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Perchè mi piace la cultura del posto. Bolzano è molto più austriaca che italiana. Niente concorsi pubblici fatti apposta per sistemare i familiari dei politici e gli amici degli amici. Nemmeno nel settore privato. L'Italia da questo punto di vista, fatta eccezione qualche sparuto concorso dove hanno sempre bisogno e quindi puoi entrare, in quasi tutti i settori sono più farlocchi che mai da una quindicina di anni a questa parte, soprattutto. Se dimostri di sapere il tedesco, anche senza un gran livello, a Bolzano e dintorni sei accolto bene.

Eh! Quello che racconta anche Corrado Malanga quando parla dell'Università.
E come è in Brasile?

Santo cielo...ha i suoi pro (facilità di apertura e manutenzione imprese di piccolissimo calibro a costi bassissimi, il che offre molte possibilità in più di lavorare e senza doversi rivolgere al mercato nero -anche se curiosamente, nella mia specifica area geografica detestano la burocrazia anche minima al punto da lavorare clandestinamente anche se potrebbero benissimo farne a meno, ma niente da fare, è un tratto culturale- e garantisce una pensione sia pur minima per intero e con tredicesima, età pensionabile ben inferiore a quella italiana, quantomeno se nulla cambia nei prossimi quindici anni, interessi altissimi sugli investimenti) e i suoi contro (criminalità a livelli stellari, analfabetismo e semianalfabetismo, ma non per mancanza di denari per far studiare i figli, dato che nel pubblico qui ogni aspetto dell'istruzione è gratis, fino all'autobus scolastico, università compresa, ma anche lì, tratto culturale, sanità pubblica pessima in gran parte delle unità federali).
Bolzano invece per molto versi è l'esatto opposto, specie quanto ai contro. Per certi versi (e prima di quest'anno non l'avrei mai detto), forse, ma solo forse, meglio qui (comunque solo finanziariamente parlando). Perchè è vero che Bolzano conta su un tasso di disoccupazione davvero basso e con i miei titoli avrei trovato lavoro facilmente come maestra elementare/materna, ma è diventata la zona più cara d'Italia. Ultimamente leggo infatti che è pure peggio che a Milano e gente di perfino classe media ridotta a chiedere aiuti alla Caritas perchè nemmeno gli stipendi al di sopra di categorie di medio livello bastano per arrivare a fine mese.

Ps.: e invece vivere in Francia com'è? Meglio che in Italia, giusto?

Sai che ho una sorella che viene dal Brasile? Adottata da mio padre.
La Francia diversa, riesco più facilmente a fare il mio lavoro, anche se adesso comincia a mancarmi l'Italia, quindi cerco di scendere più spesso in Italia. Bisogna organizzarsi e andare a vivere in qualche ecovillaggio

Adozione a distanza o standard? Sai di quale regione brasiliana è? Cosa ti manca esattamente dell'Italia che in Francia non trovi?

Teofilo ottoni, si adozione standard.
In Italia manca ancora dal mio punto di vista una cultura della cultura. Fare il musicista non è considerato un vero mestiere

Purtroppo è amaramente vero. E non soltanto in fatto di musica, ma di tutte le arti. Fondamentalmente, per l'italiano medio (specie nord-occidentale) vige il binomio artista=parassita sociale da mantenere a sbafo, un peso morto e fonte di grattacapi per i genitori. Nel sud e nelle isole va un po' meglio. Ho un collega scrittore siciliano che è riuscito ad affermarsi perchè i genitori non gli hanno mai rinfacciato che a 35 anni li trattasse come limoni da spremere perchè trascorreva il suo tempo sulla scrivania tra mille scartoffie, quaderni, penne oppure al mare (dove prendeva ispirazione).Anzichè fare la persona seria cercandosi un posto in fabbrica (ovvero il sogno del genitore piemontese medio). Tra l'altro, in Piemonte (e temo nel nord in generale, tolte le regioni autonome), non solo si arriccia (o si arricciava, qualora qualcosa fosse cambiato da quando non ci sono più) il naso davanti alle arti, ma pure davanti alla prosecuzione degli studi. Soprattutto ai miei tempi, licenza media in mano, il pargolo medio veniva indirizzato a candidarsi come operaio in una fabbrica oppure muratore. Per le figlie femmine, commesse in un negozio (ma siccome requisito sine qua non per fare la commessa, quantomeno nella mia città natale, era o a tutt'ora è, per quei risicati negozi italiani a tutt'ora in piedi, la bella presenza fisica in stile movie star, in troppe finivano ovviamente operaie). Non avrai dunque da stupirti, se un giorno farai un salto in Piemonte e vedrai che i medici specialisti, i giudici e i poliziotti stellati hanno per lo più cognomi siciliani, calabresi, napoletani. Perchè la mentalità del genitore meridionale medio (e delle isole) è: voglio che mio figlio abbia una vita migliore della mia, quando non è quantomeno di classe media o piccolo-borghese ed è capace di indebitarsi pur di far studiare il pargolo (se poi sta quantomeno discretamente bene economicamente, non si crea paturnie di sorta).
Il genitore medio settentrionale, specie se imprenditore (in Piemonte è molto più facile vedere il figlio di un operaio o un impiegato mantenuto all'università dai genitori che i figli di imprenditori o comunque di gente benestante): è in grado di camminare, non è disabile e quindi è ora che cominci a portare soldi a casa. Se vuole studiare, si trovi un lavoro, chieda borse di studio e copra le sue spese, che non sono ansioso di mantenere un fannullone. Poi non lamentiamoci che l'Italia, quanto a livello di istruzione di popolo, è non soltanto il fanalino di coda di tutta europa, come unico paese UE privo di obbligo del diploma di scuola secondaria, eccezion fatta per la riforma 2020 che comunque obbliga a frequentare almeno un biennio o triennio professionalizzante, ma più indietro perfino di paesi del quarto mondo come la Corea del nord e il Messico (l'istruzione secondaria è obbligatoria perfino lì dalla notte dei tempi, mentre vergogna delle vergogne, finanche l'obbligo della licenza media in Italia è alquanto recente: 1976, incredibile😮).