delizioso compagno,
perfetto coinquilino (a volte c.d.m.)
e scontroso ma tenero felino.
Coi tuoi canini
Mi hai inciso a fondo il cuore;
Ma dolcemente
Mio caro dolce micino,
è trascorsa appena una settimana da quando mi hai lasciato, ma sembrano anni che non accarezzo il tuo pelo vellutato e folto.
Te ne sei andato all’improvviso, così come eri arrivato.
Un giorno non sei venuto ad incontrarmi rientrando da lavoro. Non così strano. Ma poi non hai cercato l’umido la sera. Strano, molto strano, tu che di solito lo chiedevi già dal tardo pomeriggio, attirando l’attenzione dei passanti in corridoio a suon di morsetti alle caviglie e miagolii di aspro rimprovero, e bussavi alla porta della dispensa indicando a tutti dove si nascondeva il paradiso delle scatolette.
Veterinario.
Analisi.
Ecografia.
Diagnosi.
Te ne sei andato in cinque giorni, piccolo mio, portato via da quel linfoma epatico già infiltrato al duodeno, al pancreas e chissà a cos’altro. Non ci hanno proposto nemmeno di provare con la chemio. Era troppo tardi.
Avevi solo 5 anni.
Te ne sei andato quella mattina mentre ti accarezzavo, ormai allo stremo delle forze, nonostante le flebo, il cortisone, l’antibiotico e altre mille diavolerie che ti privavano della dignità e della libertà di morire in pace, compresi i pannolini per l’incontinenza. Non avevi la forza per opporti più a nulla ormai, proprio tu che eri sempre stato energico ed orgoglioso, virile e forte più di tanti maschi umani che conosco. Hai sofferto così tanto, nel tuo ultimo giorno, che alla tua morte mi hai donato un senso di sollievo, e nonostante il dolore per la tua perdita hai asciugato le lacrime che quasi incessantemente ingombravano il mio viso durante gli ultimi cinque intensi giorni in cui mi sono presa cura di te.
Ripensare a quei momenti mi stringe il cuore e mi fa piangere tutt’ora di dolore e tenerezza ed impotenza.
Mi manchi tanto, piccolo mio.
Mi manchi la mattina, quando mi alzo e nessuno più mi segue in bagno per bere dal bidet; mi manchi la sera, quando sazio ti raggomitolavi sul mio letto in attesa che arrivassi. Mi manchi la notte, quando mi confinavi ad un angolino del letto… ma quanta serenità mi dava quel contatto delle gambe col tuo corpo caldo e pesante!
Mi manca averti in giro o venirti a stuzzicare mentre ronfi, tu che, sordo da sempre, accoglievi con un minaccioso <<Grrrrrgrrrr!>> chi turbava il tuo riposo toccandoti. Mi manca trovarti nella vaschetta per la biancheria o in qualche scatola o in qualche busta, o in qualunque altro luogo che potesse darti rifugio.
Mi manca tanto la tua voce, o sentire le tue proteste vocali unite ad un feroce bussare alla porta se per caso ne tenevamo qualcuna chiusa. Odiavi le porte chiuse, ti facevano sentire escluso, e ce lo ricordavi senza remore.
Mi manca vederti rotolare a terra la sera, mentre ti contorci come Ryuk in crisi d’astinenza (tu da scatoletta, lui da mele).
Mi mancano le tue strane pose di cui facevi sfoggio soprattutto mentre dormivi.
Tutto questo manca tanto anche alla mia sorellina (la "zia"), che ti ha portato da me e ti ha cresciuto con me come fossi anche suo.
Ci manchi.
Ti chiamavamo “maglioncino”, io e lei, perché era ciò che sembravi quando ti appollaiavi sui nostri letti, ed il mio cuore perde un colpo tutte le volte che vedo un indumento nero giacere lì dove ormai non ti vedremo mai più.
Però eri un maglioncino di grande eleganza, col tuo manto lucido e nero che al sole assumeva delle splendide striature dai riflessi ramati.
Il tuo pelo diventava bianco e tanto setoso su petto, pancia e zampette, assomigliando ad un perfetto gentleman in smoking pronto a spezzare cuori coi suoi grandi occhi verdi e tondi ed il labbruccio rosa. Quanto eri carino!
