Le cantine vesuviane e l’origine del Lacryma Christi

in Discovery-it2 years ago (edited)

La inconfondibile peculiarità delle vigne vesuviane, e di tutto ciò che comunque viene coltivato sulle pendici del Vesuvio, risiede nella particolarità del suolo lavico.

vigne Sorrentino.jpeg

In riferimento ai vulcani oggi ancora attivi, l’area vesuviana è la più vasta a tutt’oggi in Europa, con attività esplosiva.

La complessità del suolo vulcanico stà nel fatto che la composizione del terreno sviluppatasi risulta differente a seconda della stratificazione originata in seguito alle eruzioni nell’ambito dello stesso versante Sud-Ovest dove sono collocati i vigneti dell‘azienda Sorrentino.

Qui il suolo è saturo di minerali, pietre pomici, sabbia e lapillo; inoltre ha la caratteristica di essere molto fertile, con elevata porosità e drenaggio.

Le particolari condizioni , miti in inverno e calde d’estate, unitamente alle caratteristiche del suolo, la collocazione geografica che beneficia dell’influsso marino, e di un’importante ventosità costante, conferiscono a questo territorio una tipicità eccezionale.

L’origine e la leggenda del Lacryma Christi:

Il vino del Vesuvio ha origine antiche: i Greci antichi impiantarono sulle falde del Vesuvio il vitigno Aminea Gemella Linore, progenitrice odierna di tutte le viti locali odierne e che, per lo storico Columella, è da associare all’attuale Greco del Vesuvio.

lacryma christi.jpg

La storia del vino vesuviano arriva al suo periodo di massimo splendore nel periodo della potenza di Roma, in cui furono impiantate le viti dette Vesuvium, che daranno in seguito vita al Lacryma Christi.

Sono conosciute vari miti e leggende sul nome di questo vino, tra tante: “Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo strappato da Lucifero durante la caduta verso gli inferi, pianse, e laddove caddero le lacrime divine sorse la prima vite del Lacryma Christi.”

Versioni cristiane ereditate dalla mitologia pagana bene radicata sin dai primi insediamenti umani, come dimostrano l’affresco di Bacco sul Vesuvio conservato nella Casa del Centenario a Pompei e le sue infinite presenze nei resti romani scampati all’eruzione del 79 d.C., la più antica di cui qui si abbia testimonianza scritta.

Solo in tempi più recenti sulla leggenda torna Curzio Malaparte che ne “La pelle”, invita a bere “questo sacro ed antico vino”.

L’azienda Sorrentino e la particolarita’ dei vigneti:

ingresso alle tenute vesuviane.JPG

Siamo accolti nella visita dalla gentile MariaPaola, terza generazione della famiglia Sorrentino, iniziando subito la visita nei possedimenti, notiamo due viti di oltre cento anni ciascuna, allevati con la tipica e tradizionale pergola vesuviana.

Maria Paola Sorrentino.jpeg

Ci vengono descritte e fatte vedere durante il percorso le varietà autoctone coltivate: Caprettone, Falanghina, Catalanesca, Piedirosso ed Aglianico, allevate secondo le singole esigenze e caratteristiche viticole tipiche de Vesuvio.

MariaPaola ed i suoi vini.JPG

Ad importanti livelli qualitativi della materia prima, si associano sempre un impeccabile lavoro in cantina ed i meticolosi periodi di affinamento; l’intero procedimento avviene dentro le mura dell’ azienda.

Le proprietà sono situate nel Comune di Boscotrecase, nel centro del Parco Nazionale del Vesuvio, e sono ai lati delimitati da uliveti, e da numerosi albicoccheti.

Appena sei chilometri e mezzo separano la tenuta dalla vicina uscita autostradale della A3 di Torre Annunziata Sud.

Nell’azienda è anche possibile dormire: la vicinanza ai siti archeologici d’interesse mondiale come Oplonti, Pompei, Capri e Penisola sorrentina, fa si che possano venire qui a visitare i terreni, grazie a servizi di transfert organizzati dell’azienda stessa.

alloggio Sorrentino.jpg

Il Chilometro zero è la filosofia ed il cuore delle proposte degustative messe a disposizione dall’azienda, dove è possibile assaggiare, una volta terminato il tour, prodotti di giornata abbinati a diversi vini, ottenuti tutti da agricoltura biologica cento per cento.

Insieme ai vini, sono tipici prodotti l’olio extravergine di oliva “DonnAngela”, ottenuto con spremitura a freddo delle olive vesuviane e la conserva del pomodoro Piennolo vesuviano, coltivato in consociazione al vigneto (sono coltivate dentro di esso), e noto per l’inconfondibile dolcezza ed al tempo stesso buona acidità, consistenza della buccia ed elevata sapidità.

pomodorino piennolo.jpg

spaghetti al piennolo.jpg

ospiti alla degustazione.JPG

ospiti nella tenuta.JPG

Qui, anche gli astemi non dovranno preoccuparsi: l’azienda è posta in una posizione geografica così incantevole che anche solo il panorama merita una visita.

Tutte le foto sono di mia proprietà
All photos are mine properties

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