LE STORIE DI GERARDO: Pellegrinaggio al Santuario della SS. Trinità

in #ita6 years ago (edited)

in fila sul sentiero.jpg

18 agosto del 2006. Gerardo ha quasi settant’anni e torna in pellegrinaggio al Santuario della SS. Trinità, nel comune di Vallepietra.

Le emozioni di quel giorno si mischiano ai ricordi e Gerardo ne fa una poesia.

Sto raccogliendo i suoi racconti, le sue poesie, il vocabolario dei termini dialettali che ha scritto, i suoi disegni e le sue vecchie foto, per farne una pubblicazione.

I suoi ricordi, sono la nostra storia. La nostra memoria.

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Pellegrinaggio al Santuario della SS. Trinità

Donne, uomini e ragazzi,
molti giovani ed anziani,
forestieri e petrellani
d’ogni ceto e d’ogni età,
nella notte ancora fonda
son riuniti, un po’ assonnati,
ben coperti e ben calzati,
per partir verso le tre.

Ecco, è pronto già l’alfiere
con in braccio lo stendardo;
qualcheduno sta in ritardo
ma alla fine arriverà.

Caricati su due Panda
pacchi, borse e vettovaglie,
giacche a vento, sciarpe e maglie,
s’incomincia ad andar sù.
Iniziando la salita,
il percorso è illuminato;
dorme tutto il vicinato;
son passate già le tre.

Sosta e prece pei defunti,
è un pensiero doveroso,
“dona a loro, o Dio, il riposo,
in eterno all’aldilà”.

Superato il cimitero,
ecco, un’ombra ci intercetta,
con gran coppola e maglietta
tutta a strisce verdi e blu;
il suo viso non si nota,
lì nell’ombra tra le fronde
con il buio si confonde:
Ildefonso giunge a noi.

Col bastone e la tracolla
come un santo pellegrino,
lui si unisce nel cammino
verso Santa Trinità.

in posa davanti alla chiesa.jpg

Qui finiscono le luci
ma nel buio ognuno vede,
con la torcia o con la fede,
il sentiero che si fa.
Affrontando la salita
ecco, il gruppo già si sgrana
ma, con carità cristiana,
ci si aspetta e si rivà.

Con il fresco della notte
la fatica è mitigata,
ma si pensa a quanta strada
c’è da fare fin lassù.

Si, però senti che arietta!
Proprio quando arrivi in cima
trovi ch’è cambiato il clima;
mamma mia che freddo fa!

Dalle macchine d’appoggio
si prelevano i giacconi,
i berretti ed i maglioni,
per coprirsi ancor di più.

Dalla croce della Serra
ammiriamo il panorama,
ma Ildefonso ci richiama
per pregare insieme a noi.
Con un pallido chiarore
si profila lo scenario,
mentre intonano il rosario
ed ognuno guarda giù.

Dopo tanta arrampicata,
per finir la penitenza,
qui la strada va in pendenza,
si cammina un po’ di più.

Tra un Mistero, un Ave e un Gloria
ecco qui Camporotondo,
tutti dormono profondo;
noi si passa via, e si va.

Sali e scendi per la macchia,
tra le cime e tra le valli;
senti odore di cavalli
come tanto tempo fa.

Ed ormai la luce aumenta,
e alla fin della discesa
si presenta una distesa:
Cesacotta e lì per noi.

bambina verticale.jpg

Ora qui si fa la sosta
per la prima colazione:
si recupera il borsone
coi panini ed il caffè.
Ci si siede sopra l’erba,
o sui sassi o sulle giacche,
tra le torte... delle vacche,
tutti in piena libertà…

Oramai è giorno fatto;
tutti ben rifocillati,
camminiamo in mezzo ai prati
verdi, sotto un cielo blu.

Giunti al Campo della Pietra,
resta ancor l’ultima sfida:
una ripida salita
fino al valico lassù.
Però, prima di affrontarla,
tutto il gruppo prega ancora,
si riposa e si rincuora,
si fa il segno, parte e va.

arrivati al santuario.jpg

Piano piano, col fiatone,
respirando a bocca aperta
arranchiamo su quell’erta;
complimenti a tutti noi!