Avevi anche un bel caratterino fin da quando eri un piccolo sorcio lungo un palmo: odiavi essere preso in braccio, chi ti voleva accarezzare non doveva prenderti, altrimenti ti difendevi con le unghie e con i denti. Nonostante ciò, eri così bello e a volte anche stronzo che per tutti diventava inevitabile prenderti in braccio nonostante le conseguenze, per coccolarti o giocare o a volte solo per darti un po’ fastidio.
Sei sempre stato molto deciso e curioso, e (forse) per la tua sordità non perdevi occasione per lasciarti incuriosire dalle cose che invece spaventano gli altri gatti, come l’aspirapolvere, i cantieri e le vasche da bagno.
Ci siamo tenuti compagnia a lungo, prendendoci cura a vicenda e sdrammatizzando l’uno i problemi dell’altro. Sei stato un coinquilino speciale e perfetto, così complementare al mio carattere: ci piaceva farci un po’ gli affari nostri, apparentemente indifferenti, ma in realtà tenevamo entrambi un occhio sempre vigile sull’altro ed i suoi bisogni. Anche se tu facevi il finto tonto, so che ti sono mancata durante il mio anno in Spagna, e mi hanno raccontato che andavi a frugare la mia stanza e poi, constatata la mia assenza, piangevi, miagolando forte per il disappunto.
Se ero triste, mi venivi accanto. Non facevi niente, semplicemente mi stavi vicino, e se ti accarezzavo troppo ti spostavi, ma sapevo che sentivi il mio dolore e con la tua presenza provavi ad assorbirlo.
Se studiavo, abbandonavi i tuoi angoli preferiti per dormire sui miei libri. Certo, mi facevi provare un’incredibile invidia, ma era bello avere la tua compagnia a portata di mano.
Quando stavo al computer, mi aiutavi a digitare i tasti. Adoravi sdraiarti sul portatile, e grazie a te ho scoperto che si può capovolgere lo schermo con una combinazione di tasti o cancellare definitivamente un elemento del desktop. Appena qualche mese fa, cancellasti la cartella “Micron” con tutte le tue foto, senza possibilità di recupero. Un caso, senza dubbio; ma pensarci adesso mi fa venire i brividi. Per fortuna che era solo una raccolta di immagini sparpagliate nell’hard disk esterno, che ho potuto spulciare in questi giorni trovando circa mille foto in cui ci sei tu. Quanti bei ricordi!
E poi adoravi andare a casa dei “nonni” durante le vacanze. Ti aggiravi per le stanze e i grandi piani della casa come una pantera a caccia, e silenzioso scendevi e salivi le scale alla ricerca dell’angolo migliore. Arrampicarti fra le brocche sul frigo o mimetizzarti in uno dei tanti presepi sparsi per la casa ti piaceva da morire… anche se a mia mamma un po’ meno, visto che riuscivi sempre a rompere qualcosa.
Diciamo che non eri dotato di particolare grazia nel muoverti, o forse ti sentivi meno ingombrante di quanto effettivamente fossi, mentre ti aggiravi fra gli oggetti come un elefante in un negozio di cristalli.
Adesso riposi felice fra due pini del giardino di quella stessa casa che amavi, e spero che mordicchi nuvole ed insegui farfalle nel paradiso delle scatolette.
Hai reso la mia vita più bella, donandomi inaspettatamente qualcosa che avevo sempre desiderato.
Ti ricorderò sempre, mio piccolo dolce micino.
Addio Micron, ti voglio bene.
Con questo racconto partecipo a Theneverendingcontest n° 7 S2-P2-I1 di @spi-storychain, sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @adamantino
Tema: Amici a quattro zampe
Ambientazione: Appartamento/giardino
Accidentaccio, mi hai fatto piangere, e pensare che prima o poi anche la mia gatta mi lascerà, spero che sia il più tardi possibile, ma 5 anni di vita per un gatto sono davvero pochi, la morte non è mai giusta, ma in ogni caso non lo è stata neanche in minima parte, privandoti della sua meravigliosa e impagabile compagnia a causa di una tremenda malattia.
Un affettuoso abbraccio a te e al tuo caro micino, riposa in pace piccolino, la tua coinquilina ti ha voluto tanto bene e amore, ma questo lo sai
Cavolo, ragazzi, non era mia intenzione farvi rattristare, davvero.
Ho scritto solo per dare sfogo alla mia tristezza e rasserenarmi da un lato, e poi per "onorare" la sua memoria, un piccolo tributo nel mio personale album dei ricordi, pieno di foto delle cose e delle facce buffe che faceva sempre.
