Kontro Korrente

in #stem4 years ago

Vado Kontro Korrente, con le K che fa tanto rivoluzionario "de noantri" e lo faccio nei confronti del mood tecnologico del momento. Lo smart working. In realtà non contro lo smart working in se, cioè la componente tecnica che lo può comporre, ovvero vpn, connessioni remote, video e audio conference, sistemi IT che li devono supportare. Al limite come avevo evidenziato nel post dal titolo ironico "united software of nowhere" si può puntare il dito sulla guerra dei formati a discapito dei poveri utenti che devono subire loro malgrado le paturnie tecnologiche di qualche azienda, quando invece si poteva rendere la vita più semplice.

Punto il dito contro la corrente di pensiero dello "smart working" perché poi è lo stesso refrain che ho visto con il cloud, l'iperconvergenza, le intranet eccetera eccetera. E non stiamo parlando di una esclusiva Geek. Questa cosa è vecchia più di internet perché la televisione ad un certo punto dovevano soppiantare i cinema che a loro volta dovevano soppiantare le radio. Ecco soppiantare... la parola sbagliata. Certo delle conseguenze quando una nuova tecnologia si fa spazio ci saranno. Tuttavia i cinema esistono ancora, le radio pure.


Image by Arek Socha from Pixabay

Il meta-racconto oggi è più raffinato, ma poi sotto sotto sempre di quello si tratta, il pennivendolo che vuole vendere più copie del suo giornale (anche quello doveva sparire, ma per l'appunto nelle edicole mi dicono esserci ancora i giornali). Si inventano la storia dove la nuova tecnologia che probabilmente a mala pena conoscono, cercare BlockChain e BitCoin sui mass media per rendersene conto, ecco il nuovo ritrovato tech sarà mirabolante e niente sarà come prima. Qualcosa del passato è spacciato, dovrà scomparire dinnanzi al nuovo dogma.

Fino a quanto appunto il "nuovo dogma" diventa cosa comune, digerito e capito per diventare vecchio, concettualmente obsoleto, quindi ci sarà qualcos'altro, ad esempio la parola "algoritmo". A dire il vero era la parola che si stava caricando a pallettoni, ma poi lo smart working è entrato per cause di forza maggiore, che maleducato, almeno chiedere se stava disturbando...

Ecco con algoritmo ci sarà da farsi delle risate. Perché se il telelavoro bene o male non è concettualmente taroccabile più di tanto, con il futuro tormentone sarà uno spasso. Già ho sentito degli sproloqui non da poco, come ad esempio che l'algoritmo di Google o Amazon ha deciso questo o quello, o ha previsto qualcosa.

Un qualcosa di indefinito che sembra cascato da non si sa bene dove, che dice cose e opera sentenze. Fa molto lo stregone del villaggio, l'incenso che brucia, un po' di cicoria agitata per aria, parole astruse e incomprensibili... si ma 'sti algoritmi li ha fatti qualcuno e potrebbe, anzi quasi sicuramente avrà "toppato" qualcosa e si dovrà fare il debug per correggere il tiro.

Intanto le prime vittime già ci sono, gli Youtuber che corrono dietro ad un algoritmo che regola il funzionamento di un software il cui proprietario aspira affinché lo usino tutti. Ed invece gli utilizzatori "power-users" si trovano a correre dietro a congetture di vario tipo. Qualche settimana fa sembrava che l'algoritmo non piacesse la parola "corona virus" e quindi si è visto una marea di video surreali, dove l'argomento più attenzionato del pianeta non poteva nemmeno essere nominato. Probabilmente qualcuno avrà fatto un video sul virus, gli sarà scappata una parolaccia e il video demonetizzato, da li a scatenare una tecno-paranoia il passo è breve.

Sarebbe il caso di immunizzarsi culturalmente, una nuova tecnologia non soppianta una vecchia per partito preso, il 90% delle volte la affianca come strumento ed opportunità di fare qualcosa in modo differente.


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