IL CELLULARE: Fatti e misfatti…

in #ita6 years ago (edited)

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Stamattina è passato Tonino. Ingegnere e vecchio amico.

Abbiamo parlato di lavoro e messo a punto le cose da fare. Ma abbiamo parlato anche di montagna, programmando le vacanze della prossima estate e chiacchierato e sognato del più e del meno, come facciamo ogni volta che ci incontriamo.

Un buon caffè …e partono anche i ricordi.
”…e quella volta, Marco, quando al rifugio, tra una sciata e l’altra, dicesti quanto sarebbe stato bello poter scendere accompagnati da una colonna sonora, come in un film…”

Già… Poi, fu improvvisamente possibile. Prima con i lettori di cassette, poi con i lettori di CD, e poi via, via, con lettori portatili sempre più piccini, versatili, capienti,… Una cuffia nelle orecchie e via: ora scendi sciando accompagnato dalla tua musica preferita ad altissima definizione!

Oggi lo fai con il cellulare.

”Ciao Tonì, ci sentiamo…” Tonino esce e continuo a pensare…

Mi viene in mente di quella volta che ero su un autobus e successe un incidente. A piazza Venezia, in pieno centro. Non importa che descriva cosa, ma era un evento particolare.
L’autista aprì le porte, scendemmo e pensai, lo ricordo ancora, ”Cavolo, se avessi la mia macchinetta fotografica avrei potuto documentarlo…”

All’epoca avevo una Nikon meccanica e vari obiettivi. Pesante e ingombrante. Ricordo che pensai anche a quanto sarebbe stato bello avere una macchinetta da tenere sempre in tasca, per cogliere e documentare al volo gli accadimenti e le scoperte impreviste di ogni giorno…

Oggi lo fai col cellulare.

Fabio, per gli amici Fabietto, ricorda con nostalgia le sue vecchie diapositive e le cene organizzate per vedere gli scatti delle vacanze o dell’ultimo viaggio.
Hai voglia a ricordargli che, il più delle volte, quelle proiezioni erano una palla mostruosa!
Hai voglia a dirgli che, oggi, la platea degli amici si è allargata e che le tue foto sono viste e commentate sui social…
No, non gli piace.

Oggi col cellulare, pubblichi in tempo reale.

Ricordo ancora quando, con un programma che mi pare si chiamasse “Boeing”, antecedente ad Excel, mi inventai un modo per catalogare le informazioni che coglievo casualmente nel corso della giornata: su un giornale leggevo di un buon ristorante a Cremona? Lo archiviavo nella cartella “Ristoranti” e nella cartella “Cremona”. In televisione parlavano di una bella chiesa a Cremona? Archiviavo la notizia nella cartella “Architettura” e nella cartella “Cremona”…

L’idea era quella che, andando in una città, ad esempio Cremona, avrei potuto cercare nella cartella (se l’avevo creata) quali cose ci fossero da vedere o dove mangiare… O, se girovagavo tra Lombardia e Emilia Romagna, cercare nella sezione ristoranti in quali città avrei potuto trovare i migliori, e trovavo Cremona…

Un sistema farraginoso. Antelucano. Primitivo.
Mai utilizzato. Non esistevano nemmeno i pc portatili…

Oggi, sul web, trovi tutto quello che vuoi.
Oggi lo fai col cellulare.

Col cellulare hai le notizie meteo, ascolti il telegiornale, vedi i film archiviati, la sera, nel rifugio, a 2500 metri d’altezza, dove la linea non prende…
Col cellulare parli e trasmetti le immagini video in tempo reale, controlli la posta,… hai la calcolatrice, la torcia, l’orologio,… Il localizzatore satellitare…
Manca solo il tagliaunghie e la possibilità di farsi il caffè e poi c’è tutto!

Grande cosa il cellulare.
Ma, anche, grande mostro!

Del cellulare non si può fare più a meno. Ed è giusto che sia così. E’ bene che sia così.
Il cellulare è uno strumento potente, efficace e indispensabile.

Ma il cellulare è, anche, un mostro.

