Una vita in attesa

in #ita2 years ago (edited)

Aspetti 9 mesi per vedere il mondo, aspetti il primo Natale, il compleanno. Aspetti Sanremo a febbraio, il primo giorno di scuola e aspetti di incrociare lo sguardo di quel bambino che ti accompagnerà per i seguenti 5 anni. Aspetti l’amore, aspetti un abbraccio, un bacio che non arriva. Aspetti il concerto di Cremonini dal 2020. Aspetti un lavoro, l’occasione per dimostrare chi sei, quanto vali e poi… ti imbatti nelle poste.
Lì, proprio in quel luogo grigio, cupo e triste, capisci il vero valore dell’attesa.
Entri in posta.
Due persone davanti a te e dici, “wow, forse ce la faccio a fare in fretta”.
Devo solo inviare una busta.
Una voce fuori campo probabilmente avrà gridato: “Illusa” (ma non l’ho sentita).
Il tizio allo sportello sta pagando la bolletta “ arriveder…” “lo vorrebbe un finanziamento a tasso agevolato? no? una sim? Un appuntamento con il consulente? No? “ Tizio rifiuta tutto e va.
Forse se gli avessero proposto una poltrona pieghevole con incluso nel prezzo una bici con cambio shimano e una batteria di pentole avrebbe ceduto, chissà.
Avanti il prossimo.
Questa è una ragazza giovane ed entusiasta di recuperare i tanto attesi buoni postali fatti dai nonni nell’epoca in cui nemmeno sapeva contare. Non farà in fretta, ne ha molti. Mi siedo.
Vicino a me, il mio ultimo ostacolo per raggiungere lo sportello. La signora Pierina.
La conoscono tutti qui in zona. Pierina è una donna di 80 anni e più e, si sa, parla tanto. Saluta tutti e poi immancabilmente “ chi ca te ti?” (traduco per i non piemontesi, chi sei tu?) E allora parti a spigare chi sono papà e dalla mamma ma niente. Allora provi con i nonni… e forse sì, ha capito ma forse.
“tuo cugino è quello che fa le gare in macchina?”
“no, signora” evito di dirle che al massimo mio cugino fa le gare per correre a vedere i concerti dei dik dik, inspiegabilmente.
“ah, no no, allora non ho capito”.
“Signora, sono la sorella della parrucchiera, quella della piazzetta, vicino al negozio di scarpe, che chiuderà a fine mese”.
“ahhh, sì sì”.
Bene. Spero che l’identikit sia finito ma no.
“sei l’amica di Barbara?”
“Sì, anche”.
“Brava ragazza, viene sempre in chiesa”. Sì, certo, poi bestemmia come un camionista fermo al Brennero però pazienza ed ovviamente evito di dirle anche questo.
Fortunatamente finisce la conversazione, perché viene interrotta dall’ingresso di un altro povero illuso e la sua attenzione va direttamente su di lui e così in qualche minuto scopro che il tapino all’ingresso è il nipote del vicino che non vedo da quando era alto così.
In tutto questo tempo, la ragazza allo sportello in compagnia dell’impiegata Lentina è ancora lì, ferma e con molto meno entusiasmo di come è arrivata. Nel frattempo i buoni le avranno fruttato ancora qualcosa. Continua il tentativo di conversazione di Pierina con il giovinotto ma non sa da fare, lui china la testa sul suo smartphone.
E chi mai raccoglierà le parole di Pierina? Eccomi! Con gioia e gaudio.
Imparo la ricetta delle tagliatelle all’uovo e di come si devono tirare per bene; a pulire le posate in argento e poi mi racconta del suo gatto nero Zibibbo e della sua povera mamma che si chiamava Livia.
Nel frattempo ragazza se ne va ed è il turno di Pierina. Deve ritirare la pensione, mi ha raccontato nei mille minuti antecedenti, ma poi… Cosa sta facendo?
Capto delle parole e capisco che deve affrontare lo SPID. Da sola. Nooo...
Scrivete sulla mia lapide: “morì in attesa ma almeno conobbe la storia di Pierina”
Step 1: i documenti. Facile. Brava Pier!
Step 2: l’ SMS. Meno facile, non riesce a sbloccare il telefono
Step 3: capiscono che parlano di connessione, problemi alla rete, tutto da rifare
Step 4: io che chiedo pietà
Step 5: l’impiegata Lentina annuncia solennemente che devono ricominciare da capo se la signora Pierina ha tempo
Step 6: ti pare che Pierina abbia da fare?
Step 7: è passata un’ora e va tutto male
Step 8: riprovano
Step 9: ormai non seguo più e faccio come baldo giovane e mi chino sullo smartphone

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20 minuti dopo…

… sento Pierina che saluta solennemente Lentina e sì, finalmente è arrivato il mio turno e sento le trombe dal cielo intonare l’inno alla gioia.
Con grande fierezza mi alzo e corro incontro al mio destino.
“ devo inviare questa lettera”
“D’accordo. Normale, raccomandata, raccomandata con ricevuta di ritorno?”
“normale” “né è sicura?”
“boh, sì… non dovrei?”
“ guardi… magari una raccomandata così è più tranquilla”
Veramente ero tranquilla prima che mi facesse questa domanda… mi è venuta l’ansia.
Abbozzo sulla raccomandata.
“ok, perfetto. Raccomandata sono 5 euro”
A 5 euro svengo un momento, mi riprendo poco dopo e pago.
Probabilmente a Pierina avrà spillato la pensione senza accorgersene, penso.
Vado via sconsolata ma tra qualche mese riceverò finalmente il mio premio!
Ho inviato la tabella completa di tutti i bollini per la raccolta punti mulino bianco.
La caffettiera del mulino, presto sarà mia e sarò finalmente felice.
Con 5 euro in meno, 20 kg in più per aver mangiato 60 confezioni di prodotti del mulino ma ritornerò a pregustare l’attesa, quella bella, quella che ti fa sognare un po’.
Caffettiera, anzi “Mattutina”, ti aspetto!

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