicemente governare? Ma con quali voti (si perché poi la politica si traduce in voti nelle commissioni e in aula). I voti degli altri?

Questione di sintesi, direi. E sì, perché la politica è senza dubbio sintesi, capacità di sintesi nell’interessi di tutti, e non dei propri elettori come politici navigati, vada per i neoeletti (anche se potremmo dire, ma come siamo capitati?) e spesso anche ministri hanno affermato.

Si ricorda che, anche per ciò, non è previsto il vincolo di mandato degli eletti, a cui forse sarebbe opportuno consigliare un po’ di ripasso o forse di studio serale della nostra Costituzione e dei regolamenti parlamentari.

Amen…

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