E’ tempo che lo penso. E so che non sono l’unico. Anzi, so di dire cose sapute e risapute: ”non bisogna farsi prendere la mano,… negli autobus tutti con gli occhi al cellulare,… mentre mio figlio studia non fa altro che chattare al cellulare,…”

Ma, l’altra sera, mi è capitato un fatto.
Ero stato fuori tutto il giorno e, per un motivo o per un altro, non avevo avuto modo di usare il telefono: nessuna chiamata; nessuna occasione di scrivere, leggere, commentare, rispondere,…

Poi, a letto, mentre sto iniziando a leggere un libro, un bip.
E’ Discord. Qualcuno che mi cerca. ”Fammi vedere, magari è importante. Magari devo rispondere…”

Si, è un messaggio. Devo rispondere.
E, mentre inizio a digitare, …mi sale un senso di nausea! Si, quello che si soffre in barca. O che prende a chi soffre di vertigini… O che ti prende quando hai mangiato troppo-troppissimo e ti mettono davanti un altro piatto grasso, caldo e profumato

Mi veniva da vomitare. Ho avuto un rigetto.

Nei giorni precedenti ero stato al cellulare oltre ogni misura: rispondi, chatta, commenta, …stai sul pezzo, dì la tua…

Basta. Bisogno di stacco… ”Ma lasciatemi in pace! Voglio stare un po’ per conto mio. Basta gruppone, basta dover rendere conto, basta dover essere sempre presenti, arguti, pertinenti, divertenti,…”

Ho chiuso. Stop.
Mi sono alzato, sono andato in cucina a bere un bicchiere d’acqua, sono uscito in terrazza a sentire il fresco sulla pelle e a guardare il cielo. SI sentivano le onde del mare rompersi sulla riva…
Mi sono calmato e sono tornato a letto con l’intenzione di leggere. Ma non ci sono più riuscito.

Allora ho acceso la pipa e sono tornato fuori, a guardare le stelle e a riflettere.

Ho pensato, penso, che il cellulare sia uno strumento indispensabile, come ho già scritto. Ma …non dobbiamo (non devo) dimenticare che è, appunto, uno strumento. Uno strumento che aiuta la mia vita. Non la mia vita.

Sto perdendo il gusto di osservare ciò che mi circonda. Di ragionare per conto mio.
Così, ho deciso di fare delle piccole cose. Di adottare piccoli accorgimenti.

Tra il garage e casa c’è quasi un chilometro, che io percorro andata e ritorno guardando il cellulare. Senza guardarmi attorno, senza osservare gli alberi, le finestre, le persone che passano, senza fermarmi al bar e ascoltare la gente che dice…

Non lo farò più.

In ogni momento della giornata controllo la posta, verifico se qualcuno ha messo un commento al mio ultimo post o un mi piace all’ultima foto che ho pubblicato…

Non lo farò più.
La posta si legge la mattina, dal pc, al lavoro. Poi, a pranzo e prima di staccare. Punto.

La sera, a letto, girello tra Facebook, Instagram, Stemmit, Discord,… E finisce che non leggo più.

Non lo farò più.
E’ un giro che si può fare benissimo la mattina, prima di alzarsi. Così dai un’occhiata anche ai giornali: EL Pais, Liberation, The New York Times, Huffington Post, e il paio di giornali italiani che seguo, ma non dico per non fornire indicazioni dei miei orientamenti politici :)

Quando si sta tra amici eviterò di tirar fuori il cellulare e, se qualcuno mi chiama, riprenderò a dire ”Scusate” e ad allontanarmi prima di rispondere, come si faceva quando, alla fine degli anni Ottanta, uscirono i primi telefonini…

E a pranzo e a cena il cellulare si disattiva e non si risponde. E, se mai l’ho fatto, non capiterà più che lo metta in bella mostra sul tavolo!

Il cellulare dovrà tornare ad essere una presenza discreta. Una risorsa preziosa ma non invadente.

E non è una questione formale.
E’ una questione sostanziale: di sostanza.

La vita nel web non è finta come dicono molti: ”La vita vera è quella reale. Quella sul web è tutta finzione!” Cazzata!

La nostra vita è …qua e là. Ed è un mix indistricabile.

Mi sembra solo che il là abbia preso troppo il sopravvento su il qua.
E voglio tentare di ristabilire quello che sento sia il giusto equilibrio.

