Venezuela mon amour… (storia... continuo_1)

in #ita6 years ago (edited)

Lungo il percorso che dall'aeroporto portava in città, oltre alle auto era tutto un brulicare di persone, ai bordi. Caracas è una città molto grande, distribuita in piccole e grandi vallate percorse da arterie multicorsie. In lontananza grattacieli stellari sedi di alberghi extralusso e banche.
Tra una curva e un’altra, del genere “tangenziale”, arrivammo a destinazione. Un condominio a sei piani o forse più con un piccolo giardinetto tutt’attorno e la corsia d’ingresso, rosso mattonellata, ai garage.

Fummo accolti dagli altri parenti, zia e cugini, con aria festante. Fu proprio qui che notai, dal basso, qualcosa di strano, almeno ai miei occhi. I primi piani dei palazzetti che ospitavano gli appartamenti, palazzi ben messi, persino belli a vedersi, erano sciupati da grate in ferro alle finestre che talvolta arrivavano persino ai piani alti. Ma chi può pensare di entrare dal settimo piano dalla finestra, rimuginai tra me e me? L’uomo ragno forse, calandosi dal tetto o da un elicottero modello americanata da film d’azione.
Era la seconda stranezza nel giro di poche ore. La prima, la pubblicità delle sigarette proibita in Europa dove vi era una grande sensibilizzazione alla salute pubblica e personale, con divieti anche a grandi sponsorizzazioni, e le grate alle finestre dei piani alti, appena adesso.
Sarà, pensai.
Giunti al ”piso”, in ascensore, entrammo in un appartamento grazioso e funzionale, con ogni cosa al suo posto.
Una nuvola spezzò il raggio di sole che illuminava la stanza ed uscimmo a vedere in balcone, con veranda. Piovigginava, ma l’aria era calda, da maniche corte.
In lontananza i costoni delle montagne che attorniavano il quartiere. Di media altezza verdi di vegetazione e alberi , che circondavano la valle. E tra esse, una miriade di confuse baracche in muratura grigio/bianco e mattoni color rosso scolorito, sparse qua e la, inframezzate da strade e stradelle. Erano palazzotti e scheletri anche di due o tre piani, non proprio in armonia con la natura che li attorniava. Era possibile vedere qualche puntino nero e olivastro che si muoveva. Erano persone. Scendevano a frotte lungo le ripide discese in cerca di non so cosa. Probabilmente di sbarcare il lunario, nella giornata.

Mi fu detto che erano locali che vivevano lì da decenni. Inurbamenti frettolosi, sistemazioni temporanee divenute definitive. Pare rubassero l’energia elettrica o comunque l’avevano a gratis.

continua...

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Ciao @thesonnyboy, deve essere molto bello il Venezuela. :)

beh vista la situazione attuale... direi molto meno bello viverci!!!!

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