Vlahovic può cambiare la Juve, ma la top 10 degli acquisti invernali è una delusione

in Olio di Balena2 years ago (edited)

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Miniatura realizzata sul sito www.canva.com
Adriano, Public domain image
Dusan Vlahovic, Photo by Dariuzzdigambassi, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Lucas Paquetà, Photo by Agencia de Noticias ANDES, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons
Christian Eriksen, Photo by wonker, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons


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La finestra invernale di contrattazioni calcistiche viene spesso definita dagli addetti ai lavori con il termine "mercato di riparazione". In essa, le dirigenze delle società cercano infatti di porre rimedio ai difetti strutturali delle loro creature o di puntellare le rose a disposizione degli allenatori, in seguito a qualche infortunio o altro evento avverso di varia natura.

Opinione comune vuole come difficilmente a gennaio si possano registrare grandi cambi di casacca, affari da sviariate decine di migliaia di euro in grado di mutare in maniera radicale il volto delle squadre. Tutto ciò corrisponde sostanzialmente a verità, a causa della difficoltà nel trovare adeguati rimpiazzi per gli eventuali partenti, ma in alcuni casi in passato abbiamo visto compiere dai nostri club operazioni piuttosto dispendiose, volte magari a bruciare la concorrenza e assicurarsi così adeguati rinforzi.

Il passaggio di Dusan Vlahovic alla Juventus viene ormai dato per scontato, ma quello che forse non tutti sanno è che i settanta milioni messi sul piatto dalla Vecchia Signora, per portare a torino l'attaccante serbo, rappresenteranno il record di spesa in Italia per l'acquisto di un calciatore, durante il mercato invernale.

Naturalmente sotto la Mole si agurano che l'investimento nei confronti dell'ariete viola, capace di dimostrare immense qualità a soli ventun'anni, si riveli proficuo, e che Vlahovic conduca la Juventus ad acciuffare almeno il quarto posto; tuttavia, spesso in passato le operazioni più dispendiose effettuate a gennaio non hanno avuto l'effetto sperato, rivelandosi sostanzialmente sbagliate da subito o dopo un breve periodo di luna di miele.

Ne sa qualcosa il Milan, che fino all'ufficialità del passaggio della punta serba in bianconero, rimane il club capace di pagare il prezzo più alto per un acquisto invernale, dopo aver portato tre anni fa in Italia il centrocampista brasiliano Lucas Paquetà. Quasi quaranta milioni di euro versati al Flamengo, in cambio di una prima stagione discreta ma di una seconda piuttosto deludente, che hanno convinto la società rossonera a separarsi dal giovane verdeoro dopo appena un anno e mezzo, spedendolo al Lione.

Ma non basta, perché nella stessa sessione i dirigenti del Milan decisero di investire una cifra importante (circa 35 milioni di euro) anche su Krzysztof Piątek, bomber implacabile nella prima parte di stagione con la maglia del Genoa, ma dalle polveri incredibilmente bagnate in rossonero. L'avventura meneghina del polacco, attualmente tornato in Italia per vestire la maglia della Fiorentina, terminò dopo poco più di dodici mesi, quando ad acquistarlo toccò all'Herta Berlino.

E se i tifosi bianconeri ancora rimpiangono, tra le varie operazioni recenti, i trentacinque milioni spesi dall'ex Direttore Sportivo Fabio Paratici nel gennaio di due anni fa, per assicurarsi le (fino ad oggi) inespresse qualità di Dejan Kulusevski, anche per l'Inter, seppur per motivi diversi, gli acquisti invernali più costosi non appaiono forieri di ricordi troppo piacevoli.

I ventisette milioni sborsati da Suning per portare in nerazzurro Christian Eriksen (che ha dovuto poi purtroppo abbandonare la squadra quest'estate, in seguito ai noti problemi cardiaci) non sono mai stati troppo ripagati dalle prestazioni sul campo del calciatore danese, così come accaduto con Clarence Seedorf (diventato poi definitivamente grande solo al Milan) e "l'imperatore" Adriano, pagati rispettivamente 24 e 23 milioni nei primi anni del nuovo millennio.

L'unico acquisto in grado di lasciare buoni ricordi alla sua nuova squadra in questa particolare classifica, è probabilmente identificabile con il giapponese Hidetoshi Nakata, passato per una cifra vicina ai 22 milioni di euro dal Perugia alla Roma nel gennaio del 2000, giusto in tempo per realizzare il goal del pareggio nella sfida decisiva disputata sul campo della Juventus, che di fatto consegnò lo scudetto ai giallorossi allenati da Fabio Capello.

E così, se anche Lobotka, trasferitosi dal Celta Vigo al Napoli due anni fa per 22 milioni di euro, e Mario Balotelli, riportato in Italia dal Milan per poco meno nell'inverno del 2013, non si sono rivelati in grado di costruire una traccia indelebile del loro passaggio, occorre osservare come il mercato di gennaio sembri voler quasi ribadire una sorta di maledizione nei confronti di chi ad esso si rivolge convinto di aggiustare problemi precedenti.

Alla luce di queste osservazioni statistiche, i tifosi della Vecchia Signora sono autorizzati a toccare ferro, anche perché è probabile che, prima o poi, la tendenza venga invertita e che anche ciò che viene considerato una riparazione possa diventare base per cominciare con la rinascita. E' probabile che tra non molto avremo la risposta, basta pazientare ancora un po'.

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Grazie carissimo!

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