Ci sono stati tempi in cui, se volevi vedere una persona, dovevi inviare un bigliettino (non c’erano nemmeno i telefoni!). E le signore avevano un giorno in cui ricevevano…

Non penso e non voglio che si torni a questo, per carità: ogni cosa ha il suo tempo…

Ma credo che ci sia ancora tempo, che sia ancora il tempo, per chiamare un amico e passarlo a trovare per bersi una birra assieme e fare due chiacchiere, piuttosto che limitarsi a chattare.

Augh ;)

L'immagine di copertina è uno screenshot del mio cellulare

Sort:  

Lo notavo sul treno. Prendo spesso il treno e mi è venuto in mente che il panorama è completamente cambiato. Il cellulare è ovunque. Talvolta vedo qualcuno con un libro di carta. Uno di quelli con la copertina e tutto. Lo/la guardo languidamente. Chissà che idee si faranno su di me. Ma mi magnetizza. Il diverso. Bella riflessione

Grazie Fra. In realtà non è nemmeno una riflessione... Ho descritto come mi sento...

Fondamentale la tua riflessione che non è solo la tua ma quella di tutti noi che siamo ormai risucchiati da smartphone e computer per i più svariati motivi: social, lavoro, news, intrattenimento e chi più ne ha più ne metta.

Sembra brutto a dirsi, ma è diventato il rifugio mondiale aperto a tutti, una distrazione di massa di fronte la quale la televisione sembra il motore a scoppio e lo smartphone sembra un bombardiere stealth.

Ti lascio con questo simpatico video che riassume la cosa in modo tragicomico...

Ben detto!
Nella vita ci vuole la giusta misura, per tutto! Conosco bene quel senso di disgusto che ti assale quando non ne puoi più e ricevi quella notifica che fa da ciliegina sulla torta. Il cellulare oggi ti fa saltare in aria a qualunque orario (una volta è il cliente che, insonne, chiede aggiornamenti in piena notte, un'altra è il collega che manda messaggi compulsivi durante tutto il giorno, poi whatsapp, discord, l'email, i social network...insomma, siamo assaltati da tantissime campanelle che trillano a tutte le ore del giorno e della notte). Sai qual è la mia soddisfazione più grande? Spegnere PC e cellulare. Guardare il mondo senza lasciare che sia lo schermo a fare da tramite. Riscoprire il piacere della libertà. Come accadrà di nuovo a te, nel tragitto casa-garage senza il cellulare in mano.
Hai ragione, su tutti i punti. Io, poi, mi sento violata da questi strumenti invadenti, che sanno sempre dove siamo, con chi, quando vediamo i messaggi, se stiamo camminando o guidando. Insomma, a volte vorrei avere la libertà di liberarmene, ma ormai non possiamo lanciarli via e basta, fanno parte della nostra vita (e io ci lavoro, anche, mica posso lanciare il PC dalla finestra a cuor leggero, ahahaha). Misura ed equilibrio sono importanti, ma a volte perdiamo un po' il controllo e tendiamo a sbilanciarci in un senso o nell'altro.

Mi ha fatto piacere leggere questo tuo articolo, so che ti arriverà una notifica da qualche parte per questo mio commento, non ti sbilanciare, mi raccomando! XD

Ciao @nawamy.
Misura ed equilibrio sono importanti. Già... Ci penso e mi trovo daccordo...

Che strano.
La mia vita è piena di trasgressioni, colpi di testa, esagerazioni,... Né mi sento di rinnegare questo approccio, che mi ha divertito, offerto opportunità inaspettate, dato soddisfazioni, aperto a punti di vista differenti,...

Eppure...
Eppure forse è stato così anche in quei casi: nelle mie trasgressioni c’è sempre una sorta di misura e controllo... Sembra paradossale ma, rileggendomi, mi verrebbe da dire che è stato così...

...tutti questi puntini di sospensione indicano incertezza; dicono che non sto solo affermando, ma mi sto anche interrogando... Mah...

Beh, buona giornata e... ci ribecchiamo domattina. 😉
Grazie di essere passata a trovarmi (...che poi scrivi talmente bene che ti leggo sempre con grande piacere!).
Hasta magnana!

