LE STORIE DI GERARDO: Ricordo di un nubifragio

in #ita6 years ago

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Era il 5 settembre del 1955 quando un violento nubifragio si abbatté su Villa San Sebastiano, piccola frazione del Comune di Tagliacozzo. Due ore di pioggia incessante distrussero il piccolo borgo marsicano trasformandolo in un cumulo di fango e macerie.

Gerardo lo ricorda.

Sto raccogliendo i suoi racconti, le sue poesie, il vocabolario dei termini dialettali che ha scritto, i suoi disegni e le sue vecchie foto, per farne una pubblicazione.

I suoi ricordi, sono la nostra storia. La nostra memoria.

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La stessa quantità di acqua si riversò sull'altro versante del monte Arunzo, verso Petrella Liri. Il mio paese.

Fortunatamente, sul nostro lato della valle non c’erano quei grandi canaloni che, dall’altro lato, convogliarono la maggior parte dell'acqua verso le abitazioni. E i danni non furono gravi. Però i campi rimasero devastati, con enormi profondi solchi che compromisero buona parte dei raccolti.

Quel pomeriggio ero seduto con i miei amici sul sedile in pietra dell’osteria di Quintino, nella piazzetta centrale. Quando improvvisamente e velocissimamente spuntarono dei grossi nuvoloni da dietro il monte e il cielo si oscurò in un battibaleno.

Seduto con noi , fumando la sua pipa caricata con tabacco di sigaro toscano, c’era anche Angeluccio Jo Podestà. L’anziano mulattiere, alzando lo sguardo verso il monte, mormorò tra i denti e la pipa: ”Hhhh, è brutto… vè dalla Villa!”

”Che vuol dire?”
”Quando l’acqua vè dalla Villa, piglia la zappa e vatte a cucùlla…”…lascia il campo e cercati un riparo…

Un fragore di lampi e tuoni preannunciava il grosso temporale. E io corsi giù verso casa mentre scendevano già i primi goccioloni. Mi misi davanti alla finestra della mia camera, che guarda la valle. E dai vetri che sbattevano, assistetti meravigliato a quello spettacolo incredibile!

Vedevo fiumi di acqua che che scendevano e formavano cascate dai dirupi del monte. I lampi illuminavano la valle e i tuoni scuotevano la casa. Mia zia Settimia pregava e si faceva continuamente il segno della croce, pregando: ”Santa Barbara e santa Elisabetta, liberaci dal fulmine e dalla saetta.”

E, vedendomi davanti alla finestra a godermi con incoscienza lo spettacolo, ricordo mi riprese con spavento e rimprovero: ”Levati da lì, è pericoloso,…ti può prendere un fulmine, levati per carità…Ave Maria grazia plena Dominus tecum…”

Passato il temporale, vedemmo la campagna che ci mostrava le sue ferite. Non sapevamo ancora quanto era accaduto a Villa San Sebastiano…

Ne parlò il giornale radio della sera.

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I racconti precedenti:

I miei primi sci
Polenta e panuntella. Due pietanze, due ceti
Il nostro Natale
Primo amore, prima bugia…
Due cari compagni di giochi
Uno scippo d’altri tempi
Serate di vita intorno al camino
In ricordo di due bravi ragazzi
Presepe vivente
Scene di guerra
Le canne di una volta…
Una salsiccia di legno
L’osteria
Amore a prima vista
Guerra e solidarietà
Io mi chiamo G. Anch’io mi chiamo G…
La ‘ncotta
Pellegrinaggio al Santuario della SS: Trinità

Il racconto e l’autoritratto di Gerardo sono pubblicati con il consenso della moglie. La foto di copertina è tratta dal web ed è libera da copyright

Sort:  

Un bambino delizioso che guarda senza paura uno spettacolo sublime ❤️

Che bel commento... Lo sai che me lo vedo davanti...?!!

Certo le parole di Gerardo fanno riflettere.

Sia su come un bambino non percepisca il pericolo e non immagini le conseguenze.

Sia sul fatto che passati tanti decenni, siamo ancora in balia della forza della natura, perchè quello che è successo in questa storia di Gerardo, continua a verificarsi anche oggi..

Grazie Marco per aver aggiunto questo nuovo tassello ;-)

Grazie a te. Condivido...

Non era certo come ora,🤔 sappiamo che sciano sulla scalinata di Montmartre mentre cadono i primi fiocchi di neve.
Forse questo affievolisce alcune nostre paure, o forse no. Magari preghiamo di meno perché siamo più intenti a fare selfie con i fulmini...
Una cosa però rimane affascinante, ed è lo sguardo di chi è incantato da ogni cosa...
👍Sempre bello

Bellissimo leggere quel vissuto e si come la storia sia passata anche da lì è da quegli avvenimenti.
Bellissimo leggerti come sempre @marcodobrovich

La storia dovrebbe insegnare che dagli errori, o comunque da eventi avversi, devono essere di esempio affinché per il futuro l'impatto di questi fenomeni siano molto più limitato, se non pari a zero, ma il costante riproporsi di allagamenti, straripamenti di fiumi, alluvioni ed ogni altro fatto riconducibile alla furia dell'acqua, dimostra che il percorso verso una maggiore tutela dell'ambiente in cui viviamo viene fatto solo a tratti e non sempre in maniera efficace, racconto molto suggestivo

Oltretutto, prima, quando c'era il presidio della gente che lavorava e viveva in quei posti, un certo controllo c'era...

Hai perfettamente ragione, ma ci sono tanti, troppi discorsi da fare, ed ogni volta che succede una disgrazia ci risiamo da capo, e si doveva fare così, e si poteva fare cosà, e non ci doveva essere quello lì, e l'altro doveva essere là, lo sport principale in Italia non è vero che è il calcio, ma è lo scaricabarile!!

Il settore della messa in sicurezza e delle infrastrutture... Quelle sono le Grandi opere da fare...!!

I bambini non capiscono il pericolo, dobbiamo essere noi adulti a saper stare vicino a loro ed educarli. Speriamo che queste catastrofi si fermino, anche se la vedo difficile... stiamo distruggendo tutto.

E' dura...

è dura per tutti !

great....

Great words and great story cant stop my self to read Gerardo after comeback from holiday.

Wellcome back!