Finalmente! Ecco il parcheggio;
da qui in poi sarà discesa;
ma restiamo un po’ in attesa
dell’arrivo dei due bus.
Mamma mia le bancarelle!
È un mercato di paese!
Merce indigena e cinese,
quasi fossimo al bazar.

Ecco, arrivan gli automezzi
pieni zeppi di persone;
ci si unisce in processione
per la strada che va in giù.
Tra i salami e le caciotte
tra i quadretti e i ricordini,
ci si avvia per i gradini,
poi si scende sempre più.

E’ un sentiero mozzafiato,
panorama affascinante;
la vallata sottostante
quasi i brividi ti dà!

Maestose, ecco le rocce!
Giù riecheggiano le voci
sopra quelle mille croci
che la fede qui posò.
Qui gli astuti candelari
fanno appello alla credenza,
con quei ceri d’indulgenza
che tu accendi lì per lì.

Poco prima dell’arrivo,
tutto il gruppo si compone
per cantare la canzone
della Santa Trinità.
E cantando, tutti in coro
piano piano, ognuno sale
quelle sante e antiche scale
che riscendono dilà.

Nella piccola chiesetta
ricavata in roccia viva
il fedele che vi arriva
guarda, prega, passa e va.
Ma scrutando nel profondo
quegli affreschi bizantini,
chi sa quanti pellegrini
han trovato pace qua.

Camminando lentamente
si riscende giù a ritroso;
e il devoto, fiducioso
spera in chi lo esaudirà.

Dopo varie devozioni,
nel lasciare il luogo santo,
si alza al cielo il noto canto
alla santa Trinità:
“Viva Viva e sempre Viva!”
Canta e prega, o pellegrino,
ché la fede del vicino
quella tua rafforzerà.

——

O che sia per devozione
o per sport o come gita,
una volta nella vita
devi andarci pure tu.

santuario.jpg

I racconti precedenti:

I miei primi sci
Polenta e panuntella. Due pietanze, due ceti
Il nostro Natale
Primo amore, prima bugia…
Due cari compagni di giochi
Uno scippo d’altri tempi
Serate di vita intorno al camino
In ricordo di due bravi ragazzi
Presepe vivente
Scene di guerra
Le canne di una volta…
Una salsiccia di legno
L’osteria
Amore a prima vista
Guerra e solidarietà
Io mi chiamo G. Anch’io mi chiamo G…
La ‘ncotta

La poesia di Gerardo è pubblicata con il consenso della moglie. Le foto sono tratte dal web e sono libere da copyright

Sort:  

Wow.. un bel salto temporale, dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Eppure lo stile di Gerardo resta sempre consono al suo personaggio.
Questa lunghissima sequela di versi rende molto l'idea dell'episodio, senza renderlo pesante come un racconto poteva invece essere.
Davvero molto bello.

Piuttosto elementare, direi. Non è una delle cose che mi piace di più di Edoardo. Ma, come dici, scorre e rende molto bene l'idea...
Grazie del commento e buona settimana!

E invece ti confesso che, nonostante i miei gusti abbastanza "impegnati", a me è piaciuta davvero tanto. Bello essere diversi, non trovi?
Buona settimana a te.. e non lavorare troppo ;-)

...ci provo... (!!)

mamma mia quanto è bella e difficile, riuscire a dare un significato alle parole, contestualizzate creando le rime.
Io oggi per 12 versi in rima ci ho messo 4 ore, pss vai a pensare!
quanta strada c'è da fare.
Un saluto

Insisti! ...a Gerardo le rime venivano anche di getto, quando ci divertivamo a comporle di getto, attorno ad un tema, davanti a un bicchiere di vino... Ma lui era un maestro!

@marcodobrovich after all waiting for 3 days over and got Gerardo back.

...Yes, just a little rest... ;)

non parla mai degli altri, è sempre sprofondato nell'appartenenza. Descrive un Cammino comune, una preghiera di insieme
Penso che sia questo uno degli elementi che commuove.
Non c'è l'affanno della convivenza. Ma ci leggi la timorata aspettativa di una meta
Bello, grazie

...e, se ci fai caso, anche negli altri racconti, anche quando parla di se, parla sempre di una comunità, di un luogo,... dell'appartenenza, appunto. Hai colto un elemento essenziale del suo scrivere. Complimenti! ...e grazie!!

Waiting for next stories.

Very busy these days... Coming back soon... ;)