Eh si Marco, ti capisco. Nei mesi passati sono stato troppo tempo sullo smartphone, anche quando non avrei dovuto (passeggiata con la famiglia, cene con gli amici).
Ho deciso di mettere un bel freno.. ho cambiato lavoro per crearmene uno nuovo ed evitare lo stress che mi stava divorando e poi divento schiavo del cellulare?
No, è un controsenso e quindi ho deciso di usarlo solo in determinati orari (a meno che non debba rispondere a qualche telefonata.. cioè la sua reale funzione).
Ciao ;-)

@miti Sarebbe bello un telefono con due soli tasti: uno per effettuare la chiamata, l'altro per chiuderla! Così lo utilizzeremmo solo per quello per cui era stato pensato. :o)))

Il telefono degli anziani... Il sogno di mia suocera...
E, chissà, forse anche di Fabietto... 😉

E' il desiderio di mia madre! Evidentemente il sogno di chi non riesce ad immaginare un'utilità diversa da quella del semplice telefono di una volta!

A me capita di tirarlo fuori mentre guardo la televisione con mia moglie, nell’intervallo della pubblicità e leggere nel suo sguardo un velo. Il dispiacere di constatare che invece di scambiare un’opinione con lei su quello che stiamo vedendo, preferisco scapparmene per conto mio, in altri “luoghi” e chattare con altre persone”...

Uno sguardo che mi denuncia non solo alterità, ma anche i prodromi di una certa estraneità e una crescente indifferenza che si insinua subdola è quasi impalpabile senza che tu lo voglia e te ne accorga, alimentata da questa specie di droga alla quale abbiamo inconsapevolmente demandato è riconosciuto il ruolo di colmare le nostre ansie, le nostre debolezze, le nostre fragilità, attraverso le conferme, le lusinghe, le distrazioni, le fughe e le scuse che ci offre...

No buono...!!

La mia opinione al riguardo dei cellulari assomiglia tantissimo alla tua, è decisamente alto il livello di ingerenza che questi piccoli mostri in miniatura hanno ormai raggiunto, e spesso non ci si rende neanche conto di quanto siano così radicati nella nostra vita.
Io qualcosa al riguardo l'ho fatta, iniziando già da qualche mese a non portarmi più il cellulare dietro quando vado a letto, la notte poi lo spengo sempre, perché innanzitutto allunga la vita del cellulare stesso, e secondariamente se le persone che mi sono care dovessero avere bisogno di me, ho sempre il telefono fisso dove mi possono contattare, se sono fuori casa è logico che lo smartphone rimane acceso.
Ed hai perfettamente ragione quando dici che la vita attuale è un mix tra la vita reale e la vita virtuale, perché siamo sempre più social in rete, ma la soddisfazione di bere, come dici tu, una birra in compagnia è unica.
Leggevo un post di @marcuz sugli @smartphone a scuola, e di come ai tempi odierni si possa "rimorchiare" grazie ai programmi di selezione automatica di certi siti di incontri, ed il ragazzetto non aveva tutti i torti quando asseriva che tanto, per la legge dei grandi numeri, una prima o poi la becchi, ma la tristezza di questo fatto sinceramente mi deprime da matti, perché posso capire che le dinamiche di contatto possano essere cambiate, ma a tutto c'è un limite, ed in questo specifico caso lo si è passato di brutto.
Si potrebbe continuare ancora per parecchio tempo, non voglio lasciare un mega commento o superare il record mondiale di lunghezza, ma il tuo post avrà detto anche parecchie cose ovvie ed intuibili, ma ci sono anche tante riflessioni molto approfondite e discorsi con una costruzione dialettica molto raffinata ed elegante, frutto della tua maestria e bravura nello scrivere, questo è quello che penso, bravo @marcodobrovich, complimenti

@mad-runner devo dirti che guardando i miei figli quello che mi colpisce maggiormante è la mancanza di fantasia. Appena finisce il loro tempo a disposizione con lo smartphone, la prima cosa che mi dicono è: <<io mi annoio... Che posso fare?>>. Che puoi fare??? Ma se fuori ci sono 26 gradi, c'è una splendida giornata, esci, prendi la bici, il pallone... fai qualsiasi cosa, ma scopri, indaga, prova, cadi, rialzati... Insomma vivi! Anche io condivido il pensiero (e la rabbia) di @marcodobrovich, ma purtroppo (per fortuna) lo smartphone è fondamentale nel mio lavoro e per alcune cose non posso darmi orari da rispettare.