Mi spiace aver fatto pensare a tutti coloro che hanno un amico felino alla possibilità di una dipartita.
Io sto trovando pian piano pace, pensando soprattutto che quello che ci donano e doniamo loro finché siamo entrambi in vita è ciò che conta, e tutti noi sappiamo che è immenso e speciale, quindi godiamocelo finché la Vita ce ne fa dono.
Hai ragione dolce @madrunner, 5 anni non sono nulla per un gatto, equivalgono a circa 35 anni... praticamente aveva quasi la mia età. Il linfoma felino, ho scoperto, è il tumore più comune nel gatto e la malattia mortale più frequente dopo l'insufficienza renale. Quando da segno di se, ahimè, è già troppo tardi, come ho potuto purtroppo constatare a mie spese.
E' la Vita.
Non c'è una spiegazione, almeno non è facilmente intuibile.
Pur non rendendolo meno doloroso, l'affetto di chi ci circonda (e gli voleva bene) e le nostre personali capacità di resilienza (anche a cose ben peggiori) aiutano ad andare avanti. Scrivere, per me, è un ulteriore strumento per trasformare il dolore in malinconia, e la malinconia in quella sensazione dolceamara di nostalgia che accompagna i ricordi.
E' stato un racconto stupendo, ricco di emozioni e sentimento, bellissimo
Veramente adorabile.
Si, Ale, lo era. Mi manca tanto, anche se era "solo un gatto"...
Ciao piccolino!
Un amore così grande lascia il segno. Sarà con te per sempre. ❤ ti abbraccio
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Grazie per aver arricchito questo post con le tue parole di dolcezza e comprensione. Un abbraccio a te.
Un abbraccio grande @piumadoro 🤗 Restano compagni per la vita con la loro presenza costante nel nostro cuore ❤️ Mi scendono le lacrime pensando al tuo dolore che sento così vicino nel ricordo della mia cagnolina Dharma che mi ha lasciata 2 anni fa... ma sono lacrime d’amore immenso e gratitudine che lascio scorrere con rispetto per te e per loro, meravigliose creature.
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Vorrei risponderti con le stesse parole che ho usato per Noemi... con questo post stanno emergendo le ferite o le paure di tantissimi di noi, ma io vedo anche messi in risalto tanti animi sensibili che esprimono la loro vicinanza e la loro comprensione soffermandosi per un attimo a lasciare un saluto. Grazie, Isa.
😭😭😭
Ma no, non piangere! Già basto io...
Micron non ne sarebbe contento, era davvero buffo e faceva tanto ridere.
Hai ragione, ma hai descritto sensazioni che so proverò anche io. Un abbraccio
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Spero il più tardi possibile...
Povero cucciolo! Mi dispiace moltissimo e posso comprendere la mancanza che senti. Le foto sono meravigliose ti resterà un dolcissimo ricordo di tutto l'affetto che ha saputo darti.
Grazie per l'abbraccio virtuale delle tue parole: ogni foto è un caro ricordo, abbiamo condiviso tantissime giornate e tantissimi momenti.
Tu m 'hai fatto venire le lacrimucce, sarà che anche io da gattara se accadesse qualcosa al mio gomitolo sarei davvero a pezzi, sarà la carrellata di foto, che tenerezza quella con la pantera! Tanti ricordi che per chi ha un animale fanno tenerezza e dolore, dolore per la consapevolezza che i nostri pelosi vivono meno a lungo di noi, ma che ci danno tanto su tutti i fronti, affetto, amore, compagnia. Ti mando un abbraccio
Hai compreso pienamente, e ti auguro di arrivare a questo momento il più tardi possibile. Sono esseri speciali, di cui non siamo "proprietari" ma compagni, in una reciproca appartenenza "multirazziale" che arricchisce entrambi, per quanto le nostre vite lo consentano.
In primavera abbiamo perso la nostra prima gatta, che stava con noi da meno di due anni, anche lei per problemi allo stomaco (non un cancro, una cosa più rara di cui ora come ora non ricordo neanche il nome). Vederli deperire e perdere ogni forza, oltre alla voglia di mangiare è tristissimo.
Un grande abbraccio.
Mi dispiace tanto, una micina così piccola!!! So cosa hai provato, accarezzarli e toccargli tutte le ossa ti prende a morsi il cuore.
Un abbraccio a te.
Povero micetto :(
Grazie per il tuo calore e la tua lettura, Nicola. Lo apprezzo moltissimo.
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