Grazie @mad-runner.
Scusa ma, ...ti leggo solo ora: ieri niente social durante il giorno! 😉

Non ti preoccupare, ci mancherebbe altro!!!

Sono in una fase in cui ogni tanto ci penso anche io e lo lascio da parte per qualche minuto.
Poi torno al cellulare 😂
In effetti non va proprio bene. Bisognerebbe organizzare il tempo e dedicargli quei momenti stabiliti e basta. Non è facile.
Mi viene in mente U.S.

Già... Io questa volta ci provo davvero...

Sono d'accordo col tuo spirito.

Anche se non mi posso immedesimare con la descrizione perché il cellulare per me, che pur lavoro con le nuove tecnologie e il web, è lo strumento che meno utilizzo (che più mi sta antipatico, due li ho lasciati in un treno, un altro in un bar e non l'ho più trovato, un altro l'ho lavato in lavatrice) , sono l'unico (negli ambienti in cui lavoro) che lo spegne nelle riunioni ma anche negli incontri con i clienti, che non risponde alle chiamate se sta con un amico, qualcuno mi ha anche odiato per questo.

Ma potrei fare il tuo discorso con il portatile, penso di stare 8 ore al giorno attaccato lì, e oggi anch'io ho deciso di staccare per un paio d'ore e prendere il sole passeggiando lentamente.

Beh, sei a buon punto... Un bel pezzo avanti.
Oggi sono al pc, per lavoro. Ho staccato ora e sto per andare a cena. Poi spengo e se ne riparla domattina. ;)
Ciao @anedo. Grazie di essere passato a trovarmi e di aver commentato.

@marcodobrovich qualche mese fa provai anche io... Mi sentivo come il tossico in crisi d'astinenza e questo non va bene. Ma almeno noi abbiamo assaporato la vita senza smartphone... Ci siamo sbucciati le ginocchia sui campetti in terra, giravamo in bici felici. I ragazzi di oggi, invece, sono nati con gli smartphone e non credo riuscirebbero a vivere senza.

Ps. Ricordo un programma di calcolo sul vecchio IBM 8088, mi pare fosse il Lotus123!

Lotus! Ecco come si chiamava, non Boeing...
Ciao @marcuz, grazie della visita.

Came to post after a long time sir.. Where have you been?

Hello! Nice to meet you again.
I’ve been working hard... 😉

Agree @marcodobrovich cellphone is having both good and bad sides. And happy to have u back. Keep it up and also waiting for Gerardo

Nice to meet you again. ...and the fact you still remember about Gerardo's stories make me happy!

Seen your own post after a long time. Sir wepcome back.

Happy to meet you again!

¡Ciao!

Ho adorato il tuo post, di recente ne ho scritto, ricordando come nella mia infanzia ho visto il fumetto sul giornale di Dcik Tracy e ho immaginato una vita con un orologio che mostrasse chi avrei voluto vedere.

Il giorno è arrivato, era possibile farlo e ora con tutti i progressi mi rendo conto che prima di poter ascoltare una canzone con tutta la pazienza e persino ripeterla, ora ne ho la cartella piena di canzoni e inizio ad ascoltarla e voglio cambiare ascoltare l'altro
Lo stesso accade con le cartelle di fotografie, è tanto la quantità di immagini che ho dimenticato quando ho cercato una lente d'ingrandimento per voler vedere una persona che non sembrava nitida nella foto.

Il mio telefono non è intelligente, è essenziale e mi stordisce ancora e decido anche di disinvestire dai miei momenti speciali.

Imparare a guardare, a godersi il semplice è un compito che deve essere insegnato ai bambini per imparare l'equilibrio, qui si dice: "il coriandolo è buono, ma non così tanto.
Saluti.

Sí, creo que ya no podemos ver lo que sucede a nuestro alrededor. Creo que tenemos que aprenderlo de nuevo ...